domenica 12 giugno 2016

SULLE TRACCE DELLE POPOLAZIONI DEL V MILLENNIO A.C. NEI TERRITORI DEL VERSANTE CENTRO-ORIENTALE DEL MEDITERRANEO

L'Associazione culturale No Profit "La Rosa dei Venti Etnei" ha stilato un fantastico progetto storico, denominato "AURORA PROJECT" il quale vuole indagare sull'improvvisa migrazione delle comunità siciliane avvenuta nel V millennio a.C. e quale potrebbero essere le possibili destinazioni migratorie nei millenni successivi dopo aver lasciato l'isola maltese. Un ricerca complessa che vuole comparare gli antichi usi, costumi e credenze popolari e religiose delle popolazioni rivierasche del versante nord-orientale del Mediterraneo (Malta, Grecia, Albania, Montenegro, Serbia, Croazia e Slovenia).



Il progetto nasce dall’idea secondo la quale nel V millennio a.C. centinaia o forse, migliaia di famiglie del versante orientale della Sicilia, improvvisamente e senza un motivo apparente, abbandonarono l’isola siciliana, intraprendendo un viaggio per mare, dirigendosi in direzione del sorgere del sole.La flotta giunta sulle coste maltesi, stranamente, decise di fermarsi sull’isola. 
Ipotesi storica, tra l’altro, confermata sia da studi recenti, secondo i quali le strutture megalitiche presenti sul suolo maltese, furono realizzate da manodopera siciliana con l’aiuto di giganti, sia dagli studi compiuti dall’archeologo italiano L. Bernabò  Brea, il quale notò un rallentamento delle industrie post-musteriane tra le popolazioni della Sicilia, dopo aver comparato diversi siti archeologici del bacino del Mediterraneo, tutti risalenti allo stesso periodo.

Angelo Virgillito, appassionato ricercatore della storia del passato, nel tentativo di colmare tali vuoti storici, si è posto alcune domande, le cui risposte, fino ad oggi, non hanno fornito dati utili da ascrivere alla storia del passato preistorico siciliano: 
Perché molte comunità siciliane abbandonarono l’isola repentinamente?
La causa fu la tremenda eruzione del vulcano etneo, avvenuta nel V millennio a.C., come è stato recentemente confermato dagli studi condotti dai vulcanologi e geofisici catanesi, o gli fu imposto da qualche “divinità” che a l’epoca imperava tra i templi dell’isola? 
Se tali gruppi familiari stessero fuggendo dall’eruzione perché intrapresero un viaggio pieno d’incognite per mare, quando era sufficiente dirigersi nei territori occidentali dell’isola, o nella parte più meridionale scampando il pericolo?
Perché decisero di fermarsi sulla piccola isola maltese, tra l’altro, secondo fonti storiche, già occupata da piccole comunità di nativi? 
Perché la storia dopo questo episodio non menziona più queste comunità siciliane? 
Che fine fecero gli esuli siciliani?
Ritornarono in patria, o intrapresero una nuova migrazione e se sì, quale destinazione territoriale scelsero?
E se ritornarono in patria, quando avvenne?
Se erano dei provetti costruttori, così come è emerso da studi condotti sui siti megalitici maltesi, che fine hanno fatto le costruzioni siciliane?
Chi insegnò loro l’architettura megalitica e gli orientamenti astronomici?
E perché i Sicani, decretarono la loro discendenza siciliana?
Chi era in realtà, questo antico popolo, che nel periodo compreso tra il III e il I millennio a.C., vivevano in Sicilia, il quale si considerava la progenie di quelle comunità native dell’isola siciliana?
Quali furono  le influenze religiose che interferirono sugli aspetti sociologici, culturali e industriali su queste comunità siceliote, la cui comparazione con le altre comunità presenti in Europa, dello stesso periodo, li identifica come un'unica etnia?
Secondo alcuni storici greci, come Tucidide e Filisto, i Sicani furono un popolo che giunse per primo in Sicilia, proveniente dalla vicina Iberia Transcaucasica. Altri storici invece sostengono che la loro trasmigrazione sarebbe avvenuta dalle vicine coste africane. La presenza e la loro vera origine etnica però, si perde nel tempo, perché quando s’insediarono sull’isola essi si spogliarono di ogni tradizione sociale e religiosa che li potesse identificare come probabili conquistatori, per indossare modelli comportamentali più legalitari. Gli studiosi a tutt’oggi, non sono stati in grado di spiegare le motivazioni che indussero i Sicani a considerarsi i figli naturali dell’isola siciliana.

Alla luce di quanto detto sopra è plausibile ipotizzare che le prime comunità migratorie che giunsero in Sicilia nel II millennio a.C. erano la progenie di quella comunità che III millenni prima decise di abbandonare l’isola, improvvisamente per dirigersi in direzione del sorgere del sole?

Difatti, come scrissi nel mio libro “Il tempio perduto degli Anunnaki”, edito dal Cerchio della Luna, Verona, a pag. 167, si legge:


[…] Un’altra singolarità, ad esempio, emerge quando gli studiosi hanno elaborato l’ipotesi di una migrazione repentina del popolo siciliano, avvenuta intorno al 5mila a.C., periodo in cui la totalità della popolazione isolana abbandonò la Sicilia. Sarebbero fuggiti a bordo d’imbarcazioni puntando in direzione del levar del Sole e approdati, dopo un lungo viaggio in mare, sull’isola di Malta; bastava superare il canale di Sicilia, lungo poco meno di due miglia marine, per ritrovarsi in breve tempo, sulla terra ferma, al sicuro. Escludiamo a priori una probabile colonizzazione armata da parte di un’antica cultura, per due motivi in particolare: il primo riguarda la totale assenza di prove che dimostrano l’esistenza di un popolo così ben organizzato da progettare una conquista territoriale su vasta scala; tra l’altro lo sviluppo industriale delle popolazioni siciliane nel 5mila a.C. era avvenuto similmente a quello delle altre aree del bacino del Mediterraneo. Di conseguenza qualsiasi forma di commercio attuato dalle popolazioni siciliane non era così appetibile da indurre un re o una tribù d’oltremare a progettare la conquista dell’isola, anche perché non esistevano civiltà così progredite da poter organizzare una conquista territoriale di siffatta natura. Dobbiamo attendere circa un millennio, per arrivare alle ultime scoperte archeologiche che comprovarono l’esistenza, sulla faccia della Terra, di una civiltà umana strutturata secondo determinati codici legislativi.

Perché scelsero di fermarsi sull’isola di Malta?

  1. Due le possibili risposte: la prima ipotizza un’erronea interpretazione di alcuni episodi o eventi naturali accaduti durante la prima fase del viaggio, che gli antichi sacerdoti/maghi interpretarono come presagi nefasti e pericolosi per la continuazione della navigazione. 
  2. La seconda invece, molto più credibile, sarebbe quella che una volta giunti sull’isola di Malta, i capi tribù, al comando della flotta delle imbarcazioni, si fermarono, sapendo dei forti contrasti ivi esistenti tra le tribù mediorientali.

Qualsiasi svolta gli avvenimenti abbiano preso, sta di fatto che i siciliani si sono fermati per molto tempo sull’isola di Malta. Tale teoria è stata avanzata da un’equipe internazionale ed è emersa a seguito dello studio, ancora in corso, dei siti preistorici presenti nell’isola maltese. Ipotesi, tra l’altro, supportata dalle molte reminiscenze linguistiche maltesi, che gli studiosi hanno trovato negli idiomi di parecchie parole dialettali siciliane.

Il gruppo di esperti, che sta studiando le strutture megalitiche della piccola isola britannica, ha avanzato anche un’altra teoria. Essa si basa su uno studio sulle conformazioni architettoniche dei megaliti presenti nell’isola, i cui risultati hanno evidenziato delle similitudini con i metodi costruttivi delle popolazioni siciliane del Neolitico. Le opere megalitiche maltesi sono state realizzate non solo con il frutto del lavoro compiuto dagli esuli siciliani, ma anche dal contributo espresso dai famosi giganti, fuggiti anche loro dall’isola siciliana. Dopo quest’ultimo clamoroso episodio storico tutto lascia intendere che l’isola siciliana sia precipitata in un silenzio millenario. Le tracce parrebbero smentire tale ipotesi, giacché ricercatori e archeologi, saltuariamente, riportano alla luce resti d’insediamenti umani che contrastano con lo spopolamento dell’isola siciliana.

Di conseguenza sulla base di tale ragionamento, a queste e ad altre domande l’equipe, guidata da Angelo Virgillito, vuole dare delle risposte, ponendosi sulle tracce lasciate da queste antiche famiglie siciliane e tentare, attraverso una comparazione degli usi, dei costumi e delle usanze, di tutte quelle popolazioni rivierasche che si affacciano nella parte Nord-occidentale del Mediterraneo, di trovare delle connessioni storiche, scientifiche e architettoniche con le popolazioni siciliane del V millennio a.C.

Cercando, altresì, di tracciare una cronologia temporale e eventuali connessioni con i gruppi migratori presenti a l’epoca nell’area del bacino Nord-orientale del Mediterraneo e le influenze culturali subite da questo gruppo di esuli, la cui ipotesi iniziale lo traspone da comunità stanziale a comunità nomade. Gli storici dell’antichità ci dicono che le prime colonizzazioni in Sicilia avvennero durante il II millennio a.C., le cui usanze, costumi e credi religiosi, lascerebbero pensare, secondo studi recenti, a una provenienza territoriale univoca e non diversificata, come hanno ipotizzato molti studiosi siciliani.

Difatti, un’analisi sugli aspetti concatenanti effettuata sul bagaglio culturale e religioso dei primi colonizzatori della Sicilia, comparato con quelli delle prime civiltà apparse sul pianeta, ha evidenziato delle similitudini che lascerebbero ipotizzare che Siculi, Sicani ed Elimi appartenessero ad un unico ceppo etnico e religioso e proveniente dai territori mesopotamici. 

Se questa analisi fosse corretta allora dobbiamo porci un’altra domanda: l’improvvisa migrazione delle comunità siciliane del V millennio a.C. fu dovuta e motivata dal desiderio della progenie che ne seguì, di far ritorno nelle terre mesopotamiche dei loro padri? 
E chi fu a guidarli?

Sono queste dunque, in sintesi, alcune delle domande a cui questo progetto tende a fornire delle plausibili risposte, cercando tutti quegli indizi e piccole tracce storico-culturali lasciateci in eredità e disperse tra le popolazioni preistoriche del bacino del versante Nord-orientale del Mediterraneo, alle quali cercheremo di dare delle risposte di carattere religioso, sociologico, industriale e culturale sulle comunità che vissero nel periodo compreso tra il V e il II millennio a.C.
Per la complessità della ricerca e per il numero di persone coinvolte, il progetto  denominato “AURORA PROJECT ! è stato suddiviso in tre fasi principali:


 La prima fase prevede la realizzazione di un video pilota, per la realizzazione del quale sono stati programmati dei sopralluoghi con riprese terrestri e aeree dei vari siti megalitici siciliani e maltesi, con relative interviste a studiosi del luogo. Il video sarà presentato in occasione della pubblicizzazione del progetto tramite una conferenza stampa, alla quale parteciperanno oltre i media la maggior parte degli studiosi, eventuali titolari o rappresentanti degli Enti, società e aziende che patrocineranno il progetto.



La seconda fase prevede una spedizione programmata e ben organizzata, attraverso 6 Stati comunitari ed extra-comunitari: Malta, Grecia, Albania, Montenegro, Serbia e Croazia e Slovenia, nel corso della quale, con l’aiuto di alcuni studiosi locali, si cercheranno le tracce culturali e antropologiche di un eventuale passaggio di famiglie o gruppi d’origine siciliana, analizzando gli usi, i costumi, le usanze e, in particolare, gli aspetti religiosi di tutte queste popolazioni rivierasche. Contestualmente è stata aperta già una pagina social : https://www.facebook.com/groups/238566466526921/ apposita dove tutti coloro che hanno versato il proprio contributo volontario a sostegno delle spese per la spedizione, saranno aggiornati quotidianamente sugli sviluppi dell’indagine, con relazioni giornaliere e foto.

La terza fase prevede il montaggio di tutto il materiale video, presso uno studio professionale e coordinato da esperti registi, per la realizzazione di un video-documentario finale. La stesura del libro è affidata a Angelo Virgillito, supportato da varie collaborazioni di studiosi e ricercatori di storia patria locali. Il libro, così pure il video-documentario, racconterà passo dopo passo l’indagine e i risultati emersi. Una volta completati saranno promozionati  e divulgati  a mezzo stampa e tv, o là dove sarà indicato dagli stessi Enti e sponsor che hanno partecipato al progetto.

L’Associazione guidata dallo scrittore Angelo Virgillito, si avvarrà di uno staff composto da figure professionali quali: un Project Manager; un assistente alla produzione; un responsabile delle riprese esterne e interne; un cineoperatore, un responsabile della fotografia, un fotografo, un coordinatore internazionale di collegamento, un interprete, un direttore di produzione, un responsabile di ricerca; un responsabile di regia e di altre figure minori ma non meno importanti, per la buona riuscita del progetto.

Al progetto, inoltre collaboreranno studiosi locali e stranieri, professori universitari, ricercatori, giornalisti, scrittori, con interviste e relazioni in formato cartaceo. Il progetto sarà curato e super-visionato, in tutte le sue parti, dallo scrittore Angelo Virgillito, unico responsabile e ideatore del progetto;

1. Inoltre al progetto potranno prestare la loro opera volontariamente, fornendo informazioni, dati, indizi e tracce inerenti al tema in questione;
2. Eventuali contributi economici elargiti da aziende commerciali, artigianali, industriali o pervenuti da privati saranno utilizzati a sostegno delle spese preventivate e per la promozione e divulgazione dei risultati ottenuti.

Coloro che vorranno mettersi in contatto con il responsabile del progetto possono inviare una MAIL al seguente indirizzo :

iventietnei@gmail.com



ATTENZIONE il progetto è sotto tutela il cui COPYRIGHT è riservato esclusivamente all'ASSOCIAZIONE CULTURALE NO PROFIT " LA ROSA DEI VENTI ETNEI", ogni tentativo di imitazione o violazione dei diritti d'autore sarà perseguito secondo le normative vigenti previste dalle normative italiane.







KA TAN RELIGIONE E SPIRITUALITA': LA VERITA' CI RENDE LIBERI

KA TAN RELIGIONE E SPIRITUALITA': LA VERITA' CI RENDE LIBERI : LA VERITA' CI RENDE LIBERI   A volte preso dal vortice caotico de...