giovedì 18 marzo 2021
KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: La verità sfuggente di una consapevolezza superiore
La verità sfuggente di una consapevolezza superiore
La verità sfuggente di una consapevolezza superiore
Il testo che segue è tratto dal libro di Angelo Virgillito, dal titolo: "LE STRADE NEI CIELI DEGLI ANUNNAKI", Independently published, Codice ISBN: 9798587181892, in vendita on line su Amazon.
[...] A volte è conveniente accettare talune verità, emerse dagli studi condotti
su particolari teorie alternative, per tutta una sequela di motivi, sia di tipo
informativo sia per le prove tangibili a esse connesse, eppure la molteplicità
delle contraddizioni storiche, suffragate da innumerevoli indizi, a rigor di
logica, dovrebbero far protendere l’ago della bilancia in favore delle nuove
congetture. Tuttavia c’è ancora una parte di studiosi, accademici e
ricercatori, che nonostante le evidenze, si ostinano a mantenere le proprie
posizioni. Riscrivere l’intero capitolo della storia umana innescherebbe un
processo di rivoluzione nel delicato equilibrio dell’intero panorama
culturale, societario, religioso ed
economico, in tutte le civiltà presenti sul pianeta.
Eppure se il nostro ragionamento è nel giusto, l’unica ipotesi plausibile è
quella secondo la quale gli ominidi che vagabondavano tra le terre emerse del
pianeta, il cui linguaggio era più un grugnito scimmiesco che un lessico
parlato, quando videro che dal cielo scesero delle strane creature, a bordo di
vascelli volanti, l’unico pensiero che i nostri progenitori furono in grado di
elaborare, dopo i primi momenti di smarrimento e paura, è stato intercalato
nella sfera del sovrannaturale.
Gli insegnamenti che ne derivarono furono altresì, interpretati come doni
divini, mentre i loro artefici si guardarono bene di fornire delle spiegazioni
più terrene. L’uomo però, era ancora a uno stadio troppo primitivo perché
potesse comprendere la natura e gli effetti che tali incontri avrebbero
prodotto nel corso della sua evoluzione, di conseguenza, una tale situazione,
probabilmente, spinse questi viaggiatori dello spazio a investirsi di un’aurea
divina mentre alteravano il delicato
equilibrio evolutivo della vita sulla Terra, intervenendo sulla genetica di
queste scimmie evolute. Perché?
Perché li facessero sentire onnipotenti o perché gli servivano delle
creature senzienti, ma non evolute culturalmente, per i lavori più umili, o
perché volevano testare un loro progetto di genetica?
Oppure volevano semplicemente creare una nuova razza?
Oppure volevano sostituirsi al
Creatore di tutte le cose, nel vano tentativo di scoprire il segreto dell’immortalità
dell’anima?
L’unico dato certo è quello secondo il quale tra i tanti insegnamenti e le
opportune modifiche genetiche effettuate sulle creature terrestri, l’uomo, nel
corso dei millenni è stato condizionato e istruito sul come odiare e uccidere
il proprio simile, con un unico obiettivo: la bramosia delle ricchezze e del
potere che, grazie all’uomo, suo schiavo, tali pseudo divinità rinforzavamo i propri
domini divini.
Non è né accettabile tanto meno logica l’idea che un Dio, nella sua
accezione universale, ami un figlio e odi l’altro, eppure nell’uomo è stato
innestato questo concetto deviante di base, una sorta di seme della discordia, dal
quale scaturisce l’odio e l’intolleranza sia etnica sia religiosa, le cui
posizioni, sin dagli inizi della storia conosciuta post-diluviana, sono
sfociate in guerre e genocidi di massa, solo per emulare un dio che non è,
certo, quel Nume Supremo, quel Dio creatore, quell’Architetto universale da cui
tutto è scaturito.
L’uomo però, non è più abituato a pensare o a
sentirsi parte integrante dell’universo, perché sin dalle sue origini gli è
stato insegnato ad amare un “dio” terreno precludendogli la via del sapere,
della conoscenza, per dirla in breve: gli è stata interdetta la possibilità di
acquisire ogni conoscenza che potesse farlo evolvere in consapevolezza.
Riflettendo su queste logiche mi ritrovo con più di
venti pretendenti che aspirano o che affermerebbero essere stati investiti
della grazia di Dio, quindi di essere divini. Secondo la storiografia religiosa
accompagnata da leggende sacre queste figure, che siano messia, salvatori o
figli di Dio, sarebbero scese dal cielo avendo sembianze umane, o si sarebbero
incarnate in un corpo, mostrando in egual tempo prove incontestabili della loro
origine divina compiendo miracoli, prodigi, dimostrando, di conseguenza, di
possedere virtù eccezionali.
A questo punto ci domandiamo a quale Gesù ( nella foto gesu-cristo-lunto-kreistos-il-messia-sayidna-isa) dobbiamo credere: all'Indostano Krishna, all'Indiano Buddha, a Salivahana delle isole Bermuda (foto sotto), agli dèi egizi Zulis, o Zulhe, o anche Osiride e Horus, allo scandinavo Odino, al caldeo Crite, al persiano Zoroastro, ai fenici Baal e Taut, al tibetano Indra, all'afgano Bali, al nepalese Jao, al Bilingonese Wittoba, al siriano Thammuz, al frigio Arys, al tracio Xamolxis e Zoar dei Bonzi, all'assiro Adad, ai siamesi Deva Tat e Sammonocadam, al tebano Alcide, Mikado dei Sintoos, al giapponese Beddru, Hesus o Eros e Bremrillah dei Druidi, al gallico Thor, figlio di Odino, al greco Cadmo, Hil e Feta dei Mandaiti, o ai messicani Quetzalcóatl e Gentaut, il re universale delle Sibille, a Ischy dell'isola di Formosa, al maestro divino di Platone, al santo di Xaca, ai cinesi Fohi e Tien, Adone, al figlio della vergine greca Lo, ai romani Issione e Quirino, o Prometeo del Caucaso e non certo per ultimo l'arabo Maometto, poiché ogni cultura ne aveva uno che aspirava o aveva posto le basi per la salvezza del mondo, per poi ascendere al cielo?
La visione umana è del tutto soggettiva, racchiusa all’interno di una
matrice che lo guida in funzione delle propria sfera culturale in cui l’individuo
ha vissuto e vive. Pertanto il Cristo ha assunto un’immagine e un linguaggio
consono in funzione del corredo culturale in cui si è manifestato.
In definitiva possiamo affermare che a questa domanda non è difficile
rispondere perché se c’è un unico Dio creatore, c’è un unico Gesù che poi sia
sceso numerose volte sulla terra, nel corso della storia umana e abbia assunto
numerosi nomi poco importa. E’ ciò che egli ha voluto trasmettere. E ciò che
accomuna tutte queste divinità o profeti è il suo messaggio d’Amore universale,
uguali per tutti i popoli della Terra, perché egli è il Padre, la fonte da cui
tutto è scaturito e celato nella sfera del sovrannaturale di ogni essere umano.
C’è una note dolente in tutto questo vasto panorama che racchiude l’intera
esistenza umana ed è la mistificazione del suo messaggio, che in alcune aree
del pianeta è stato volutamente alterato e adeguato a quel subdolo potere
politico e religioso, che si è imposto nel corso della storia post-diluviana,
il cui scopo è stato l’assoggettamento dei popoli per soddisfare una mente
superiore e nefasta, che sia aliena o arcontica poco importa.
La sfuggente verità
A volte è conveniente accettare talune verità, emerse dagli studi condotti
su particolari teorie alternative, per tutta una sequela di motivi, sia di tipo
informativo sia per le prove tangibili a esse connesse, eppure la molteplicità
delle contraddizioni storiche, suffragate da innumerevoli indizi, a rigor di
logica, dovrebbero far protendere l’ago della bilancia in favore delle nuove
congetture. Tuttavia c’è ancora una parte di studiosi, accademici e
ricercatori, che nonostante le evidenze, si ostinano a mantenere le proprie
posizioni. Riscrivere l’intero capitolo della storia umana innescherebbe un
processo di rivoluzione nel delicato equilibrio dell’intero panorama
culturale, societario, religioso ed
economico, in tutte le civiltà presenti sul pianeta.
Eppure se il nostro ragionamento è nel giusto, l’unica ipotesi plausibile è
quella secondo la quale gli ominidi che vagabondavano tra le terre emerse del
pianeta, il cui linguaggio era più un grugnito scimmiesco che un lessico
parlato, quando videro che dal cielo scesero delle strane creature, a bordo di
vascelli volanti, l’unico pensiero che i nostri progenitori furono in grado di
elaborare, dopo i primi momenti di smarrimento e paura, è stato intercalato
nella sfera del sovrannaturale.
Gli insegnamenti che ne derivarono furono altresì, interpretati come doni
divini, mentre i loro artefici si guardarono bene di fornire delle spiegazioni
più terrene. L’uomo però, era ancora a uno stadio troppo primitivo perché
potesse comprendere la natura e gli effetti che tali incontri avrebbero
prodotto nel corso della sua evoluzione, di conseguenza, una tale situazione,
probabilmente, spinse questi viaggiatori dello spazio a investirsi di un’aurea
divina mentre alteravano il delicato
equilibrio evolutivo della vita sulla Terra, intervenendo sulla genetica di
queste scimmie evolute. Perché?
Perché li facessero sentire onnipotenti o perché gli servivano delle
creature senzienti, ma non evolute culturalmente, per i lavori più umili, o
perché volevano testare un loro progetto di genetica?
Oppure volevano semplicemente creare una nuova razza?
Oppure volevano sostituirsi al
Creatore di tutte le cose, nel vano tentativo di scoprire il segreto dell’immortalità
dell’anima?
L’unico dato certo è quello secondo il quale tra i tanti insegnamenti e le
opportune modifiche genetiche effettuate sulle creature terrestri, l’uomo, nel
corso dei millenni è stato condizionato e istruito sul come odiare e uccidere
il proprio simile, con un unico obiettivo: la bramosia delle ricchezze e del
potere che, grazie all’uomo, suo schiavo, tali pseudo divinità rinforzavamo i propri
domini divini.
Non è né accettabile tanto meno logica l’idea che un Dio, nella sua
accezione universale, ami un figlio e odi l’altro, eppure nell’uomo è stato
innestato questo concetto deviante di base, una sorta di seme della discordia, dal
quale scaturisce l’odio e l’intolleranza sia etnica sia religiosa, le cui
posizioni, sin dagli inizi della storia conosciuta post-diluviana, sono
sfociate in guerre e genocidi di massa, solo per emulare un dio che non è,
certo, quel Nume Supremo, quel Dio creatore, quell’Architetto universale da cui
tutto è scaturito.
L’uomo però, non è più abituato a pensare o a
sentirsi parte integrante dell’universo, perché sin dalle sue origini gli è
stato insegnato ad amare un “dio” terreno precludendogli la via del sapere,
della conoscenza, per dirla in breve: gli è stata interdetta la possibilità di
acquisire ogni conoscenza che potesse farlo evolvere in consapevolezza.
Riflettendo su queste logiche mi ritrovo con più di
venti pretendenti che aspirano o che affermerebbero essere stati investiti
della grazia di Dio, quindi di essere divini. Secondo la storiografia religiosa
accompagnata da leggende sacre queste figure, che siano messia, salvatori o
figli di Dio, sarebbero scese dal cielo avendo sembianze umane, o si sarebbero
incarnate in un corpo, mostrando in egual tempo prove incontestabili della loro
origine divina compiendo miracoli, prodigi, dimostrando, di conseguenza, di
possedere virtù eccezionali.
A questo punto ci domandiamo a quale Gesù dobbiamo
credere: all'Indostano Krishna, all'Indiano
Buddha, a Salivahana delle isole Bermuda, agli dèi egizi Zulis, o Zulhe, o anche Osiride e Horus, allo scandinavo Odino,
al caldeo Crite, al persiano Zoroastro, ai fenici Baal e Taut, al tibetano Indra, all'afgano
Bali, al nepalese Jao, al Bilingonese Wittoba, al siriano Thammuz,
al frigio Arys, al tracio Xamolxis e Zoar dei Bonzi, all'assiro Adad,
ai siamesi Deva Tat e Sammonocadam, al
tebano Alcide, Mikado dei Sintoos, al giapponese Beddru, Hesus o Eros e Bremrillah dei Druidi, al
gallico Thor, figlio di Odino, al
greco Cadmo, Hil e Feta dei Mandaiti, o ai messicani Quetzalcóatl e Gentaut, il re universale delle Sibille, a Ischy dell'isola di Formosa, al maestro
divino di Platone, al santo di Xaca, ai
cinesi Fohi e Tien, Adone, al figlio della vergine greca Lo,
ai romani Issione e Quirino, o Prometeo del Caucaso e non certo per
ultimo l'arabo Maometto, poiché ogni
cultura ne aveva uno che aspirava o aveva posto le basi per la salvezza del
mondo, per poi ascendere al cielo?
La visione umana è del tutto soggettiva, racchiusa all’interno di una
matrice che lo guida in funzione delle propria sfera culturale in cui l’individuo
ha vissuto e vive. Pertanto il Cristo ha assunto un’immagine e un linguaggio
consono in funzione del corredo culturale in cui si è manifestato.
In definitiva possiamo affermare che a questa domanda non è difficile
rispondere perché se c’è un unico Dio creatore, c’è un unico Gesù che poi sia
sceso numerose volte sulla terra, nel corso della storia umana e abbia assunto
numerosi nomi poco importa. E’ ciò che egli ha voluto trasmettere. E ciò che
accomuna tutte queste divinità o profeti è il suo messaggio d’Amore universale,
uguali per tutti i popoli della Terra, perché egli è il Padre, la fonte da cui
tutto è scaturito e celato nella sfera del sovrannaturale di ogni essere umano.
C’è una note dolente in tutto questo vasto panorama che racchiude l’intera
esistenza umana ed è la mistificazione del suo messaggio, che in alcune aree
del pianeta è stato volutamente alterato e adeguato a quel subdolo potere
politico e religioso, che si è imposto nel corso della storia post-diluviana,
il cui scopo è stato l’assoggettamento dei popoli per soddisfare una mente
superiore e nefasta, che sia aliena o arcontica poco importa.
Copyright 2021 Angelo Virgillito
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