lunedì 29 luglio 2019

Alieni? Chi o cosa sono?





Sicuramente è un argomento spinoso. Sono decenni che tale fenomeno ha coinvolto tutte le civiltà del pianeta terra; avvistamenti, rapimenti, incontri di ogni tipo, su di loro è stato detto di tutto e il contrario di tutto. Le librerie sono piene di trattati che espongono una miriade di teorie che abbracciano l'intero panorama ufologico. Districarsi in questo labirinto letterario è come voler cercare un ago in un pagliaio. Molto spesso alcuni autori spinti dall'entusiasmo eccedono, tanto che finisco nel calderone del ridicolo. Ormai gli avvistamenti non si contano più, tanto meno i rapimenti fanno notizia. Eppure in questo mondo sommerso in cui siamo stati lasciati alla mercé di queste creature provenienti da altri mondi, siamo diventati vittime inconsapevoli di un disegno di conquista e distruzione senza precedenti nell'universo. Le descrizioni di queste creature non terrestri, alimentano la fantasia più sfrenata, ma forse anche in questo caso è una delle tante strategie destabilizzatrici, suggerite a quella ristretta classe di dementi, che alcuni commentatori li definiscono "illuminati", per me sono soltanto degli accecati che hanno svenduto la razza umana, per favorire la loro personale ascesa a un potere più grande. Poveri Illusi credono di detenere le sorti dell'umanità, ma sono dei semplici burattini nel disegno di costoro.
Credere, non credere, accettarli come argomento di conversazione, dal canto mio esistono e sono presenti sul pianeta già prima della comparsa dell'homo sapiens. Vennero inizialmente per indagare e condurre degli esperimenti, soltanto in seguito altre razze si imbatterono sul nostro pianeta, compresero che potevano estrarre minerali e fonti energetiche in quantità enormi e, per farlo, dovettero creare una creatura che svolgesse i compiti più pesanti. Dopo averla creata si resero conto di aver innestato un processo evolutivo che se fosse stato lasciato progredire senza freni inibitori, le creature che loro stessi avevano creato, sarebbero diventati una potente razza dominatrice. Hanno tentato più volte di cancellare la razza umana dalla faccia della terra, ma ogni volta essa è risorta sempre più forte.
Oggi siamo a una svolta decisiva, l'uomo ha raggiunto alcuni limiti per i quali gli è stato richiesto di fare delle scelte. Se l'uomo non fosse stato soggiogato da menti perverse e guidati da questi "creatori ", saprebbe quale strada scegliere, ma non è così.
I continui errori commessi durante i primi esperimenti, la creazione di una razza, se pur intelligente, violenta ed egoista, hanno richiamato altre razze aliene. Difficile è da dire quante sono e quali sono presenti sul nostro pianeta, ma di una cosa sono certo, almeno quattro di esse sono quelle dominanti, più una quinta che opera in modo subdolo, nel vano tentativo di riuscire a mettere tutte le altre razze le une contro le altre. I governati del Pianeta, nonostante la loro stretta collaborazione scaturita da un patto sancito dai loro predecessori, si stanno rendendo conto che non potranno mai contrastare ciò che queste razze hanno in mente: la decimazione, se non l'estinzione della razza umana dal pianeta terra. C'è un'ultima razza la più potente che sia stata creata, ma il loro comandante supremo ha dato un ordine preciso: "Nessuno intervento in favore dei terrestri! Se l'esistenza umana dovrà continuare a vivere e prendere posto nell'organigramma universale, dovrà fare delle scelte."
Al momento tutte queste razze aliene sono in netto disaccordo tra di loro, ma nel momento in cui sanciranno la spartizione del pianeta, la terra si trasformerà in un vero inferno. Quando accadrà? Difficile a dirsi, tutto dipende da noi. Alcuni governanti sono guidati da creature aliene, tra le più subdole che ci sono nel panorama alieno, altri troppo deboli per intraprendere e prendere decisioni, mentre il resto dell'umanità è nettamente divisa tra credi religiosi, scientifici e filosofici che alimentano il caos nelle loro menti. Molti umani hanno compreso tutto ciò, e incitano gli altri a un risveglio, ma a quanto pare la maggioranza dell'umanità non vuol sentire.


Copyright Luglio 2019 - Angelo Virgillito

lunedì 10 giugno 2019

IL CUSTODE, è il #romanzo del #risveglio

Venerdì 7 Giugno, presso i saloni dell'ex "Palazzo Alessi" a Paternò (CT), è stato presentato in formato cartaceo,il mio ultimo lavoro letterario "IL CUSTODE". L'evento è stato coadiuvato dalla Presidente dell'Ass. "Arte Spettacoli", Barbara Cassisi, talent scout per i giovani esordienti cantanti italiani, insieme con l'avv. Mariarosaria Finocchiaro e il vercellese Emilio Morello, ricercatore indipendente. 
Il libro già nelle settimane precedenti ha suscitato l'interesse di un vasto pubblico italiano, e coloro che hanno avuto la possibilità di leggerlo in anteprima, ne sono rimasti colpiti e in alcuni casi persino scossi a livello interiore.
La domanda che alcuni lettori si sono posti e che ha suscitato una rivisitazione da parte dell'autore è stata: Cos'è "Il Custode" ?
Quello che segue è l'interpretazione fornita dall'autore:

Angelo Virgillito: Varcare la soglia della realtà per entrare nel mondo della fantasia, è un pensiero che ognuno di noi ha accarezzato almeno una volta nella vita, se poi si riesce a raccontarlo attraverso le pagine di un libro è un desiderio che si avvera. Ma dopo averlo scritto ci si rende conto che esso non è soltanto una fantastica avventura nel mondo dell'immaginario ma rappresenta un risveglio, un essere riuscito a scardinare quelle matrici custodite in quei geni particolari, che gli scienziati chiamano "geni spazzatura" soltanto perché non sono in grado di decodificarli, pur avendo a disposizioni le migliori e più avanzate tecnologie scientifiche.
Vi siete mai chiesti perché certi eventi accadono improvvisamente, che il più delle volte ci spingono a repentini cambi di rotta o strada che sia, e, in alcuni casi, persino modo di pensare?
Per la maggior parte di noi essi sono delle pure coincidenze della vita, ma gli studi ci dicono che le coincidenze non esistono, allora perché forziamo il nostro sistema energetico, la nostra mente, a liquidarle e archiviarle come interferenze? Ci siamo mai chiesti perché accadono?
L’uomo per quanto civilizzato esso appaia, a livello interiore ha mantenuto quel legame atavico, che gli permetteva, agli albori della sua esistenza, di interagire costantemente con le forze energetiche e rigeneratrici dell’universo.
Perché, in definitiva, se proprio la voglia dire tutta, noi siamo un piccolo ammasso energetico, fermamente ancorato a questo pianeta dalle sue considerevoli energie.
Qualcuno affermerebbe che siamo costituiti da un agglomerato chimico di elementi, ma come insegna la scienza ogni sostanza è composta da elettroni, protoni, neutroni ecc., quindi noi fondamentalmente siamo energia. Faccio un esempio: Se a un qualsiasi atomo del nostro corpo dovessimo togliere il suo elettrone, l’intera struttura biologica del nostro corpo si sgretolerebbe in un istante. Ma che vuoi che sia un elettrone, noi ne abbiamo a miliardi che gravitano nelle nostre cellule, eppure il semplice collasso di uno di essi, ha la capacità di distruggere il nostro intero sistema genetico, in brevissimo tempo.
Ma a noi è stato insegnato che viviamo in un mondo fisico e materialistico, dal punto di vista genetico, la cui forma solida ci da sicurezza. E questa sicurezza ci induce a fare e pensare secondo un preciso ordine, dove se lo tocco è vero, ma il semplice gesto di toccare altri non è che il frutto di una sorta di compromesso che la nostra mente ha dovuto accettare per mantenere inalterati certi equilibri interiori. Il motivo? Semplice, per permetterci di vivere in questa realtà, senza subire troppi danni a livello energetico.
Fatta questa breve premessa, credo che ognuno di noi, a questo punto si sta facendo una serie di domande:
  Cos'è "Il Custode? 



In che modo dovrebbe essere interpretato, come un romanzo, o un trattato pseudoscientifico, o piuttosto essoterico o mistico? 
E' stato partorito dalla fulgida immaginazione dell'autore, o esula dai normali canoni interpretativi a cui siamo abituati nel leggere un libro ?
Oppure è un viaggio su un piano eterico diverso dal mondo che ci circonda?
Oppure è un'analisi di due Verità speculari che si contrappongono in un gioco frustrante, dove l'uno vuole primeggiare sull'altro?
Oppure è un viaggio d'introspezione interiore, dove il protagonista ci accompagna tra gli oscuri cunicoli del nostro stesso passato, alla ricerca della conoscenza perduta?
In effetti, “IL CUSTODE” potrebbe essere tutto questo e molto altro ancora, dove il protagonista, Alfredo, dopo averci fatto attraversare il nostro tempo ci apre le porte per  indurci a intraprendere un’avventura del tutto nuova, un viaggio singolare per scoprire l’altro noi, in nostro vero IO, e lo fa vivendo in prima persona due verità incontestabili, la dove, una esprime una realtà che Alfredo, ma che ognuno di noi, affronta ogni singolo giorno sin da quando siamo nati; l’altra invece è un percorso su un diverso piano o realtà che sia, la cui esperienza e gli strani incontri in cui è coinvolto, stravolge non soltanto l’esistenza di Alfredo, ma anche la nostra, che lo stiamo seguendo in questa fantastica avventura.
E quando improvvisamente nella nostra mente iniziano a emergere ricordi ed esperienze che ci inducono a una profonda riflessione, che ne comprendiamo il valore. E più riflettiamo più ci accorgiamo che  quella gigantesca torre costruita con minuziosa pazienza nell’arco della nostra esistenza, fondata su certezze religiose, sociali e sulla fiducia negli altri, inizia a vacillare, mentre i dubbi iniziano ad aggrovigliare i nostri pensieri. Sicuramente i più attenti, per sfatarli iniziano a fare delle ricerche e, soprattutto, delle comparazioni.  Ed è a questo punto che ci si accorge che la torre che abbiamo costruito, motore della nostra intera esistenza poggia su fondamenta impastate sulla menzogna e sulla falsità.
Ed è lì che i dubbi, le perplessità, lo smarrimento, l’incredulità, emergono preponderanti dalle pagine del “Il Custode”. Ed è quello che succede ad Alfredo, che inizia a porsi una miriade di domande, ma non riesce a trovare le giuste risposte.
 E’ combattuto perché non sa da che parte sta la verità. E per scoprirla le vive entrambi sia dal di dentro, giorno dopo giorno, sia dal di fuori, utilizzando con assoluta soggettività sia l’una sia l’altra, dimostrandosi un agguerrito indagatore di se stesso. Cosa scoprirà Alfredo in questo viaggio fantastico, io non lo so, o meglio un’idea me la sono fatta, ma non ve la dico, perché ognuno di voi ha una sua ed unica sfera energetica, la cui interpretazione è totalmente soggettiva. In buona sostanza, ognuno di noi darà una sua personale interpretazione. E poi con questa premessa così pragmatica, perché togliervi il gusto di scoprirlo da soli.  

Copyright Giugno 2019 Angelo Virgillito 


martedì 30 aprile 2019

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: The #stargate of the #Anunnaki

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: The #stargate of the #Anunnaki: I have been investigating for 23 years most of those phenomena that contrast with the panorama of historical-religious orthodoxy imposed ...

The #stargate of the #Anunnaki


I have been investigating for 23 years most of those phenomena that contrast with the panorama of historical-religious orthodoxy imposed on the first communities that settled on the Sicilian island, revealing all those mysteries that history itself has hidden. It has been a long and tiring journey through the meanders of history that has allowed us to bring back to light part of the cultural and religious heritage related to those communities that, first of all, reached the soil of the eastern Sicilian side. A wealth of notions, which in the course of Sicilian history have been rejected by local scholars, because they did not fall within the scientific parameters of that science which they themselves have circumscribed the boundaries. Borders that we have deliberately overcome by using those anthropological aspects defined by classical orthodoxy as marvelous elaborates of the human mind. Investigating in this vast panorama, where myths, legends intertwine with the natural evolutionary course of corporate development and jealously guarded among the most ancient island traditions, we have been able to develop much more plausible historical conjectures than certain shaky hypotheses of an orthodox nature. Those same hypotheses that, for millennia, local and international scholars continue to support, despite the defections and inconsistencies that the same science has implemented, to maintain its leadership on history and on corporate development, allowing religions to creep into the evolutionary choices of the man. After twenty-three years of research, the over 1000 pages of notes, including dates, traces, connections and historical, scientific, mythological and legendary plots, covering and re-covering the last and over 8000 years of the history of mankind, to reach finally, to surprising truths, so much so as to lead us to maintain that modern man or Sapiens is not the result of earthly evolution but a modified creature in the image of other beings, coming from other distant worlds, which in a remote past have colonized the Earth (see: "The seed of life, divine or alien genesis?", Xpublishing editions, Rome). In our first book (see "The lost temple of the Anunnaki", Cerchio della Luna editions, Verona) instead, we have briefly told the story of these creatures who descended from Earth to heaven, known at the time of the Sumerians with the epithet of Anunnaki, just because every trace and clue is historical, scientific, linguistic, astronomical, legendary and mythological, of the historical past of eastern Sicily, is due, beyond any reasonable doubt, to the theories expressed by Zecharia Sitchin. We took the secrets hidden between the lines of the ancient mythological and legendary tales, in the light of the esoteric and messianic aspects linked to an ancient symbolism of a Masonic nature, awakening the dormant memory linked to the Sicilian communities of the Simeto valley. In the course of our investigation, difficult and sometimes frustrating, we came across testimonies and indications that if interpreted according to a completely different scheme from that adopted by classical orthodoxy, reveal a completely different story, quite different from the simplistic beliefs profused by the academicians and by the illustrious Sicilian scholars, so much so as to allow us to identify the most important temple of the second millennium BC, dedicated to the Great Mother, in the territory now falling within the municipal district of the city of Paternò (CT). We used historical and legendary references of an ancient temple dedicated to the god Adranòs, whose archaeological findings from the late period, concerning the worship of this deity, have been brought to light in the territory of Santo Stefano di Camastra, (municipality located on the north-western side of Etna in the province of Messina), whose datings carried out on the archaeological remains however, vary from a find to the other to demonstrate that the cult to the god Adranòs, among the indigenous populations of the II millennium BC in Sicily, lasted for a long time, reaching its maximum religious expression around 1500 BC, a period that strangely coincides with the first colonizations. To then go into the close connections of the ancient Sicilian dialect whose transliterations and semantic roots can be traced back to the Sumerian language. We analyzed the toponyms of districts, mountains and other geographical and topographical references whose nature can be seen in the messianic and mystical concepts of a very ancient religious belief and, as happened for all the other clues and traces, attributable to the anthropological and cultural baggage arrived on Sicilian soil together with the first family clans, after the universal Flood, offering a new overview and, presumably, what were the events that took place in the eastern territories of Sicily and what were the evolutionary and social dynamics of the first groups family members who determined the history of Sicily in prehistoric times. Each site involved in our investigation, if taken separately, does not provide a complete historical picture of the history of the first communities that settled in the Etnean territory and in the Simeto valley. In fact, I could not explain to myself what could be the connections between all these sites and the ancient gods / Anunnaki, and what was the real reason that prompted the Church of Rome to use the Normans to regain possession of these territories. So one day, awakening my old technical knowledge and using an old map of Sicily, I began to combine all the crucial points that emerged during my long search. I chose the "historic hill" as the focal point, where, presumably, the ancient temple dedicated to the Great Mother was located, whose cult prior to the second millennium BC brought believers from all over the island. I began to draw lines, combining the main sites: S. Stefano di Camastra (ME), where a temple dedicated to the god Adranòs was found; the Sanctuary of Tindari, in the province of Messina, whose cult is dedicated to the Black Madonna. After joining the two sites with a line, I realized that this segment intersected, strangely, the megalithic site of the Argimusco, 94 now falling in the territory of Montalbano Elicona (ME), one of the most mystical places on the island, where among the another emerged a strong energetic connection coming from the intersection of the terrestrial electromagnetic forces. Then I combined the points between S. Stefano di Camastra and the Sanctuary of Tindari, and also in this case the segment intersects the village of Canneto di Caronia, the latter came to the fore a few years ago due to the strange phenomena of self-combustion of electrical systems in private homes, whose investigation, carried out at high government levels, failed, officially, to shed light on these episodes. Intrigued, I continued to trace and triangulate the entire eastern slope of Sicily, pushing both west and north, what emerged explains and provides answers to many questions. What is seen in the two previous figures is something shocking: it is what many esotericists define: a double Pentalpha, 95 or a hexagram surmounted by a diamond-shaped rhomboid shape. In this geometric representation, a six-pointed star is distinguished within a hexagon, from whose center emerges a diamond-shaped rhomboid shape. Referring to the terrestrial meridian, which crosses the intersection point having the following terrestrial coordinates N 37 ° 33'59 '' E 14 ° 54'09 '', we note that both figures have a symmetrical inclination, as if one were the mirror of the other. At this point, we asked ourselves if the sum of the two angles (15 ° + 15 ° = 30 °) had an astronomical reference. With the aid of an astronomy program, Stellarium, whose scheme allows us to see the conformation of the sky in different eras, we went back to 1600 BC, a date that emerged following our investigations, from which we suppose it is the arrival of the god Adranòs and the first family groups in the land of Sicily, before the massive waves of colonizations that, according to historians, would have landed on the coasts of the island around 1300 BC. We have chosen a specific date, namely the spring equinox of 21 March 1600 BC, to measure the inclinations of the equatorial plane and that of the ecliptic with reference to the terrestrial coordinates, where presumably the Great Mother temple was located, whose calculations have given the following angles of incidence: for the celestial equator, the correspondence was of an angle at 52.59877d (AP = 0.10924d). For the plane of the ecliptic instead the angle of incidence, compared to the same period was 59.19206d (AP = 359.72298d). Another datum that emerges from the combination of these two figures is the angle that is created between the terrestrial ecliptic and the median axes of the two respective figures, whose measurement opens an angle of about fifteen degrees, while the second figure, diamond-shaped, its vertex points exactly in opposition to the first, creating in turn another angle of about 15 degrees, actually constructing a corner or a celestial sector, in which it circumscribes a portion of the sky enclosed in an overall angle of 30 °. We all or most know, in general, the esoteric meaning of the six-pointed star. In fact, this symbol is thought to come from ancient hermetic treatises, and many initiatory groups and the peoples of the world who have used it, have given it an importance and a different meaning. The shape of the star is an example of the hexagram, an indicative symbol, for all the cultures of the planet. It is obtained by crossing two equilateral triangles (therefore having three equal angles of 60 ° each) and of equal size, one with the vertex facing upwards and the second with the vertex facing downwards. The configuration of this hexagram is to be dated prior to the use made of it by the Jews, and it is plausible that it dates back to the first recognized civilization, ie to the Sumerians. Outside the Jewish system it is mainly used in occultism. Six-pointed stars have also been found as cosmological diagrams in Hinduism, Buddhism and Jainism. The reasons behind this common appearance of the symbol in Indian and Western religions are lost in the mysteries of antiquity. One possibility could be that this symbolism has a common origin, but there is also the possibility that artists, religious or followers of the religions of various cultures would create independently of the shape of the Star of David, 100 which after all is a simple and obvious geometric shape , which can be derived from the simple formula developed by Pythagoras, using the Golden section. Without taking into consideration the studies carried out by Pythagoras, we find this figure present in many ancient cultures of the planet and prior to the same Pythagoras. The first traces, 101 as is now customary in our investigation, of this geometric figure, have been identified in the ancient cuneiform writings attributed to the Sumerians, whose dating makes them date back to the I Dynasty of Ur (IV / III millennium BC). Its meaning is not only astronomical, in fact, we also find it in the context of alchemical symbolism and associated with the Philosophical Fire of the alchemists. The Egyptians, for example, knew it as the Flaming Star, identifying it with Sirius. For the ancient populations of Northern Europe and in particular among the Celtic populations, within which the Druids, ancient priests of the privileged castes of the Gallic and Celtic communities, the representation of the symbol of the pentalpha was intended as a Spiritual Light. The same Sitchin in his elaborate theory, refers to an engraving on a seal, classified VA-243,102 today kept in the national museum in Berlin, Germany, on which we do not enter into the merits of the dispute between the supporters of the theory of Sitchin and the academics who claim it to be groundless, so let's go further. In the figure above we have depicted that incision placed on a seal of the Sumerian era which, according to Sitchin, would represent our solar system, what we have instead noticed is the inclination of the hexagram that with respect to the plane of the seal and its perpendicular North-South, it is inclined at about 10 °. At this point it is natural to ask why the ancient Sumerian scribes engraved the representation of the sun by tilting its meridian of different degrees? We tried to find other representations that had a particular inclination, that approached or could explain this particular rotation, but without success, all the finds that in the last century have been brought to light by archaeologists, where geometric drawings and engravings emerge no scholar was able to provide an exhaustive answer to this "anomaly" burdened by such an excessive inclination. And we wonder if this recording was random and if a message of some kind was concealed at the same time? And if so, could it be an astronomical reference, as Sitchin states, or did the hexagram symbol refer to the Anunnaki gods? The geometric shape of the rhombus, on the other hand, is part of the concepts of Vescica Piscis, 103 so both figures have or could have a connection with the religious sphere of the sacred feminine from the Masonic and esoteric point of view, while, from a first evaluation, it is more explicit the religious aspect imposed by the Church of Rome on all this Etna territory, in particular in the district of the city of Paternò and of its "Collina Storica", place where the messianic and Masonic address is understood, understood in its feminine aspect. A figure so elaborated, therefore, that unites a series of sites with a mysterious nature, offers many points for reflection suggested both by the esoteric and the religious panorama. However, with the stubbornness that sets us apart, we have gone further, shifting our point of view to the modern concepts of physics, and we asked ourselves: can this geometric figure be the symbolic expression of those notions that today are an integral part of the concepts based on the theory of relativity or on those of special relativity, which were expressed by A. Einstein and other distinguished scholars, who, in the course of their studies, developed or reworked these ancient basic principles expressing them on a totally level different, that is scientific? Probably yes. From this brief assumption all the information that during our investigation was the strengths that allowed us to elaborate that hexagram surmounted by another geometric figure with clear esoteric connotations emerge. And if today we are conjecturing the hypothesis according to which all the intersection points were stations of amplification of the energetic forces of the earth that added to the volcanic and telluric ones of the Etna, of the Marsili and to the volcanoes of the area of ​​the Aeolian islands, converging in a single point, most likely they served to open a space-time door or Stargate. In fact, by superimposing the graphs of the relativity theory on the basis of the diamond, all the lines perfectly overlap with each other. What follows is one of the many graphs that emerged from Einstein's general relativity. However, it is not enough to mark lines inside two abscissas, a workload is needed whose mathematical calculations involve the broad panorama of the same relativity. And yet in all this scientific logic, strangely, a whole series of coincidences that converge in a single focal point emerges. In the vast area of ​​the eastern Sicilian side, involved in topographic triangulation, strangely, we find all those systems of physical, dynamic, mechanical, electromagnetic and gravitational induction, which would allow a physicist to calculate the point of "escape" or access to a space-time door, as we highlighted in the image below. Yet everything seems to fit like a huge puzzle. What has Einstein's theory to do with the Sicilian Demon valley? That it is a terrestrial map to indicate the place where the ancient gods arrived or left to move from one point to another in the universe, during the mythical divine war, which broke out in the second millennium, after the destruction of the space port on the Sinai peninsula? Any conjecture expounded up to now would suggest that this is the case, but there is still one aspect that we have not discussed, whose hypothesis could relate this new information to the planetary perturbations that in August 1988, the calculations expressed by US astronomers , led the latter to support the notion of the infamous Planet X. From the Sumerian texts and translations made in the modern era, it emerged that Anu, the ruler of Nibiru, divided the skies of the Earth into three parts: the northern part that extended starting from the Tropic of Cancer to the North Pole it was entrusted to his son Enlil, legitimate heir to the throne of Nibiru; the southern part that extended from the Tropic of Capricorn to the South Pole was assigned to Enki, the god / scientist who modified the human genome, creating Homo Sapiens; finally the central part that included the area between the two tropics left it for itself. The astronomers therefore, following the calculations made on the perturbations recorded between Pluto and Neptune and, later confirmed by the Voyager 2 probe, which had flown over Uranus and Neptune, postulated the hypothesis according to which there would be a planet external to the current system solar that is orbiting around the sun, whose mass would be at least four times that of the Earth, having an inclination of 30 ° on the ecliptic, with a semi-axis greater than about 101 UA (Astronomical Unit). Advanced theory and supported in 1990 by the astronomer Robert S. Harrington, one of the greatest exponents of the U.S. Naval Observatory, (which collaborated with James W. Christie on the identification of Charon, a Pluto satellite), who announced to the American Astronomical Society, meeting in Arlington, Virginia, that a team of scholars had been sent to Nuova Zeeland, to try to identify the Planet X. The research of this group of astronomers foresaw the study of a particular area focused at a distance equal to three times the distance from the Sun with respect to Neptune and Pluto, in the direction of the southern skies, where presumably would be orbiting this unknown planet. As a result, astronomers have hypothesized that the unknown planet is following not only a retrograde rotation but has also established its direction: Southeast. At this point we could venture the hypothesis, according to which the topographic survey from which the complex geometric figure emerged, the same could be indicated or used as an indicator or astronomical pointer for the observation of the planet Nibiru or to establish the point of maximum approach and consequently contact with the Earth, after the destruction of the Sinai space ports? It would take a physician of declared fame to confirm these conjectures, but I do not believe that in Italy there is someone willing to put his image at risk over many years of study and research. If this happened and if all the amount of information we have collected over the years with skill and stubbornness were confirmed by the academic and scientific body, which I doubt, the implications of these truths would upset all the balances: historical, scientific, religious and social. It would also explain the presence of the ancient Anunnaki gods on Sicilian soil and, consequently, their colonization of the planet 450,000 years ago and the importance that the island held in the historical past, but above all the role it played and continues to play. to play in the ufological panorama of the planet, whose three-dimensional passage, emerged from our research, has marked that timeline commonly known as the sky-earth link, which allowed non-terrestrial space vehicles to use these space-time gaps or if you want "doors" or "Stargate", to move in space from one end of the universe to the other, to reach this wonderful planet. Yet a more in-depth analysis leads us to hypothesize that these space creatures have reached such a high level of knowledge that they are able to open up these space-time gaps in any place, one of which I myself have been together with my wife involuntary witnesses. A sequence of ten photos that testify to the phases of opening of a space-time gap and the consequent crossing of a mysterious figure that goes beyond it by climbing the steps, accompanying itself with a stick, very similar to a pastoral (see the two figures in clear and in negative, in the following pages). Consequently it is conceivable that their knowledge has reached such a high degree that it allows them to travel in space and time, both past and future, with such ease and simplicity, for them completely natural. Scientists who are not inclined to the theory of time travel, by working and drawing on all the knowledge made available by quantum physics, are still far from understanding how humans can travel in the past or in the future. However, by knowing the dynamics, where the past and the future coexist at the same time and place, therefore, coinciding with the present, they cannot find the right solution to this problem. Maybe in the future, far away, when you realize and accept all those theories, according to which forces and dimensions act in the universe, which go far beyond our elementary scientific bases. It is also true that human history is or should be a temporal continuum, yet in it a myriad of controversial factors have been triggered which contradict it, while historical voids ignite perplexities and doubts, which science itself cannot explain, those accepted they seem historical excerpts that suddenly appear to disappear in the meanders of time. So much to push a large number of modern scholars and researchers who, in the light of continuous discoveries, support the theory that the history of human civilization as told to us must be totally rewritten. Theory that I, among other things, share.  Angelo Virgillito


giovedì 25 aprile 2019

La #creazione e il fattore #Reshus

Con immenso piacere vi informo che sulla rivista mensile XTIMES, edita dalla XPublishing, di Roma, nel prossimo numero di maggio, al suo interno troverete  un mio nuovo articolo. 


Una delle tante copertine della rivista XTimes, edita dalla XPublishing di Roma

"Il passato è soltanto il principio di un principio,
e tutto ciò che è e che è stato è soltanto la prima luce dell’alba."

Inizia così il mio nuovo articolo spinoso che pone più domande che risposte sulla genesi umana. Se volete leggerlo insieme ad altri articoli interessanti, prenotatelo presso la vostra edicola di fiducia, oppure nel caso in cui non lo trovasse in edicola, è possibile ordinare la rivista direttamente da noi tramite il sito:



Un consiglio: prenotatelo per tempo presso il vostro edicolante di fiducia, perché le copie vanno a ruba.

  

sabato 2 marzo 2019

I #segreti delle #Torri #Normanne della valle del #Simeto


Sono anni ormai che svolgo ricerche, per cercare di svelare ciò che la storia canonica ha, volutamente, occultato e omesso, su particolari eventi e sull'evoluzione antropologica, sociale, religiosa, industriale e di natura esoterica delle comunità che nel corso di questi ultimi 10mila anni si sono succedute nei territori del versante orientale della Sicilia. Dal momento che decisi di avviare questa meravigliosa avventura il panorama storico si è arricchito di centinaia informazioni che come un complesso puzzle, hanno letteralmente stravolto la storia stessa di questi luoghi.
Abbiamo dovuto confrontarci con informazioni che spaziano sull'intero arco dello scibile umano. Con grande difficoltà abbiamo percorso sentieri inesplorati per riuscire a trovare il giusto collegamento, la giusta connessione con i fatti narrati dalla Storia. E ciò che emerso ha dell'inverosimile, ma in tutta questa affascinante ricerca soltanto un dato è stato la fonte, il principio da cui tutto si diramato: la mitica "collina storica" di Paternò (CT). Un luogo magico se volete, ma con una forte connotazione dinamica, luogo di interscambio tra Cielo e Terra.
Una collina dalla cui pianura oggi svetta un fantastico torrione normanno. Un dongione di epoca imprecisata, che fu riadattato dal Gran Conte Ruggero D'Altavilla, nel 1061, dopo la scacciata degli arabi dall'omonima valle del Demone.
Ed è su questo particolare torrione che vorrei catalizzare la vostra attenzione, raccontandovi le mie perplessità in merito ai fatti storici. La storia racconta che nell'VIII secolo la Sicilia era sotto il dominio arabo, così come ebbi a scrivere nel mio libro "Il tempio perduto degli #Anunnaki". Un dominio che durò poco, infatti, furono i Normanni, guidati da Roberto D'Altavilla, detto "Il Guiscardo" che nel X secolo sbarcando sulle spiagge dell'odierna Naxos (ME), riuscì a scacciare i saraceni. Dopo la conquista dell'isola il fratello di lui, il Gran Conte Ruggero decide di ristrutturare alcune torri (Adrano, Paternò e Motta S. Anastasia), decidendo di stabilirsi in quella di Paternò.

Castello normanno di Adrano (CT)

Come tutti i siciliani che vivono e hanno vissuto nei territori del versante orientale e meridionale dell'Etna, sanno che il torrione di Paternò fa parte di un vasto progetto in cui rientrano anche i torrioni di Adrano e Motta S.Anastasia. E per le strane coincidenze della vita esse sono dislocate su una linea che corrisponde esattamente alla proporzione cosmica, cioè la loro distanza è pari ai 2/3 di un segmento dato. Non solo ma seguendo la loro topografia il posizionamento e i loro volumi possono essere paragonati alle piramidi di #Giza, in #Egitto, dove il #Castello di Adrano corrisponderebbe alla Grande piramide, quello di #Paternò alla seconda piramide, mentre quello di Motta a quella di #Micerino.

Castello normanno di Paternò (CT)


Castello normanno di Motta S. Anastasia (CT)

Ovviamente non esistono riscontri storici o archeologi, che possono confermare tale congettura, tuttavia se accettiamo la teoria secondo la quale in tali territori hanno vissuto comunità e dèi di provenienza Mediorientale, come abbiamo avuto modo di appurare nel corso delle mie indagini, l'ipotesi è molto verosimile.
Un'altra perplessità che mi porto ormai dietro da diversi anni, che risponde a quella domanda a cui non riesco a dare una risposta esauriente: perché il Gran Conte Ruggero scelse di vivere proprio in quella di Paternò?
E poi siamo certi che tali costruzioni risalgono al periodo Normanno? La scelta dei luoghi, le distanze, i volumi sono molto simili alle piramidi egizie. Inoltre sappiamo che le rispettive aree furono abitate sin dall’età del bronzo, ad eccezione del territorio di Motta S. Anastasia, la “Collina” di Paternò e il promontorio adranita, hanno una lunga storia che racconta la presenza umana in questo territorio, quindi qual è la vera storia di questi luoghi?
Il territorio circostante a tali costruzioni nel corso dei secoli è stato più volte rivoltato, di conseguenza sarà impossibile riuscire a stabilire una datazione corretta, ciò che rimane sono le ipotesi che abbiamo riportato in parte “nel “Il tempio perduto degli #Anunnaki” e nel III Volume che uscirà tra non molto e il IV che uscirà a fine anno.


Il libro è in vendita on line e nelle migliori librerie italiane.

Copyright 2019  Angelo Virgillito

domenica 6 gennaio 2019

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: LO #STARGATE SICILIANO DEGLI #ANUNNAKI (parte seco...

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: LO #STARGATE SICILIANO DEGLI #ANUNNAKI (parte seco...: © by Angelo Virgillito PARTE SECONDA Nella figura sopra abbiamo raffigurato quell’incisione posta su un sigillo di epoca sumera che, ...

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: LO #STARGATE SICILIANO DEGLI #ANUNNAKI

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: LO #STARGATE SICILIANO DEGLI #ANUNNAKI: © by Angelo Virgillito PARTE PRIMA Sono 23 anni ormai che svolgo indagini su gran parte di quei fenomeni che si contrappongono al pan...

LO #STARGATE SICILIANO DEGLI #ANUNNAKI (parte seconda)


© by Angelo Virgillito
PARTE SECONDA
Nella figura sopra abbiamo raffigurato quell’incisione posta su un sigillo di epoca sumera che, secondo Sitchin, rappresenterebbe il nostro sistema solare, quello che invece, noi abbiamo notato è l’inclinazione dell’esagramma che rispetto al piano del sigillo e alla sua perpendicolare Nord-Sud, è inclinato di circa 10°.
E’ naturale a questo punto chiedersi perché gli antichi scribi sumeri incisero la raffigurazione del sole inclinando il suo meridiano di diversi gradi? Abbiamo tentato di trovare altre raffigurazioni che avessero una particolare inclinazione, che si avvicinasse o potesse spiegare questa particolare rotazione, ma senza successo, tutti i reperti che in quest’ultimo secolo sono stati riportati alla luce dagli archeologi, la dove emergono disegni e incisioni geometriche nessun studioso è stato in grado di fornire una risposta esauriente di tale “anomalia” gravata da un’inclinazione così eccessiva. E ci chiediamo se tale incisione fu casuale e se contestualmente fu celato un messaggio di qualche natura? E se sì, esso poteva essere un riferimento astronomico, come afferma Sitchin, oppure il simbolo dell’esagramma doveva far riferimento agli dèi Anunnaki?
 La figura geometrica del rombo, invece, rientra nei concetti della Vescica Piscis, quindi entrambe le figure hanno o potrebbero avere una connessione con la sfera religiosa del femminino sacro dal punto di vista massonico e esoterico, mentre, da una prima valutazione, è più esplicito l’aspetto religioso imposto dalla Chiesa di Roma su tutto questo territorio etneo, in particolare nel circondario della città di Paternò e della sua “Collina Storica”, luogo dove è prorompente l’indirizzo messianico e massonico, inteso nel suo aspetto femminile.
Una figura così elaborata dunque, che unisce una serie di siti dalla natura misteriosa offre molti spunti di riflessione suggeriti sia dal panorama esoterico sia da quello religioso. Tuttavia, con la caparbietà che ci contraddistingue, siamo andati oltre, spostando il nostro punto di vista sui moderni concetti della fisica, e ci siamo chiesti: può questa figura geometrica essere l’espressione simbolica di quelle nozioni che oggi sono una parte integrante dei concetti scientifici basati sulla teoria della relatività o su quelli della relatività ristretta, che sono stati espressi da A. Einstein e da altri illustri studiosi, i quali, nel corso dei loro studi, hanno sviluppato o rielaborato questi antichi principi di base esprimendoli su un piano totalmente differente, cioè scientifico?
Probabilmente sì.
Da questo breve assunto emergono tutte quelle informazioni che durante la nostra indagine sono state i punti di forza che ci hanno permesso di elaborare quell’esagramma sormontato da un’altra figura geometrica dai chiari connotati esoterici. E se oggi stiamo congetturando l’ipotesi secondo la quale tutti i punti d’intersezione erano delle stazioni di amplificazione delle forze energetiche della terra che sommate a quelle vulcaniche e telluriche dell’Etna, del Marsili e ai vulcani dell’area delle isole eolie, convergenti in un solo punto, molto probabilmente sono servite per aprire una porta spazio-temporale o Stargate. Infatti, sovrapponendo i grafici della teoria delle relatività alla base del diamante tutte le linee si sovrappongono perfettamente le une con le altre. Quello che segue è uno dei tanti grafici emersi dalla relatività generale di Einstein.
Tuttavia non basta segnare delle linee all’interno di due ascisse, occorre una mole di lavoro i cui calcoli matematici coinvolgono l’ampio panorama della stessa relatività. Eppure in tutta questa logica scientifica emerge stranamente tutta una serie di coincidenze che convergono in un sol punto focale. Nella vasta area del versante orientale siciliano, coinvolta nella triangolazione topografica, stranamente, troviamo tutti quei sistemi d’induzione fisica, dinamica, meccanica, elettromagnetica e di gravitazione, che a un fisico permetterebbe di calcolare il punto di “fuga” o l’accesso a una porta spazio-temporale, come abbiamo evidenziato nell’immagine sottostante. Eppure tutto sembra incastrarsi come un enorme puzzle.
Che cosa ha a che fare la teoria di Einstein con la valle del Demone siciliana? Che sia una mappa terrestre per indicare il luogo da dove gli antichi dèi giungevano o partivano per spostarsi da un punto all’altro nell’universo, durante la mitica guerra divina, scoppiata nel II millennio, dopo la distruzione del porto spaziale nella penisola del Sinai?
Ogni congettura esposta fino adesso lascerebbe supporre che sia così, ma c’è ancora un aspetto che non abbiamo discusso, la cui ipotesi potrebbe mettere in relazione queste nuove informazioni con le perturbazioni planetarie che nell’agosto del 1988, i calcoli espressi dagli astronomi statunitensi, spinsero questi ultimi a sostenere l’ipotesi del famigerato Pianeta X. Dai testi sumeri e dalle traduzioni compiute in epoca moderna, è emerso che Anu, il sovrano di Nibiru, suddivise i cieli della Terra in tre parti: la parte settentrionale che si estendeva a partire dal Tropico del Cancro fino al polo Nord fu affidata al figlio Enlil, legittimo erede al trono di Nibiru; la parte meridionale che si estendeva dal Tropico del Capricorno fino al Polo Sud fu assegnata ad Enki, il dio/scienziato che modificò il genoma umano, creando l’Homo Sapiens; infine la parte centrale che comprendeva l’area tra i due tropici la lasciò per se.
Gli astronomi dunque, a seguito dei calcoli effettuati sulle perturbazioni registrate tra Plutone e Nettuno e, in seguito confermate dalla sonda Voyager 2, che aveva sorvolato Urano e Nettuno, hanno postulato l’ipotesi secondo la quale ci sarebbe un pianeta esterno all’attuale sistema solare che sta orbitando intorno al sole, la cui massa sarebbe pari ad almeno quattro volte quella della Terra, avendo un’inclinazione di 30° sull’eclittica, con un semiasse maggiore di circa 101 UA (Unità Astronomica).
Teoria avanzata e sostenuta nel 1990 dall’astronomo Robert S. Harrington, uno dei massimi esponenti dell’U.S. Naval Observatory, (che ha collaborato con James W. Christie all’identificazione di Caronte, satellite di Plutone), il quale annunciò all’American Astronomical Society, riunitasi ad Arlington, in Virginia, che era stata inviata un’equipe di studiosi in Nuova Zelanda, per cercare di individuare il Pianeta X. La ricerca di questo gruppo di astronomi prevedeva lo studio di una particolare area focalizzata a una distanza pari a tre volte la distanza dal Sole rispetto a Nettuno e Plutone, in direzione dei cieli meridionali, dove presumibilmente starebbe orbitando questo sconosciuto pianeta. Di conseguenza gli astronomi hanno ipotizzato che lo sconosciuto pianeta stia seguendo non soltanto una rotazione retrograda ma hanno anche stabilito la sua direzione: Sud-Est.
A questo punto potremmo azzardare l’ipotesi, secondo la quale il rilievo topografico dal quale è emersa la complessa figura geometrica, la stessa potrebbe essere indicata o utilizzata come un segnalatore o puntatore astronomico per l’osservazione del pianeta Nibiru o per stabilire il punto di massimo avvicinamento e di conseguenza di contatto con la Terra, dopo la distruzione dei porti spaziali del Sinai?
 Occorrerebbe un fisico di dichiarata fama per confermare tali congetture, ma non credo che in Italia ci sia qualcuno disposto a mettere a rischio la propria immagine costruita in tanti anni di studi e ricerche.
Se ciò accadesse e se tutta la mole d’informazioni che in questi anni abbiamo raccolto con perizia e caparbietà, fossero confermate, dal corpo accademico e scientifico, di cui io dubito, i risvolti di tali verità stravolgerebbero tutti gli equilibri: storici, scientifici, religiosi e sociali. Si spiegherebbe, altresì, la presenza degli antichi dèi Anunnaki sul suolo siciliano e, di conseguenza, la loro colonizzazione del pianeta 450mila anni fa e l’importanza che ricopriva l’isola nel passato storico, ma soprattutto il ruolo che essa ha svolto e continua a svolgere nel panorama ufologico del pianeta, il cui passaggio tridimensionale, emerso dalle nostre ricerche, ha segnato quella linea temporale comunemente conosciuta come il legame cielo terra, che ha permesso, ai veicoli spaziali non terrestri, di utilizzare questi varchi spazio-temporali o se volete “porte” o “Stargate”, per spostarsi nello spazio da un capo a l’altro dell’universo, per giungere sul questo meraviglioso pianeta. Eppure un’analisi più approfondita ci induce a ipotizzare che queste creature spaziali hanno raggiunto un così alto livello di conoscenze che sono in grado di aprire questi varchi spazio-temporali in qualsiasi luogo, di uno dei quali io stesso insieme con mia moglie ne siamo stati testimoni involontari (vedi foto sotto). Una sequenza di dieci foto che testimoniano le fasi di apertura di un varco spazio-temporale e il conseguente attraversamento di una figura misteriosa che lo oltrepassa salendo dei gradini, accompagnandosi con un bastone, molto simile a un pastorale (vedi le due figure in chiaro e in negativo, nelle pagine seguenti). Di conseguenza è ipotizzabile che le loro conoscenze abbiano raggiunto un grado così elevato che gli permette di viaggiare nello spazio e nel tempo, sia esso passato sia futuro, con una tale facilità e semplicità, per loro del tutto naturale. Gli scienziati poco inclini alla teoria dei viaggi nel tempo, per lavorandoci e attingendo a tutte le conoscenze, messe a disposizione dalla fisica quantistica, sono ancora ben lungi dal comprendere in che modo l’uomo possa viaggiare nel passato o nel futuro. Tuttavia per conoscendo le dinamiche, laddove il passato e il futuro, coesistono nel medesimo tempo e luogo, quindi, coincidente con il presente, esse non riescono a trovare la giusta soluzione a questo problema. Forse un giorno, in un futuro lontano, quando ci si renderà conto e si accetteranno tutte quelle teorie, secondo le quali nell’universo agiscono forze e dimensioni, che vanno ben oltre le nostre elementari basi scientifiche.
È pur vero che la Storia umana è o dovrebbe essere un continuum temporale, tuttavia in essa si sono innescati una miriade di controversi fattori che la contraddicono, mentre i vuoti storici accendono perplessità e dubbi, che la stessa scienza non riesce a spiegare, quelli accettati sembrano stralci storici che appaiono improvvisamente per dileguarsi nei meandri del tempo. Tanto da spingere un gran numero di studiosi e ricercatori moderni che, alla luce delle continue scoperte, sostengono la teoria secondo la quale, la Storia della civiltà umana così come ci viene raccontata deve essere totalmente riscritta. Teoria che io tra l’altro, condivido.
© by Angelo Virgillito


LO #STARGATE SICILIANO DEGLI #ANUNNAKI


© by Angelo Virgillito
PARTE PRIMA
Sono 23 anni ormai che svolgo indagini su gran parte di quei fenomeni che si contrappongono al panorama dell’ortodossia storico-religiosa imposta alle prime comunità che s’insediarono sull’isola siciliana, svelando tutti quei misteri che la storia stessa ha celato. E’ stato un viaggio lungo e faticoso tra i meandri della storia che ci ha permesso di riportare alla luce parte del corredo culturale e religioso legato a quelle comunità che, per prime, giunsero sul suolo del versante orientale siciliano. Un bagaglio di nozioni, le quali nel corso della storia siciliana sono state rigettate dagli studiosi locali, perché non rientravano nei parametri scientifici di quella scienza che loro stessi hanno circoscritto i confini.
Confini che abbiamo deliberatamente superato servendoci di quegli aspetti antropologici, definiti dall’ortodossia classica come dei meravigliosi elaborati della mente umana. Indagando in questo vasto panorama, dove i miti, le leggende s’intrecciano con il naturale corso evolutivo dello sviluppo societario e gelosamente custoditi tra le più antiche tradizioni isolane, siamo stati in grado di sviluppare congetture storiche molto più plausibili, rispetto a certe traballanti ipotesi di natura ortodossa. Quelle stesse ipotesi che da millenni gli studiosi locali e internazionali continuano a sostenere, nonostante le defezioni e le incongruenze che la stessa scienza ha attuato, per mantenere la propria leadership sulla Storia e sullo sviluppo societario, permettendo alle religioni di insinuarsi nelle scelte evolutive dell’uomo.
Dopo ventitré anni di ricerche, le oltre 1000 pagine di appunti, tra date, tracce, connessioni e intrecci storici, scientifici, mitologici e leggendari, percorrendo e ri-percorrendo più volte gli ultimi e oltre 8000 anni di storia del genere umano, per giungere, infine, a delle verità sorprendenti, tanto da indurci a sostenere che l’uomo moderno o Sapiens non è il risultato dell’evoluzione terrestre ma una creatura modificata a immagine di altri esseri, provenienti da altri mondi lontani, che in un remoto passato hanno colonizzato la Terra (vedi: “Il seme della vita genesi divina o aliena?”, edizioni Xpublishing, Roma). Nel nostro primo libro (vedi “Il tempio perduto degli Anunnaki”, edizioni Cerchio della Luna, Verona) invece, abbiamo raccontato per sommi capi la storia di queste creature che dal cielo scesero sulla Terra, conosciuti al tempo dei sumeri con l’epiteto di Anunnaki, sol perché ogni traccia e indizio sia esso storico, scientifico, linguistico, astronomico, leggendario e mitologico, del passato storico della Sicilia orientale, è riconducibile, al di là di ogni ragionevole dubbio, alle teorie espresse da Zecharia Sitchin. Abbiamo carpito i segreti celati tra le righe degli antichi racconti mitologici e leggendari, alla luce degli aspetti esoterici e messianici legati a un antico simbolismo di natura massonica, risvegliando l’assopita memoria legata alle comunità della valle del Simeto.
Nel corso della nostra indagine, difficile e a volte, frustrante, ci siamo imbattuti in testimonianze e indicazioni che se interpretati secondo uno schema del tutto differente da quello adottato dall’ortodossia classica, svelano tutt’altra storia, ben diversa dalle semplicistiche convinzioni profuse dagli accademici e dagli illustri studiosi siciliani, tanto da permetterci di individuare il più importante tempio del II millennio AC, dedicato alla Grande madre, nel territorio oggi ricadente nel comprensorio comunale della città di Paternò (CT). Abbiamo utilizzato dei riferimenti storici e leggendari di un antico tempio dedicato al dio Adranòs, i cui ritrovamenti archeologici di epoca tarda, inerenti al culto di questa divinità sono stati riportati alla luce nel territorio di Santo Stefano di Camastra, (comune ubicato sul versante nord occidentale dell’Etna nella provincia di Messina), le cui datazioni compiute sui resti archeologici però, variano da un reperto all’altro a dimostrazione che il culto al dio Adranòs, tra le popolazioni indigene del II millennio AC in Sicilia, durò per molto tempo, raggiungendo la sua massima espressione religiosa intorno al 1500 AC, periodo che stranamente coincide con le prime colonizzazioni.
Per poi addentrarci nelle strette connessioni dell’antico dialetto siciliano le cui traslitterazioni e radici semantiche sono riconducibili alla lingua sumera. Abbiamo analizzato i toponimi di contrade, monti e altri riferimenti geografici e topografici la cui natura è ravvisabile nei concetti messianici e mistici di un credo religioso molto antico e, com’è successo per tutti gli altri indizi e tracce, riconducibile al bagaglio antropologico e culturale giunto sul suolo siciliano insieme con i primi clan familiari, dopo il Diluvio universale, offrendo una nuova visione d’insieme e, presumibilmente, quali furono gli eventi che si susseguirono nei territori orientali della Sicilia e quali furono le dinamiche evolutive e sociali dei primi gruppi familiari che hanno determinato la storia della Sicilia in età preistorica.
Ogni sito coinvolto nella nostra indagine se preso separatamente non fornisce un quadro storico completo sulla storia delle prime comunità che s’insediarono nel territorio etneo e nella valle simetina. Infatti, non riuscivo a spiegarmi quali potessero essere le connessioni tra tutti questi siti e gli antichi dèi/Anunnaki, e quale fosse il vero motivo che spinse la Chiesa di Roma a utilizzare i Normanni per rientrare in possesso di questi territori. Così un giorno risvegliando le mie antiche conoscenze tecniche e utilizzando una vecchia cartina geografica della Sicilia, iniziai a unire tutti i punti nevralgici che sono emersi nel corso della mia lunga ricerca. Scelsi come punto focale la “collina storica”, luogo, dove presumibilmente fu ubicato l’antico tempio dedicato alla Grande madre, il cui culto antecedente al II millennio AC richiamò fedeli da tutta l’isola. Iniziai a tracciare delle linee, unendo i principali siti: S. Stefano di Camastra (ME), dove, fu trovato un tempio dedicato al dio Adranòs; il Santuario di Tindari, in provincia di Messina, il cui culto è dedicato alla Madonna Nera. Dopo aver unito i due siti con una linea mi accorsi che quel segmento intersecava, stranamente, il sito megalitico dell’Argimusco, oggi ricadente nel territorio di Montalbano Elicona (ME), uno dei luoghi più mistici dell’isola, dove tra l’altro è emersa una forte connessione energetica proveniente dall’intersezione delle forze elettromagnetiche terrestri. Poi ho unito i punti tra S. Stefano di Camastra e il Santuario di Tindari, e anche in questo caso il segmento interseca il borgo di Canneto di Caronia, quest’ultimo venuto alla ribalta alcuni anni fa per gli strani fenomeni di autocombustione degli impianti elettrici nelle abitazioni private, la cui indagine, svolta ad alti livelli governativi, non è riuscita, ufficialmente, a far luce su tali episodi. Incuriosito, ho continuato a tracciare e triangolare tutto il versante orientale della Sicilia spingendomi sia verso Ovest sia verso Nord, ciò che è emerso spiega e fornisce le risposte a moltissime domande. 
Ciò che si vede nelle due figure precedenti è qualcosa di sconvolgente: è quello che molti esoteristi definiscono: un doppio Pentalfa, o un esagramma sormontato da una figura romboidale a forma di diamante. In tale raffigurazione geometrica si distingue una stella a sei punte circoscritta all’interno di un esagono, dal cui centro emerge una figura romboidale a forma di diamante. Facendo riferimento al meridiano terrestre, che attraversa il punto d’intersezione aventi le seguenti coordinate terrestri N 37°33’59’’ E 14°54’09’’, notiamo che entrambe le figure hanno un’inclinazione simmetrica, come se uno fosse lo specchio dell’altro.
Giunti a questo punto, ci siamo chiesti se la sommatoria dei due angoli (15° + 15° = 30°) avesse un riferimento astronomico. Con l’ausilio di un programma di astronomia, Stellarium, il cui schema ci permette di vedere la conformazione del cielo nelle varie epoche, siamo risaliti fino al 1600 AC, data che, è emersa a seguito delle nostre indagini, dalla quale supponiamo che sia l’arrivo del dio Adranòs e dei primi gruppi familiari in terra di Sicilia, prima delle massicce ondate di colonizzazioni che, secondo gli storici, sarebbero approdate sulle coste dell’isola intorno al 1300 AC. Abbiamo scelto una specifica data, cioè l’equinozio di primavera del 21 marzo 1600 AC, per misurare le inclinazioni del piano equatoriale e quello dell’eclittica con riferimento alle coordinate terrestri, dove presumibilmente era ubicato il tempio della Grande Madre, i cui calcoli hanno fornito i seguenti angoli d’incidenza: per l’equatore celeste, la corrispondenza è stata di un angolo a 52,59877d (AP = 0,10924d). Per il piano dell’eclittica invece l’angolo d’incidenza, rispetto allo stesso periodo è stato di 59,19206d (AP = 359,72298d). 
Un altro dato che emerge dalla combinazione di queste due figure è l’angolo che si viene a creare tra l’eclittica terrestre e gli assi mediani delle due rispettive figure, alla cui misurazione apre un angolo di circa quindici gradi, mentre la seconda figura, a forma di diamante, il suo vertice punta esattamente in opposizione al primo, creando a sua volta un altro angolo di circa 15 gradi, costruendo di fatto, un angolo o un settore celeste, nel quale circoscrive una porzione di cielo racchiusa in un angolo complessivo di 30°.
Noi tutti o la maggior parte conosciamo, in generale, il significato esoterico della stella a sei punte. Infatti, questo simbolo si pensa provenga da antichi trattati ermetici, e molti gruppi iniziatici e i popoli del mondo che l’hanno usato, gli hanno attribuito un'importanza e un significato diverso. La forma della stella è un esempio dell'esagramma, un simbolo indicativo, per tutte le culture del pianeta. È ottenuta dall'incrocio di due triangoli equilateri (aventi quindi tre angoli uguali di 60° ciascuno) e di eguali dimensioni, uno col vertice rivolto verso l'alto e il secondo col vertice rivolto verso il basso. La configurazione di questo esagramma è da datarsi anteriormente all'utilizzo che ne fecero gli ebrei, ed è plausibile che esso risalga alla prima civiltà riconosciuta, cioè ai Sumeri. Fuori dal sistema giudaico viene utilizzato prevalentemente nell'occultismo. Stelle a sei punte sono state trovate anche come diagrammi cosmologici nell'Induismo, nel Buddismo e nel giainismo. Le ragioni dietro a questa comune apparizione del simbolo nelle religioni Indiane e Occidentali sono perse nei misteri dell'antichità. Una possibilità potrebbe essere quella secondo cui tale simbolismo abbia un'origine comune, ma esiste anche la possibilità che artisti, religiosi o adepti delle religioni di varie culture creassero indipendentemente dalla forma della Stella di Davide, che dopotutto è una semplice e ovvia forma geometrica, che può essere ricavata dalla semplice formula sviluppata da Pitagora, utilizzando la sezione Aurea.
Entrare nel merito sugli studi compiuti da Pitagora, tale figura la troviamo presente in molte culture antiche del pianeta e antecedente allo stesso Pitagora. Le prime tracce, com’è ormai consuetudine nella nostra indagine, di tale figura geometrica, sono state individuate negli antichi scritti cuneiformi attribuite ai Sumeri, la cui datazione le fa risalire alla Ia Dinastia di Ur (IV/III millennio AC). Il suo significato non è soltanto astronomico, difatti, lo ritroviamo anche nell’ambito del simbolismo alchemico e associato al Fuoco Filosofico degli alchimisti. Gli egiziani, ad esempio, la conoscevano come la Stella Fiammeggiante, identificandola con Sirio. Per le antiche popolazioni del Nord - Europa e in particolare tra le popolazioni celtiche, all’interno delle quali i Druidi, antichi sacerdoti delle caste privilegiate delle comunità galliche e celtiche, la rappresentazione del simbolo del pentalfa era intesa come Luce Spirituale. Lo stesso Sitchin nella sua elaborata teoria, fa riferimento a un’incisione riportata su un sigillo, classificato VA-243, oggi custodito presso il museo nazionale di Berlino, in Germania, sul quale non entriamo nel merito della disputa tra i sostenitori della teoria di Sitchin e gli accademici che ne sostengono l’infondatezza, quindi andiamo oltre...

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