sabato 2 marzo 2019

I #segreti delle #Torri #Normanne della valle del #Simeto


Sono anni ormai che svolgo ricerche, per cercare di svelare ciò che la storia canonica ha, volutamente, occultato e omesso, su particolari eventi e sull'evoluzione antropologica, sociale, religiosa, industriale e di natura esoterica delle comunità che nel corso di questi ultimi 10mila anni si sono succedute nei territori del versante orientale della Sicilia. Dal momento che decisi di avviare questa meravigliosa avventura il panorama storico si è arricchito di centinaia informazioni che come un complesso puzzle, hanno letteralmente stravolto la storia stessa di questi luoghi.
Abbiamo dovuto confrontarci con informazioni che spaziano sull'intero arco dello scibile umano. Con grande difficoltà abbiamo percorso sentieri inesplorati per riuscire a trovare il giusto collegamento, la giusta connessione con i fatti narrati dalla Storia. E ciò che emerso ha dell'inverosimile, ma in tutta questa affascinante ricerca soltanto un dato è stato la fonte, il principio da cui tutto si diramato: la mitica "collina storica" di Paternò (CT). Un luogo magico se volete, ma con una forte connotazione dinamica, luogo di interscambio tra Cielo e Terra.
Una collina dalla cui pianura oggi svetta un fantastico torrione normanno. Un dongione di epoca imprecisata, che fu riadattato dal Gran Conte Ruggero D'Altavilla, nel 1061, dopo la scacciata degli arabi dall'omonima valle del Demone.
Ed è su questo particolare torrione che vorrei catalizzare la vostra attenzione, raccontandovi le mie perplessità in merito ai fatti storici. La storia racconta che nell'VIII secolo la Sicilia era sotto il dominio arabo, così come ebbi a scrivere nel mio libro "Il tempio perduto degli #Anunnaki". Un dominio che durò poco, infatti, furono i Normanni, guidati da Roberto D'Altavilla, detto "Il Guiscardo" che nel X secolo sbarcando sulle spiagge dell'odierna Naxos (ME), riuscì a scacciare i saraceni. Dopo la conquista dell'isola il fratello di lui, il Gran Conte Ruggero decide di ristrutturare alcune torri (Adrano, Paternò e Motta S. Anastasia), decidendo di stabilirsi in quella di Paternò.

Castello normanno di Adrano (CT)

Come tutti i siciliani che vivono e hanno vissuto nei territori del versante orientale e meridionale dell'Etna, sanno che il torrione di Paternò fa parte di un vasto progetto in cui rientrano anche i torrioni di Adrano e Motta S.Anastasia. E per le strane coincidenze della vita esse sono dislocate su una linea che corrisponde esattamente alla proporzione cosmica, cioè la loro distanza è pari ai 2/3 di un segmento dato. Non solo ma seguendo la loro topografia il posizionamento e i loro volumi possono essere paragonati alle piramidi di #Giza, in #Egitto, dove il #Castello di Adrano corrisponderebbe alla Grande piramide, quello di #Paternò alla seconda piramide, mentre quello di Motta a quella di #Micerino.

Castello normanno di Paternò (CT)


Castello normanno di Motta S. Anastasia (CT)

Ovviamente non esistono riscontri storici o archeologi, che possono confermare tale congettura, tuttavia se accettiamo la teoria secondo la quale in tali territori hanno vissuto comunità e dèi di provenienza Mediorientale, come abbiamo avuto modo di appurare nel corso delle mie indagini, l'ipotesi è molto verosimile.
Un'altra perplessità che mi porto ormai dietro da diversi anni, che risponde a quella domanda a cui non riesco a dare una risposta esauriente: perché il Gran Conte Ruggero scelse di vivere proprio in quella di Paternò?
E poi siamo certi che tali costruzioni risalgono al periodo Normanno? La scelta dei luoghi, le distanze, i volumi sono molto simili alle piramidi egizie. Inoltre sappiamo che le rispettive aree furono abitate sin dall’età del bronzo, ad eccezione del territorio di Motta S. Anastasia, la “Collina” di Paternò e il promontorio adranita, hanno una lunga storia che racconta la presenza umana in questo territorio, quindi qual è la vera storia di questi luoghi?
Il territorio circostante a tali costruzioni nel corso dei secoli è stato più volte rivoltato, di conseguenza sarà impossibile riuscire a stabilire una datazione corretta, ciò che rimane sono le ipotesi che abbiamo riportato in parte “nel “Il tempio perduto degli #Anunnaki” e nel III Volume che uscirà tra non molto e il IV che uscirà a fine anno.


Il libro è in vendita on line e nelle migliori librerie italiane.

Copyright 2019  Angelo Virgillito

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