Sono anni
ormai che svolgo ricerche, per cercare di svelare ciò che la storia canonica
ha, volutamente, occultato e omesso, su particolari eventi e sull'evoluzione
antropologica, sociale, religiosa, industriale e di natura esoterica delle
comunità che nel corso di questi ultimi 10mila anni si sono succedute nei
territori del versante orientale della Sicilia. Dal momento che decisi di
avviare questa meravigliosa avventura il panorama storico si è arricchito di
centinaia informazioni che come un complesso puzzle, hanno letteralmente
stravolto la storia stessa di questi luoghi.
Abbiamo
dovuto confrontarci con informazioni che spaziano sull'intero arco dello
scibile umano. Con grande difficoltà abbiamo percorso sentieri inesplorati per
riuscire a trovare il giusto collegamento, la giusta connessione con i fatti
narrati dalla Storia. E ciò che emerso ha dell'inverosimile, ma in tutta questa
affascinante ricerca soltanto un dato è stato la fonte, il principio da cui
tutto si diramato: la mitica "collina storica" di Paternò (CT). Un
luogo magico se volete, ma con una forte connotazione dinamica, luogo di
interscambio tra Cielo e Terra.
Una collina
dalla cui pianura oggi svetta un fantastico torrione normanno. Un dongione di
epoca imprecisata, che fu riadattato dal Gran Conte Ruggero D'Altavilla, nel
1061, dopo la scacciata degli arabi dall'omonima valle del Demone.
Ed è su
questo particolare torrione che vorrei catalizzare la vostra attenzione,
raccontandovi le mie perplessità in merito ai fatti storici. La storia racconta
che nell'VIII secolo la Sicilia era sotto il dominio arabo, così come ebbi a
scrivere nel mio libro "Il tempio perduto degli #Anunnaki". Un dominio
che durò poco, infatti, furono i Normanni, guidati da Roberto D'Altavilla, detto
"Il Guiscardo" che nel X secolo sbarcando sulle spiagge dell'odierna Naxos
(ME), riuscì a scacciare i saraceni. Dopo la conquista dell'isola il fratello
di lui, il Gran Conte Ruggero decide di ristrutturare alcune torri (Adrano,
Paternò e Motta S. Anastasia), decidendo di stabilirsi in quella di Paternò.
Castello normanno di Adrano (CT) |
Come tutti
i siciliani che vivono e hanno vissuto nei territori del versante orientale e
meridionale dell'Etna, sanno che il torrione di Paternò fa parte di un vasto
progetto in cui rientrano anche i torrioni di Adrano e Motta S.Anastasia. E per
le strane coincidenze della vita esse sono dislocate su una linea che
corrisponde esattamente alla proporzione cosmica, cioè la loro distanza è pari
ai 2/3 di un segmento dato. Non solo ma seguendo la loro topografia il
posizionamento e i loro volumi possono essere paragonati alle piramidi di #Giza, in #Egitto, dove il #Castello di Adrano corrisponderebbe alla Grande
piramide, quello di #Paternò alla seconda piramide, mentre quello di Motta a
quella di #Micerino.
Castello normanno di Paternò (CT) |
Castello normanno di Motta S. Anastasia (CT) |
Ovviamente
non esistono riscontri storici o archeologi, che possono confermare tale
congettura, tuttavia se accettiamo la teoria secondo la quale in tali territori
hanno vissuto comunità e dèi di provenienza Mediorientale, come abbiamo avuto
modo di appurare nel corso delle mie indagini, l'ipotesi è molto verosimile.
Un'altra
perplessità che mi porto ormai dietro da diversi anni, che risponde a quella
domanda a cui non riesco a dare una risposta esauriente: perché il Gran Conte
Ruggero scelse di vivere proprio in quella di Paternò?
E poi siamo
certi che tali costruzioni risalgono al periodo Normanno? La scelta dei luoghi,
le distanze, i volumi sono molto simili alle piramidi egizie. Inoltre sappiamo
che le rispettive aree furono abitate sin dall’età del bronzo, ad eccezione del
territorio di Motta S. Anastasia, la “Collina” di Paternò e il promontorio
adranita, hanno una lunga storia che racconta la presenza umana in questo
territorio, quindi qual è la vera storia di questi luoghi?
Il
territorio circostante a tali costruzioni nel corso dei secoli è stato più
volte rivoltato, di conseguenza sarà impossibile riuscire a stabilire una
datazione corretta, ciò che rimane sono le ipotesi che abbiamo riportato in
parte “nel “Il tempio perduto degli #Anunnaki” e nel III Volume che uscirà tra non
molto e il IV che uscirà a fine anno.
Il libro è in vendita on line e nelle migliori librerie italiane.