domenica 9 febbraio 2020

Il significato nascosto dell'idioma #Batarnù


Quando la ricerca ti porta a indagare in campi specifici, come quello della #glottologia, dove prevale egocentrismo di tutti quegli studiosi che brancolando nel mondo della #filologia esprimono la loro personale traduzione del significato di questo o quell'etimo antico, e non sempre le loro traduzioni sono affidabili, di conseguenza trovare la giusta interpretazione e come voler andare sulla luna ... a piedi.
Ma ironia a parte, a volte capita che le energie universali riescono a creare quella #sincronici che ci permette di intuire e diradare quella nebbia, che ci impedisce di procedere nella giusta direzione, sul significato di quel particolare termine. Ed è ciò che è successo quando stavo cercando l'etimologia dell'antico nome con cui era conosciuto il borgo di Batarnù (oggi #Paternò, in provincia di Catania, Sicilia), nome tra l'altro di derivazione araba e risalente al VII secolo, e appartenente alle lingue semitiche.
Sull’’etimologia del nome Batarnù, infatti, siamo riusciti a risalire alla versione accadica la cui sincope araba “bayt”, è interconnessa a Bat Anu Bat che significa appunto casa, essendo l'accadico e l'arabo delle lingue semitiche, le analogie semantiche sono molto somiglianti. Da un punto di vista simbolico, l’idioma Batarnù, le cui sillabe, come stiamo sostenendo, sono riconducibili alla radice sumerica, di conseguenza chiarisce, da un punto di vista cosmogonico, l’importanza del sito quale “via” da seguire per una rinascita spirituale. Infatti, suddividendo l’idioma Batarnù in sillabe, troviamo che: 



Di conseguenza la sua interpretazione ha o potrebbe avere il seguente significato: La via dell’incarnazione dello spirito verso la luce (Sole). Ma andiamo avanti. Si potrebbe applicare lo stesso metodo al moderno nome della cittadina paternese e vediamo come: 



Quindi, se per PA s’intende Padre, per TER s’intende la Terra e ON equivale a Dio il suo significato può essere letto come: “Questo è il luogo che riflette la luce di Dio”.
Ciò non di meno alcuni studiosi locali potrebbero obbiettare che in epoca pre-ellenica il nome del borgo aveva tutt’altra natura etimologica che si rifà all’assioma HIBLA, supponendo che l’antico borgo avesse delle desinenze femminili profondamente legate alla dea Madre o a Madre Terra, ma anche in questo caso il simbolismo legato all’interpretazione del nome fa un chiaro riferimento al Creatore dei Mondi, come si evince dalla grafica sottostante 


giovedì 6 febbraio 2020

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: I ponti della #conoscenza #umana

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: I ponti della #conoscenza #umana: "Uno dei tratti tipici di ogni epoca è il modo in cui si cerca di integrare le esperienze e le conoscenze dell'umanità. Questo vu...

I ponti della #conoscenza #umana


"Uno dei tratti tipici di ogni epoca è il modo in cui si cerca di integrare le esperienze e le conoscenze dell'umanità. Questo vuol dire presupporre un'azione di sinergie che operano oltre i normali limiti della cognizione umana riconosciuta. Tale azione si rispecchia nella storia di ciò che Toynbee e altri hanno definito 'civiltà' ... Ogni civiltà possiede un nucleo di creatività orientato su una serie di valori. Questo significa che i valori rappresentano ponti tra il noto e l'ignoto."



Questa è una delle tante annotazioni espresse da Anthony Blake, un filosofo e storico inglese, nel descrivere la complessa cultura e cosmogonia delle primitive popolazioni andine. Ma c'è da chiedersi qual è il fine, lo scopo che induce centinaia se non migliaia di studiosi, ricercatori e semplici appassionati, a indagare nelle vetuste pagine del passato storico dell'umanità, tralasciando gran parte di quelle tradizioni culturali e religiose, i cui riferimenti spesso sono intercalati nei concetti cosmologici di ogni singola e antica civiltà? 
Tuttavia se ben analizziamo alcuni di questi studi, ci si rende subito conto che essi raccontano la loro particolare visione antropologica. La totale assenza interpretativa del panorama cosmologico formulato dai dettami societari e religiosi, i cui culti riguardante ogni civiltà ci induce a pensare che la conoscenza umana fu un dono di queste creature provenienti da altri mondi. Ogni civiltà racconta a suo modo la presenza di creature divine in carne e ossa, che a bordo dei loro vascelli divini giunsero dal cielo sulla terra, per insegnare all'uomo primitivo i primi rudimenti della conoscenza. 
Ma allora a che serve, ma soprattutto a chi serve tutta la fatica che i moderni ricercatori e studiosi che operano al di la di quel confine imposto dall'ortodossia classica, se poi il novantanove per cento della popolazione mondiale si burla di loro?

Queste persone si dannano l'anima per riportare alla luce, con assoluta obbiettività, parte di quelle verità che la storia stessa ha celato, danneggiando se stessa e precludendo e alterando il racconto sulla genesi umana. 




Forse tutti questi ricercatori, studiosi e semplici appassionati, sparsi per il mondo, che indagano su questi particolari fenomeni inspiegabili o che spulciando nelle pieghe della storia, stanno tentando di riparare quei "ponti" che un tempo univa l'evoluzione sociale di ogni civiltà con queste creature che appaiono nei cieli della terra sin dagli albori della presenza umana, lo fanno per appagare il loro ego, o per conquistarsi il loro personale posto nella storia? 
Io non credo. Dal mio personale punto di vista, credo e ne sono pienamente convinto, che il nostro lavoro, le nostre ricerche, oltre ad essere un desiderio innato per la conoscenza, sono o possono essere la via, grazie alla quale ci permetterà di spostare il nostro punto d'unione, consentendo alla nostra mente di focalizzare e comprendere gran parte del passato storico dell’umanità, da una diversa prospettiva. Prospettiva che ci permette di unire quei "ponti", che un tempo furono distrutti e cancellati da coloro i quali detenevano il potere religioso e legislativo, nel corso della storia postdiluviana della civiltà umana, creando di fatto quella sinergia e interconnessione che avviluppa l'intero scibile umano. Ma le difficoltà sono insormontabili, perché anche in questo caso c'è tra i moderni pensatori, ricercatori e studiosi una sorta di autolesionismo, dove l'uno vorrebbe prevalere sull'altro, così si finisce, senza rendercene conto, a fare il gioco di chi vuole l'annientamento del 90% della popolazione mondiale.  
"... i valori rappresentano ponti tra il noto e l'ignoto." afferma Blake, e volendo dare credito alla sua affermazione in che modo e misura, la civiltà umana potrà evolversi se nel corso di questi ultimi dodicimila anni ha distrutto ogni "ponte", ogni traccia, ogni valore intrinseco dello sviluppo antropologico umano? 
E' anche vero che lo sviluppo societario e industriale sta spingendo l'umanità a una nuova forma di consapevolezza, facendola uscire da quella forma di fossilizzazione che lei stessa aveva creato. A piccoli passi l'uomo si sta rendendo conto che se vuole evolversi deve uscire da quegli schemi e paradigmi che le religioni con i loro dogmi e la scienza con i loro stretti corridoi al di fuori dei quali ogni cosa viene elusa e miticizzata. Tuttavia millenni di sottomissioni e schiavitù sociale, non possono essere cancellate nell'arco di una generazione, ma il tempo stringe, perché l'umanità si è avvicinata troppo sull'orlo del baratro. Ogni attimo è diventato prezioso, ogni istante è fondamentale perché ormai siamo agli ultimi atti finali di questa lunga e triste commedia, dove ogni protagonista, ogni essere umano. alla fine dovrà dare conto del suo comportamento. I più "eccelsi", cioè coloro i quali hanno messo in atto la distruzione dell'umanità, sono convinti che una volta morti, nulla li potrà nuocere, o che vivranno in eterno. Nulla di più sbagliato, perché saranno costretti a rivivere le loro vite future in questa dimensione finché non avranno imparato la lezione. Ma sono uomini malvagi la cui sete di potere, prevarica lo stesso pensiero umano. Per loro non ci sarà evoluzione.    
  


  Ma anche se saranno in pochi, perché spinti dal desiderio di conoscere quell'altra verità, che sta emergendo nelle coscienze umane, l’uomo o alcuni di essi, ha iniziato a comprendere che oltre l'aspetto materialistico c'è ben altro nel panorama evolutivo umano. Hanno iniziato a riflettere, analizzando le diverse congetture, mentre chi come me non si stancherà mai di divulgare delle plausibili verità, e le sue affinità con il proprio IO interiore dal quale scaturisce il concetto universale della trascendenza dello spirito, di quell'energia indefinibile insita in ogni essere vivente. Noi continueremo a parlarne, perché ogni pensiero nasce oltre le parole, oltre la stessa ragione, esso è la manifestazione esteriore di ciò che siamo diventati e qual è la meta che ci siamo prefissati.

Copyright 2020 Angelo Virgillito

KA TAN RELIGIONE E SPIRITUALITA': LA VERITA' CI RENDE LIBERI

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