sabato 15 agosto 2020

#NEPHILIM: i #giganti dell'antichità

Uno stralcio di un passo del prossimo libro ( prossimo alla pubblicazione) del terzo volume, che fa seguito al "Il tempio perduto degli #Anunnaki", dal titolo "IL CORRIDOIO AEREO DEGLI ANUNNAKI". Di seguito il testo ....

[...] Chi erano in realtà i giganti?
Nelle mitologie di molte culture vengono narrati episodi di creature dall'aspetto umano d’incredibile statura e forza; con un termine originariamente proprio della mitologia greca, essi sono genericamente detti giganti. In molte tradizioni indoeuropee, i giganti sono creature associate all'origine stessa del cosmo, e rappresentano il caos primordiale cui gli dèi si oppongono (questo tema per esempio ricorre sia nella mitologia greca sia in quella norrena o germanica, o scandinava).

Una riproduzione della tomba dei giganti sul mont'e s'Abe, nel territorio di Olbia, in Sardegna


In genere, i giganti sono rappresentati come esseri di grande forza, assai longevi, e spesso anche depositari di una grande conoscenza, e tuttavia immorali e distruttivi. Nel folclore, questa immagine generale si è parzialmente trasformata; i giganti di fiabe come Jack e la pianta di fagioli sono stupidi, violenti e divorano gli esseri umani (specialmente i bambini); le loro caratteristiche sono quasi del tutto sovrapposte a quelle degli orchi. Esistono infine anche caratterizzazioni atipiche, come quella di Oscar Wilde, in cui i giganti appaiono intelligenti e amichevoli. I traduttori degli antichi testi però, molto spesso associano il termine gigante a una particolare razza, gli esegeti biblici, ad esempio, li associano ai Nephilim. Ma chi erano i #Nephilim?

L'appellativo Nephilim, secondo l’ipotesi universalmente accettata, è presente sopratutto nell'Antico Testamento (Torah), in diversi libri non canonici del Giudaismo e in antichi scritti cristiani. Esso si riferisce a un popolo creato dall'incrocio tra i "figli di Dio" (o probabilmente "degli dei": bnei ha-elohim) e le "figlie degli uomini" (Vedi Genesi 6:1-8), o a giganti che abitavano la terra di Canaan (Numeri 13:33). Un termine simile, ma con un suono diverso, viene utilizzato nel Libro di Ezechiele (32:27) e si riferisce ai guerrieri filistei morti. Alcuni esegeti, trovano sgradevole o blasfema l'idea della copulazione tra angeli e umani, pertanto hanno suggerito interpretazioni più figurative del concetto di Nefilim, proponendo l'idea che fossero una progenie di posseduti dai demoni.

Un’altra delle risposte possibili viene fornita da Alan F. Alford,14 uno studioso della storia dell’umanità, quando argomenta la loro storia. Alford afferma che detta specie era una particolare razza umana con caratteristiche distintive evidenti; infatti, erano sproporzionati nell’altezza e avevano una forza sovrumana. Un’altra nota distintiva deriva dalla loro longevità e dall’impossibilità a riprodursi. L’argomentazione esaustiva di A. Alford però, non ci dice chi erano i giganti che vivevano in Sicilia e da dove venivano. Sono molti i testi antichi che li citano, in più occasioni.

La stessa Bibbia fa riferimento ad alcuni episodi, dove emergono personaggi atipici, come nel racconto del gigante Golia, descritto come un gigante filisteo ucciso, con una fionda, da un giovane di nome Davide. Un altro riferimento biblico si trova nel racconto del gigante biblico Og, che fu re di una regione chiamata Basan. In questo caso Og è descritto come un ammorrita, mentre altri testi lo descrivono come: “L’ultimo dei #Refaim rimasto”, facente parte, secondo il sacro testo, di un gruppo di giganti discendenti da Rafa (vedi Samuele II, 21, 16 e Cronache I, 20).
Alla luce del vasto panorama delle speculazioni moderne sulle storie dei rapimenti alieni, dunque, alcuni, tra commentatori e ricercatori, hanno ipotizzato che tali considerazioni sono una descrizione arcaica di una forma d'inseminazione artificiale e di manipolazione genetica da parte di alcune razze particolari di alieni, teoria che io condivido. Vi sono stati alcuni tentativi di riconciliare la mitologia con la scienza teorizzando che alla radice della mitologia vi siano elementi di verità sotto forma di “leggenda” molto distorta. In questo contesto i Nephilim (L'appellativo Nephilim (in ebraico נפלים), presente nell'Antico Testamento (#Torah), in diversi libri non canonici del Giudaismo e in antichi scritti cristiani, si riferisce a un popolo che sarebbe stato presente sulla terra al tempo dell'incrocio tra i "figli del vero Dio" e le "figlie degli uomini". Con l'espressione "figli del vero Dio" s'intende una parte di quegli angeli che si sono ribellati insieme a Lucifero. Avere rapporti con le "figlie degli uomini" era contro la loro natura e i rapporti con le donne umane sarebbero stati guidati solo dalla loro perversione, come narra il racconto biblico. Il termine è utilizzato anche riguardo ai giganti che abitavano la terra di Canaan (Numeri 13:33), e trova indirettamente riscontro in Ezechiele 32:27, che li riferisce ai guerrieri filistei morti) sono stati associati anche alla popolazione di Atlantide, che alcuni sostengono essere in contatto o addirittura discendenti degli extraterrestri. La teoria prevalente che stabilisce un legame tra la scienza e la Bibbia è quella secondo la quale i Nephilim possono corrispondere a dei neandertaliani sopravvissuti, se paragonati nella loro struttura antropologica, in altri casi a delle creature ibride, che nel panorama antropologico si collocherebbero tra l’Homo Sapiens e l’uomo di Neanderthal.

Questa teoria assomiglia a quella che associa la leggenda dei draghi alle ossa di dinosauro [nella Bibbia forse indicati con il nome ebraico Tannin (si legge: Il drago è una creatura mitico-leggendaria dai tratti solitamente serpentini o comunque affini ai rettili, presente nei testi religiosi ebraici. In ebraico, infatti, il drago è identificato con due parole: nachash e tannin. Entrambe possono significare "serpente" e in quest’accezione sembrano equivalenti. Compaiono, infatti, in due brani molto simili: Esodo 4:3 (nachash) ed Esodo 7:9-12 (tannin). Il serpente (nachash) viene poi accomunato con un mostro marino nel libro di Giobbe (26:13), in cui è identificato con Raab, e in Isaia 27:1, ove viene chiamato nachash bariyach (serpente guizzante o fuggitivo) e identificato col Leviatano. In Esodo e Deuteronomio anche tannin sembra indicare un semplice serpente. Tuttavia in Genesi 1,21 tanninim indica grandi animali marini. Molti traduttori, però, vi hanno ravvisato l'eco della mitologia mesopotamica e ugaritica e hanno tradotto con mostri marini o dragoni; accezione utilizzata in altri passi in cui l'interpretazione mitologica sembrava naturale per esaltare la potenza divina.].

Nella foto: un riproduzione di lettere ebraiche a forma di drago, raffigurate sul libro ebraico di preghiere del XIV secolo (Manoscritto Orientale 2733).



Molti studiosi, tuttavia, pensano che l'uomo moderno abbia condiviso gli stessi territori dei neandertaliani per molti millenni, e che la regione del Vicino Oriente sia stata l'ultimo habitat per uno sparuto numero di tribù superstiti di Homo sapiens neandertalensis o di Homo neandertalensis. É concepibile, dunque, che sia rimasta una memoria popolare di queste tozze e forti creature, tramutata in leggenda che si evolse in seguito in popolari racconti mitologici, adattati alle esigenze sociali dalle varie civiltà. Ad esempio, in Sardegna, creature ancestrali, tozze e pelose sono raffigurate dalle maschere dei “Mamuthones” (I Mamuthones e gli Issohadores sono maschere tipiche del carnevale di Mamoiada in Sardegna. Le due figure si distinguono per i vestiti e per il modo di muoversi all'interno della processione: i #Mamuthones procedono affaticati e in silenzio mentre gli Issohadores vestono in modo colorato e danno movimento alla processione. Il nome Mamuthone è un enigma. I pareri sono diversi ed esistono varie ipotesi: c’è chi lo collega semplicemente al nome stesso del paese, in origine una fontana, chi ad altri riferimenti toponomastici, chi risale ad altre civiltà e antichi riti, altri ancora richiamano i nomi degli spaventapasseri, degli idoli bacchici ed esseri spaventevoli della leggenda popolare comuni in tutta la Sardegna. Molto interessanti alcune ipotesi, una delle quali è il termine Miceneo con cui i Sardi-Micenei chiamavano i Fenici, cioè melaneimones, che vuol dire "facce nere" da cui si ricavano le parole maimoni e mamuthones che indicano "demonio" e "maschera nera".). Gli ultimi studi e scavi archeologici, condotti in Sardegna, stanno facendo riscrivere la storia di questa splendida isola, dopo il ritrovamento di numerose parti anatomiche di creature umanoidi dalla statura gigantesca.

Ciò non di meno ricercatori del calibro di Zecharia Sitchin ed Eric Von Daniken, i quali nei loro libri hanno documentato i risultati delle loro ricerche, sostenendo l’ipotesi secondo la quale i Nephilim sono o sarebbero i nostri antenati e che la nostra discendenza è il risultato di una manipolazione genetica perpetrata da una razza aliena (per i Sumeri furono gli Anunna(ki), per altre credenze le ipotesi si moltiplicano a dismisura). Nei voluminosi libri di Sitchin l’impiego dell'etimologia semitica per le traduzioni delle tavolette d’argilla, incise con caratteri cuneiformi, risalenti tra il IV millennio e il I millennio AC, ha permesso all’assiriologo azzero di identificare gli antichi dèi mesopotamici con gli angeli caduti (i “figli degli Elohim” della Genesi) della Bibbia. Osservando che tutti gli angeli furono creati prima della Terra, lui accerta che non possono essere della Terra … e di conseguenza, potrebbero essere tutti considerati, semanticamente, come dei puri “extraterrestri”.

Un altro scrittore e giornalista britannico David Vaughan Icke, nato a Leicester, 29 aprile 1962 -; infatti, ha pubblicato numerosi libri inerenti la teoria della cospirazione globale. Icke tiene spesso anche diverse tournée in tutto il mondo in cui illustra le sue teorie ma anche gli aspetti più giornalistici di esse, discutendo dell'attuale situazione mondiale e dei suoi retroscena. Le sue tematiche vanno dal disastro degli attacchi dell’11 settembre 2001 alla guerra d’Iraq del 2003, dal conflitto israelo-palestinese alla crisi economico-petrolifera del XX secolo.), ed è considerato uno dei massimi esponenti delle teorie cospirazionistiche, nei suoi libri presenta una teoria simile, secondo la quale degli esseri inter-dimensionali dalla natura rettiliana, utilizzando l’ingegneria genetica, ha dato luogo a una progenie terrestre, con specifici tratti fisici: alta statura, pelle chiara, e suscettibilità a qualsiasi forma di suggestione ipnotica (che a suo parere, avviene quando i “demoni” posseggono la loro progenie e pretendono fedeltà), e afferma che questa linea di sangue è sotto il loro controllo da oltre 6000 anni, cioè contestualmente alla nascita della prima civiltà. Va detto, per completezza, che le teorie di Icke sono considerate da alcune comunità di ufologi troppo estremiste e catastrofistiche, tanto da ritenerle totalmente disinformative.

Infine, secondo lo studioso cattolico polacco Jozef Milik il quale nel 1976 ha ipotizzato che il Libro dei Giganti, il cui testo apocrifo fu rinvenuto tra i manoscritti non biblici di Qumran (1Q23–4; 2Q26; 4Q203; 530–33; 6Q8), facesse inizialmente parte del Libro o del Pentateuco di #Enoch, come seconda sezione. Secondo lo studioso polacco, il testo era originariamente inserito tra il Libro dei Vigilanti e gli altri tre libri del Pentateuco di Enoch, ovvero il Libro dell'Astronomia, il Libro dei Sogni e la Lettera di Enoch. Il testo sarebbe stato poi espunto nei primi secoli del Cristianesimo da un anonimo curatore, sostituito dal Libro delle Parabole. Il motivo dell'espunzione è, secondo il Milik, da ricercarsi nel contenuto del testo, che presenta gli angeli caduti come penitenti, il che contrasta nettamente con la dottrina del Libro dei Vigilanti, secondo la quale per loro non c'è alcuna possibilità di salvezza. Il testo sarebbe quindi stato sostituito con il Libro delle parabole, uno scritto sempre facente parte del corpus relativo al patriarca biblico, ma con un'impostazione messianica, dunque più adatta alla teologia cristiana o essenica, di interesse dell'anonimo curatore. A sostegno di questa ipotesi, lo studioso polacco evidenzia che il Libro delle Parabole è scritto con uno stile diverso e più tardo rispetto agli altri quattro testi, e inoltre, a differenza degli altri libri contenuti nel Pentateuco di Enoch, di esso non c'è traccia nei manoscritti di Qumran, dove invece sono stati rinvenuti frammenti sia del Libro dei Vigilanti sia del Libro dei Giganti, che ne è la continuazione cronologica, anche se non teologica. Per quanto accattivante l'ipotesi avanzata da Milik non trova a oggi un consenso unanime tra gli studiosi.
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