giovedì 6 febbraio 2020

I ponti della #conoscenza #umana


"Uno dei tratti tipici di ogni epoca è il modo in cui si cerca di integrare le esperienze e le conoscenze dell'umanità. Questo vuol dire presupporre un'azione di sinergie che operano oltre i normali limiti della cognizione umana riconosciuta. Tale azione si rispecchia nella storia di ciò che Toynbee e altri hanno definito 'civiltà' ... Ogni civiltà possiede un nucleo di creatività orientato su una serie di valori. Questo significa che i valori rappresentano ponti tra il noto e l'ignoto."



Questa è una delle tante annotazioni espresse da Anthony Blake, un filosofo e storico inglese, nel descrivere la complessa cultura e cosmogonia delle primitive popolazioni andine. Ma c'è da chiedersi qual è il fine, lo scopo che induce centinaia se non migliaia di studiosi, ricercatori e semplici appassionati, a indagare nelle vetuste pagine del passato storico dell'umanità, tralasciando gran parte di quelle tradizioni culturali e religiose, i cui riferimenti spesso sono intercalati nei concetti cosmologici di ogni singola e antica civiltà? 
Tuttavia se ben analizziamo alcuni di questi studi, ci si rende subito conto che essi raccontano la loro particolare visione antropologica. La totale assenza interpretativa del panorama cosmologico formulato dai dettami societari e religiosi, i cui culti riguardante ogni civiltà ci induce a pensare che la conoscenza umana fu un dono di queste creature provenienti da altri mondi. Ogni civiltà racconta a suo modo la presenza di creature divine in carne e ossa, che a bordo dei loro vascelli divini giunsero dal cielo sulla terra, per insegnare all'uomo primitivo i primi rudimenti della conoscenza. 
Ma allora a che serve, ma soprattutto a chi serve tutta la fatica che i moderni ricercatori e studiosi che operano al di la di quel confine imposto dall'ortodossia classica, se poi il novantanove per cento della popolazione mondiale si burla di loro?

Queste persone si dannano l'anima per riportare alla luce, con assoluta obbiettività, parte di quelle verità che la storia stessa ha celato, danneggiando se stessa e precludendo e alterando il racconto sulla genesi umana. 




Forse tutti questi ricercatori, studiosi e semplici appassionati, sparsi per il mondo, che indagano su questi particolari fenomeni inspiegabili o che spulciando nelle pieghe della storia, stanno tentando di riparare quei "ponti" che un tempo univa l'evoluzione sociale di ogni civiltà con queste creature che appaiono nei cieli della terra sin dagli albori della presenza umana, lo fanno per appagare il loro ego, o per conquistarsi il loro personale posto nella storia? 
Io non credo. Dal mio personale punto di vista, credo e ne sono pienamente convinto, che il nostro lavoro, le nostre ricerche, oltre ad essere un desiderio innato per la conoscenza, sono o possono essere la via, grazie alla quale ci permetterà di spostare il nostro punto d'unione, consentendo alla nostra mente di focalizzare e comprendere gran parte del passato storico dell’umanità, da una diversa prospettiva. Prospettiva che ci permette di unire quei "ponti", che un tempo furono distrutti e cancellati da coloro i quali detenevano il potere religioso e legislativo, nel corso della storia postdiluviana della civiltà umana, creando di fatto quella sinergia e interconnessione che avviluppa l'intero scibile umano. Ma le difficoltà sono insormontabili, perché anche in questo caso c'è tra i moderni pensatori, ricercatori e studiosi una sorta di autolesionismo, dove l'uno vorrebbe prevalere sull'altro, così si finisce, senza rendercene conto, a fare il gioco di chi vuole l'annientamento del 90% della popolazione mondiale.  
"... i valori rappresentano ponti tra il noto e l'ignoto." afferma Blake, e volendo dare credito alla sua affermazione in che modo e misura, la civiltà umana potrà evolversi se nel corso di questi ultimi dodicimila anni ha distrutto ogni "ponte", ogni traccia, ogni valore intrinseco dello sviluppo antropologico umano? 
E' anche vero che lo sviluppo societario e industriale sta spingendo l'umanità a una nuova forma di consapevolezza, facendola uscire da quella forma di fossilizzazione che lei stessa aveva creato. A piccoli passi l'uomo si sta rendendo conto che se vuole evolversi deve uscire da quegli schemi e paradigmi che le religioni con i loro dogmi e la scienza con i loro stretti corridoi al di fuori dei quali ogni cosa viene elusa e miticizzata. Tuttavia millenni di sottomissioni e schiavitù sociale, non possono essere cancellate nell'arco di una generazione, ma il tempo stringe, perché l'umanità si è avvicinata troppo sull'orlo del baratro. Ogni attimo è diventato prezioso, ogni istante è fondamentale perché ormai siamo agli ultimi atti finali di questa lunga e triste commedia, dove ogni protagonista, ogni essere umano. alla fine dovrà dare conto del suo comportamento. I più "eccelsi", cioè coloro i quali hanno messo in atto la distruzione dell'umanità, sono convinti che una volta morti, nulla li potrà nuocere, o che vivranno in eterno. Nulla di più sbagliato, perché saranno costretti a rivivere le loro vite future in questa dimensione finché non avranno imparato la lezione. Ma sono uomini malvagi la cui sete di potere, prevarica lo stesso pensiero umano. Per loro non ci sarà evoluzione.    
  


  Ma anche se saranno in pochi, perché spinti dal desiderio di conoscere quell'altra verità, che sta emergendo nelle coscienze umane, l’uomo o alcuni di essi, ha iniziato a comprendere che oltre l'aspetto materialistico c'è ben altro nel panorama evolutivo umano. Hanno iniziato a riflettere, analizzando le diverse congetture, mentre chi come me non si stancherà mai di divulgare delle plausibili verità, e le sue affinità con il proprio IO interiore dal quale scaturisce il concetto universale della trascendenza dello spirito, di quell'energia indefinibile insita in ogni essere vivente. Noi continueremo a parlarne, perché ogni pensiero nasce oltre le parole, oltre la stessa ragione, esso è la manifestazione esteriore di ciò che siamo diventati e qual è la meta che ci siamo prefissati.

Copyright 2020 Angelo Virgillito

sabato 25 gennaio 2020

#Dèi o #alieni?


#Dèi o #alieni?
 A volte è conveniente accettare certe verità emerse dagli studi condotti su particolari teorie alternative, a rigor di logica, dovrebbero far protendere l’ago della bilancia in favore di queste nuove congetture, eppure c’è ancora una parte di studiosi, accademici e ricercatori, che nonostante le evidenze, si ostinano a mantenere le proprie posizioni. Eppure se il nostro ragionamento è nel giusto, l’unica ipotesi plausibile, in merito all’improvvisa evoluzione dell’Erectus in Sapiens (vedi “Il seme della vita #genesi #divina o #aliena?”, edito dalla Xpublishing,  Roma, il libro lo trovate nei migliori siti online e nelle librerie dedicate ), è quella secondo la quale gli ominidi che vagabondavano tra le terre emerse del pianeta, il  cui linguaggio era più un grugnito scimmiesco che un lessico parlato, quando videro che dal cielo scesero delle strane creature, a bordo di vascelli volanti, l’unico pensiero che i nostri progenitori furono in grado di elaborare, dopo i primi momenti di smarrimento e paura, è stato intercalato nella sfera del sovrannaturale.


Gli insegnamenti che ne derivarono furono altresì, interpretati come doni divini. L’uomo però, era ancora a uno stadio troppo primitivo perché possa comprendere la natura e gli effetti che tali incontri avrebbero prodotto nel corso della sua evoluzione, di conseguenza, una tale situazione, probabilmente, spinse questi viaggiatori dello spazio ad alterare il delicato equilibrio evolutivo della Terra, intervenendo sulla genetica di queste scimmie evolute. Perché?
Perché servivano degli schiavi, o perché volevano testare un loro progetto di genetica? Oppure volevano semplicemente creare una nuova razza?
L’unico dato certo è quello secondo il quale tra i tanti insegnamenti, all’uomo, fu istruito come odiare e uccidere il proprio simile con un unico obiettivo: la bramosia delle ricchezze e del potere dell’uomo sull’uomo. Non è né accettabile tanto meno logica l’idea che un Dio, nella sua accezione divina, ami un figlio e odia l’altro, eppure nell’uomo è stato innestato il seme della discordia, dell’odio e dell’intolleranza, le cui posizioni, sin dagli inizi della storia conosciuta post-diluviana, sono sfociate in guerre e genocidi di massa, solo per emulare un dio che non è, certo, quel Dio creatore, l’Architetto universale da cui tutto è scaturito.
L’uomo però, non è abituato a pensare o a sentirsi parte integrante dell’universo, perché sin dalle sue origini gli è stato insegnato ad amare un “dio” terreno. Una delle domande più frequenti che mi vengono fatte durante le mie conferenze è: ma Lei crede in Dio?
A volte, per appagare l'ego del mio interlocutore gli rispondo di sì, ma se dovessi pormi io stesso tale domanda dinanzi ad uno specchio, il discorso si complica maledettamente, perché ciò che mi è stato insegnato si sta dimostrando d’essere un metodo condizionatore che nulla a che vedere con l'essenza spirituale insita in ognuno di noi. Il discorso è molto controverso e dibattuto in tutte le sedi siano esse accademiche, esegetiche e teologiche.
Le analisi e i concetti d’interpretazione lasciano sgomenti persino i ricercatori più lungimiranti, mentre i nuovi modelli d'indagine stanno scardinando, quanto è stato volutamente nascosto. Le nostre deboli e fallaci menti si disorientano in tale panorama, diventando facili prede di quelle nozioni che, anziché aiutarci a diradare la nebbia che offusca la nostra giusta visione spirituale, ne accentua l'oblio. Se su tale premessa s’indirizza una lettura distaccata e la più possibile obiettiva, ci si rende conto che il vasto panorama religioso del pianeta, per quanto lontane nello spazio e nel tempo, concettualmente è una formula ripetitiva di ciò che è già accaduto.
Nei paesi orientali, ad esempio, è stato dimostrato che le storie di dèi incarnati sono identiche a quella più tardiva su Gesù Cristo, non solo, ma i fatti e i retroscena, sono presenti nella totalità delle principali religioni pagane dell'antichità; alcune di queste storie narrano di incarnazioni divine che nel leggerle si ha la sensazione di rileggere la storia del Salvatore cristiano, persino i dettagli, in alcuni casi, sono sfacciatamente identici, come nel caso, giusto per fare un esempio, della leggenda dell'Immacolata Concezione che concepisce un figlio divino, la cui narrazione la troviamo già descritta nei racconti delle prime civiltà apparse sul pianeta.
Riflettendo su queste logiche mi ritrovo con più di venti pretendenti che aspirano o che affermerebbero essere stati investiti della grazia di Dio, quindi di essere divini. Secondo la storiografia religiosa o le leggende sacre queste figure, che siano messia, salvatori o figli di Dio, sarebbero scese dal cielo avendo sembianze umane, o si sarebbero incarnate in un corpo, mostrando in egual tempo prove incontestabili della loro origine divina compiendo miracoli, prodigi, dimostrando, di conseguenza, di possedere virtù eccezionali.
A questo punto ci domandiamo a quale Gesù dobbiamo credere: l'Indostano Krishna, l'Indiano Buddha, il Salivahana delle isole Bermuda, gli egizi Zulis, o Zulhe, o anche Osiride e Horus, lo scandinavo Odino, il caldeo Crite, il persiano Zoroastro, i fenici Baal e Taut, il tibetano Indra, l'afgano Bali, il nepalese Jao, il Bilingonese Wittoba, il siriano Thammuz, il frigio Arys, il tracio Xamolxis, Zoar dei Bonzi, l'assiro Adad, i siamesi Deva Tat e Sammonocadam, il tebano Alcide, Mikado dei Sintoos, il giapponese Beddru, Hesus o Eros e Bremrillah dei Druidi, il gallico Thor, figlio di Odino, il greco Cadmo, Hil e Feta dei Mandaiti, i messicani Quetzalcóatl e Gentaut, il re universale delle Sibille, Ischy dell'isola di Formosa, il maestro divino di Platone, il santo di Xaca, i cinesi Fohi e Tien, Adone, figlio della vergine greca Lo, i romani Issione e Quirino, Prometeo del Caucaso e non certo per ultimo l'arabo Maometto, poiché ogni cultura ne aveva uno che aspirava o aveva posto le basi per la salvezza del mondo, per poi ascendere al cielo?



Pertanto, pur accettando le versioni fornite dagli storici, nel nostro caso, i dubbi e le incongruenze filologiche sugli idiomi siciliani sono palesemente evidenti, come vedremo più avanti. E non sono gli unici indizi. Un’altra traccia chiara ed evidente la troviamo nel vessillo della città di Paternò, nella provincia di Catania, la cui leggenda vuole che il Gran Conte Ruggero,1 dopo l’apparizione e il salvataggio di un infante sotto le mura del castello normanno compiuto da due mitici serpenti alati, ordinò, all’araldo di corte, di ridisegnare il vessillo della città, facendo apporre due serpenti alati aggrappati ai lati del torrione.
Un tale simbolismo, nella nuova visione della realtà della genesi umana, è un chiaro riferimento ad antiche divinità sumere, nel nostro caso a uno dei figli del dio E.A./En.Ki,3 Ningishizidda, il quale molto spesso è raffigurato con il caduceo, un bastone intorno al quale si intrecciano due serpenti, che a sua volta è la rappresentazione stilizzata del Dna umano. 
E poi, ancora, il nome che le popolazioni isolane diedero ai monti a nord-ovest dell’Etna, cioè i monti Nebrodi, anche in questo caso la traslitterazione del nome è riconducibile alla radice sumerica legata al titolo-epiteto del dio Nabu “Il portavoce”, ”Colui che parla”, figlio che Marduk ebbe dalla moglie terrestre Sarpanit. Per i Sumeri egli era En.sag/En.shag, cioè “Signore Supremo”, in seguito venne modificato in Nabu, per il ruolo che svolse per suo padre, nel tentativo di fare proseliti tra gli umani. In un testo sumero si afferma che Enki, nonno di Ensag, raggiunse un accordo con Ninharsag (custode della quarta regione, neutrale, il Sinai), per nominare En.shag “Signore di Tilmun” ("terra dei missili”), la regione del Sinai in cui era ubicato il Porto spaziale (“Le Cronache Terrestri rivelate”, Z. Sitchin, ed. Piemme, 2012, Mi, pag. 93). 
Per quanto riguarda l’etimo del nome “Nebrodi” i numerosi dizionari etimologici non forniscono nessuna definizione, l’unico termine che si accosti a tale idioma è nebride [nè-bri-de] s.f. (pl. -di). Tuttavia su antiche raffigurazioni, di natura mitologica, tale idioma è riferito a un particolare accessorio realizzato con pelle di cerbiatto, capra, daino o pantera, che alcune divinità del pantheon ellenico tra cui Bacco e il suo seguito, portavano a tracolla o cinto alla vita. A questo punto facendo le dovute connessioni, affiancate dal contesto esoterico e quello filologico, si può plausibilmente ipotizzare la presenza di antiche divinità sumere nei territori del versante meridionale del vulcano etneo ed è altresì probabile che a governare tali insediamenti fu posto un dio che, a seguito della distruttiva guerra, avvenuta durante il II millennio AC, nei territori mediorientali, tra le fazioni Enlelite ed Enkite, che si concluse con la disfatta degli Enkiti, fu nominato un nuovo comandante divino nell’isola siciliano, che in seguito fu conosciuto con il nome di Adranòs.

una riproduzione assira del dio Nabu (Anunnaki)


Non tutto però è andato perduto nella storia antica dei culti religiosi siciliani, che nonostante le severe imposizioni legislative, oggi, la storia delle comunità pre-elleniche e degli antichi culti, può essere letta nelle narrazioni mitologiche, di conseguenza la storia del dio Adranòs, una potente divinità del fuoco e dell’acqua, di cui ne abbiamo parlato abbondantemente nel “Il tempio perduto degli Anunnaki” (il libro lo trovate nei migliori siti online e nelle librerie dedicate), del 2013, s’impose sulle comunità del versante meridionale dell’Etna, durante il II millennio AC, divenendo la massima espressione religiosa tra le comunità dell’isola siciliana.




Tale ipotesi è avvalorata dallo stesso idioma, infatti, il nome Adranòs è riconducibile alla radice sumerica che lo associa ad Adar o Adaz, che secondo le cronache semitiche, era il dio della guerra, legato alla stirpe Enlelita. Ed è grazie a queste antiche testimonianze che oggi,  mi hanno permesso di effettuare uno studio comparato e parallelo in contrapposizione a quello imposto dai canoni ufficiali, servendomi di metodologie innovative, che trasbordano i normali processi d’indagine imposti dall’osservanza scientifica, il cui scenario storico s’incastra fedelmente nella storia evolutiva delle civiltà che hanno segnato l’evoluzione umana su questo pianeta. Ma dobbiamo attendere la mia prossima pubblicazione, per conoscere tutti i dettagli di questo studio.

Angelo Virgillito



Copyrighit Gennaio 2020

lunedì 29 luglio 2019

Alieni? Chi o cosa sono?





Sicuramente è un argomento spinoso. Sono decenni che tale fenomeno ha coinvolto tutte le civiltà del pianeta terra; avvistamenti, rapimenti, incontri di ogni tipo, su di loro è stato detto di tutto e il contrario di tutto. Le librerie sono piene di trattati che espongono una miriade di teorie che abbracciano l'intero panorama ufologico. Districarsi in questo labirinto letterario è come voler cercare un ago in un pagliaio. Molto spesso alcuni autori spinti dall'entusiasmo eccedono, tanto che finisco nel calderone del ridicolo. Ormai gli avvistamenti non si contano più, tanto meno i rapimenti fanno notizia. Eppure in questo mondo sommerso in cui siamo stati lasciati alla mercé di queste creature provenienti da altri mondi, siamo diventati vittime inconsapevoli di un disegno di conquista e distruzione senza precedenti nell'universo. Le descrizioni di queste creature non terrestri, alimentano la fantasia più sfrenata, ma forse anche in questo caso è una delle tante strategie destabilizzatrici, suggerite a quella ristretta classe di dementi, che alcuni commentatori li definiscono "illuminati", per me sono soltanto degli accecati che hanno svenduto la razza umana, per favorire la loro personale ascesa a un potere più grande. Poveri Illusi credono di detenere le sorti dell'umanità, ma sono dei semplici burattini nel disegno di costoro.
Credere, non credere, accettarli come argomento di conversazione, dal canto mio esistono e sono presenti sul pianeta già prima della comparsa dell'homo sapiens. Vennero inizialmente per indagare e condurre degli esperimenti, soltanto in seguito altre razze si imbatterono sul nostro pianeta, compresero che potevano estrarre minerali e fonti energetiche in quantità enormi e, per farlo, dovettero creare una creatura che svolgesse i compiti più pesanti. Dopo averla creata si resero conto di aver innestato un processo evolutivo che se fosse stato lasciato progredire senza freni inibitori, le creature che loro stessi avevano creato, sarebbero diventati una potente razza dominatrice. Hanno tentato più volte di cancellare la razza umana dalla faccia della terra, ma ogni volta essa è risorta sempre più forte.
Oggi siamo a una svolta decisiva, l'uomo ha raggiunto alcuni limiti per i quali gli è stato richiesto di fare delle scelte. Se l'uomo non fosse stato soggiogato da menti perverse e guidati da questi "creatori ", saprebbe quale strada scegliere, ma non è così.
I continui errori commessi durante i primi esperimenti, la creazione di una razza, se pur intelligente, violenta ed egoista, hanno richiamato altre razze aliene. Difficile è da dire quante sono e quali sono presenti sul nostro pianeta, ma di una cosa sono certo, almeno quattro di esse sono quelle dominanti, più una quinta che opera in modo subdolo, nel vano tentativo di riuscire a mettere tutte le altre razze le une contro le altre. I governati del Pianeta, nonostante la loro stretta collaborazione scaturita da un patto sancito dai loro predecessori, si stanno rendendo conto che non potranno mai contrastare ciò che queste razze hanno in mente: la decimazione, se non l'estinzione della razza umana dal pianeta terra. C'è un'ultima razza la più potente che sia stata creata, ma il loro comandante supremo ha dato un ordine preciso: "Nessuno intervento in favore dei terrestri! Se l'esistenza umana dovrà continuare a vivere e prendere posto nell'organigramma universale, dovrà fare delle scelte."
Al momento tutte queste razze aliene sono in netto disaccordo tra di loro, ma nel momento in cui sanciranno la spartizione del pianeta, la terra si trasformerà in un vero inferno. Quando accadrà? Difficile a dirsi, tutto dipende da noi. Alcuni governanti sono guidati da creature aliene, tra le più subdole che ci sono nel panorama alieno, altri troppo deboli per intraprendere e prendere decisioni, mentre il resto dell'umanità è nettamente divisa tra credi religiosi, scientifici e filosofici che alimentano il caos nelle loro menti. Molti umani hanno compreso tutto ciò, e incitano gli altri a un risveglio, ma a quanto pare la maggioranza dell'umanità non vuol sentire.


Copyright Luglio 2019 - Angelo Virgillito

lunedì 10 giugno 2019

IL CUSTODE, è il #romanzo del #risveglio

Venerdì 7 Giugno, presso i saloni dell'ex "Palazzo Alessi" a Paternò (CT), è stato presentato in formato cartaceo,il mio ultimo lavoro letterario "IL CUSTODE". L'evento è stato coadiuvato dalla Presidente dell'Ass. "Arte Spettacoli", Barbara Cassisi, talent scout per i giovani esordienti cantanti italiani, insieme con l'avv. Mariarosaria Finocchiaro e il vercellese Emilio Morello, ricercatore indipendente. 
Il libro già nelle settimane precedenti ha suscitato l'interesse di un vasto pubblico italiano, e coloro che hanno avuto la possibilità di leggerlo in anteprima, ne sono rimasti colpiti e in alcuni casi persino scossi a livello interiore.
La domanda che alcuni lettori si sono posti e che ha suscitato una rivisitazione da parte dell'autore è stata: Cos'è "Il Custode" ?
Quello che segue è l'interpretazione fornita dall'autore:

Angelo Virgillito: Varcare la soglia della realtà per entrare nel mondo della fantasia, è un pensiero che ognuno di noi ha accarezzato almeno una volta nella vita, se poi si riesce a raccontarlo attraverso le pagine di un libro è un desiderio che si avvera. Ma dopo averlo scritto ci si rende conto che esso non è soltanto una fantastica avventura nel mondo dell'immaginario ma rappresenta un risveglio, un essere riuscito a scardinare quelle matrici custodite in quei geni particolari, che gli scienziati chiamano "geni spazzatura" soltanto perché non sono in grado di decodificarli, pur avendo a disposizioni le migliori e più avanzate tecnologie scientifiche.
Vi siete mai chiesti perché certi eventi accadono improvvisamente, che il più delle volte ci spingono a repentini cambi di rotta o strada che sia, e, in alcuni casi, persino modo di pensare?
Per la maggior parte di noi essi sono delle pure coincidenze della vita, ma gli studi ci dicono che le coincidenze non esistono, allora perché forziamo il nostro sistema energetico, la nostra mente, a liquidarle e archiviarle come interferenze? Ci siamo mai chiesti perché accadono?
L’uomo per quanto civilizzato esso appaia, a livello interiore ha mantenuto quel legame atavico, che gli permetteva, agli albori della sua esistenza, di interagire costantemente con le forze energetiche e rigeneratrici dell’universo.
Perché, in definitiva, se proprio la voglia dire tutta, noi siamo un piccolo ammasso energetico, fermamente ancorato a questo pianeta dalle sue considerevoli energie.
Qualcuno affermerebbe che siamo costituiti da un agglomerato chimico di elementi, ma come insegna la scienza ogni sostanza è composta da elettroni, protoni, neutroni ecc., quindi noi fondamentalmente siamo energia. Faccio un esempio: Se a un qualsiasi atomo del nostro corpo dovessimo togliere il suo elettrone, l’intera struttura biologica del nostro corpo si sgretolerebbe in un istante. Ma che vuoi che sia un elettrone, noi ne abbiamo a miliardi che gravitano nelle nostre cellule, eppure il semplice collasso di uno di essi, ha la capacità di distruggere il nostro intero sistema genetico, in brevissimo tempo.
Ma a noi è stato insegnato che viviamo in un mondo fisico e materialistico, dal punto di vista genetico, la cui forma solida ci da sicurezza. E questa sicurezza ci induce a fare e pensare secondo un preciso ordine, dove se lo tocco è vero, ma il semplice gesto di toccare altri non è che il frutto di una sorta di compromesso che la nostra mente ha dovuto accettare per mantenere inalterati certi equilibri interiori. Il motivo? Semplice, per permetterci di vivere in questa realtà, senza subire troppi danni a livello energetico.
Fatta questa breve premessa, credo che ognuno di noi, a questo punto si sta facendo una serie di domande:
  Cos'è "Il Custode? 



In che modo dovrebbe essere interpretato, come un romanzo, o un trattato pseudoscientifico, o piuttosto essoterico o mistico? 
E' stato partorito dalla fulgida immaginazione dell'autore, o esula dai normali canoni interpretativi a cui siamo abituati nel leggere un libro ?
Oppure è un viaggio su un piano eterico diverso dal mondo che ci circonda?
Oppure è un'analisi di due Verità speculari che si contrappongono in un gioco frustrante, dove l'uno vuole primeggiare sull'altro?
Oppure è un viaggio d'introspezione interiore, dove il protagonista ci accompagna tra gli oscuri cunicoli del nostro stesso passato, alla ricerca della conoscenza perduta?
In effetti, “IL CUSTODE” potrebbe essere tutto questo e molto altro ancora, dove il protagonista, Alfredo, dopo averci fatto attraversare il nostro tempo ci apre le porte per  indurci a intraprendere un’avventura del tutto nuova, un viaggio singolare per scoprire l’altro noi, in nostro vero IO, e lo fa vivendo in prima persona due verità incontestabili, la dove, una esprime una realtà che Alfredo, ma che ognuno di noi, affronta ogni singolo giorno sin da quando siamo nati; l’altra invece è un percorso su un diverso piano o realtà che sia, la cui esperienza e gli strani incontri in cui è coinvolto, stravolge non soltanto l’esistenza di Alfredo, ma anche la nostra, che lo stiamo seguendo in questa fantastica avventura.
E quando improvvisamente nella nostra mente iniziano a emergere ricordi ed esperienze che ci inducono a una profonda riflessione, che ne comprendiamo il valore. E più riflettiamo più ci accorgiamo che  quella gigantesca torre costruita con minuziosa pazienza nell’arco della nostra esistenza, fondata su certezze religiose, sociali e sulla fiducia negli altri, inizia a vacillare, mentre i dubbi iniziano ad aggrovigliare i nostri pensieri. Sicuramente i più attenti, per sfatarli iniziano a fare delle ricerche e, soprattutto, delle comparazioni.  Ed è a questo punto che ci si accorge che la torre che abbiamo costruito, motore della nostra intera esistenza poggia su fondamenta impastate sulla menzogna e sulla falsità.
Ed è lì che i dubbi, le perplessità, lo smarrimento, l’incredulità, emergono preponderanti dalle pagine del “Il Custode”. Ed è quello che succede ad Alfredo, che inizia a porsi una miriade di domande, ma non riesce a trovare le giuste risposte.
 E’ combattuto perché non sa da che parte sta la verità. E per scoprirla le vive entrambi sia dal di dentro, giorno dopo giorno, sia dal di fuori, utilizzando con assoluta soggettività sia l’una sia l’altra, dimostrandosi un agguerrito indagatore di se stesso. Cosa scoprirà Alfredo in questo viaggio fantastico, io non lo so, o meglio un’idea me la sono fatta, ma non ve la dico, perché ognuno di voi ha una sua ed unica sfera energetica, la cui interpretazione è totalmente soggettiva. In buona sostanza, ognuno di noi darà una sua personale interpretazione. E poi con questa premessa così pragmatica, perché togliervi il gusto di scoprirlo da soli.  

Copyright Giugno 2019 Angelo Virgillito 


martedì 30 aprile 2019

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: The #stargate of the #Anunnaki

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: The #stargate of the #Anunnaki: I have been investigating for 23 years most of those phenomena that contrast with the panorama of historical-religious orthodoxy imposed ...

The #stargate of the #Anunnaki


I have been investigating for 23 years most of those phenomena that contrast with the panorama of historical-religious orthodoxy imposed on the first communities that settled on the Sicilian island, revealing all those mysteries that history itself has hidden. It has been a long and tiring journey through the meanders of history that has allowed us to bring back to light part of the cultural and religious heritage related to those communities that, first of all, reached the soil of the eastern Sicilian side. A wealth of notions, which in the course of Sicilian history have been rejected by local scholars, because they did not fall within the scientific parameters of that science which they themselves have circumscribed the boundaries. Borders that we have deliberately overcome by using those anthropological aspects defined by classical orthodoxy as marvelous elaborates of the human mind. Investigating in this vast panorama, where myths, legends intertwine with the natural evolutionary course of corporate development and jealously guarded among the most ancient island traditions, we have been able to develop much more plausible historical conjectures than certain shaky hypotheses of an orthodox nature. Those same hypotheses that, for millennia, local and international scholars continue to support, despite the defections and inconsistencies that the same science has implemented, to maintain its leadership on history and on corporate development, allowing religions to creep into the evolutionary choices of the man. After twenty-three years of research, the over 1000 pages of notes, including dates, traces, connections and historical, scientific, mythological and legendary plots, covering and re-covering the last and over 8000 years of the history of mankind, to reach finally, to surprising truths, so much so as to lead us to maintain that modern man or Sapiens is not the result of earthly evolution but a modified creature in the image of other beings, coming from other distant worlds, which in a remote past have colonized the Earth (see: "The seed of life, divine or alien genesis?", Xpublishing editions, Rome). In our first book (see "The lost temple of the Anunnaki", Cerchio della Luna editions, Verona) instead, we have briefly told the story of these creatures who descended from Earth to heaven, known at the time of the Sumerians with the epithet of Anunnaki, just because every trace and clue is historical, scientific, linguistic, astronomical, legendary and mythological, of the historical past of eastern Sicily, is due, beyond any reasonable doubt, to the theories expressed by Zecharia Sitchin. We took the secrets hidden between the lines of the ancient mythological and legendary tales, in the light of the esoteric and messianic aspects linked to an ancient symbolism of a Masonic nature, awakening the dormant memory linked to the Sicilian communities of the Simeto valley. In the course of our investigation, difficult and sometimes frustrating, we came across testimonies and indications that if interpreted according to a completely different scheme from that adopted by classical orthodoxy, reveal a completely different story, quite different from the simplistic beliefs profused by the academicians and by the illustrious Sicilian scholars, so much so as to allow us to identify the most important temple of the second millennium BC, dedicated to the Great Mother, in the territory now falling within the municipal district of the city of Paternò (CT). We used historical and legendary references of an ancient temple dedicated to the god Adranòs, whose archaeological findings from the late period, concerning the worship of this deity, have been brought to light in the territory of Santo Stefano di Camastra, (municipality located on the north-western side of Etna in the province of Messina), whose datings carried out on the archaeological remains however, vary from a find to the other to demonstrate that the cult to the god Adranòs, among the indigenous populations of the II millennium BC in Sicily, lasted for a long time, reaching its maximum religious expression around 1500 BC, a period that strangely coincides with the first colonizations. To then go into the close connections of the ancient Sicilian dialect whose transliterations and semantic roots can be traced back to the Sumerian language. We analyzed the toponyms of districts, mountains and other geographical and topographical references whose nature can be seen in the messianic and mystical concepts of a very ancient religious belief and, as happened for all the other clues and traces, attributable to the anthropological and cultural baggage arrived on Sicilian soil together with the first family clans, after the universal Flood, offering a new overview and, presumably, what were the events that took place in the eastern territories of Sicily and what were the evolutionary and social dynamics of the first groups family members who determined the history of Sicily in prehistoric times. Each site involved in our investigation, if taken separately, does not provide a complete historical picture of the history of the first communities that settled in the Etnean territory and in the Simeto valley. In fact, I could not explain to myself what could be the connections between all these sites and the ancient gods / Anunnaki, and what was the real reason that prompted the Church of Rome to use the Normans to regain possession of these territories. So one day, awakening my old technical knowledge and using an old map of Sicily, I began to combine all the crucial points that emerged during my long search. I chose the "historic hill" as the focal point, where, presumably, the ancient temple dedicated to the Great Mother was located, whose cult prior to the second millennium BC brought believers from all over the island. I began to draw lines, combining the main sites: S. Stefano di Camastra (ME), where a temple dedicated to the god Adranòs was found; the Sanctuary of Tindari, in the province of Messina, whose cult is dedicated to the Black Madonna. After joining the two sites with a line, I realized that this segment intersected, strangely, the megalithic site of the Argimusco, 94 now falling in the territory of Montalbano Elicona (ME), one of the most mystical places on the island, where among the another emerged a strong energetic connection coming from the intersection of the terrestrial electromagnetic forces. Then I combined the points between S. Stefano di Camastra and the Sanctuary of Tindari, and also in this case the segment intersects the village of Canneto di Caronia, the latter came to the fore a few years ago due to the strange phenomena of self-combustion of electrical systems in private homes, whose investigation, carried out at high government levels, failed, officially, to shed light on these episodes. Intrigued, I continued to trace and triangulate the entire eastern slope of Sicily, pushing both west and north, what emerged explains and provides answers to many questions. What is seen in the two previous figures is something shocking: it is what many esotericists define: a double Pentalpha, 95 or a hexagram surmounted by a diamond-shaped rhomboid shape. In this geometric representation, a six-pointed star is distinguished within a hexagon, from whose center emerges a diamond-shaped rhomboid shape. Referring to the terrestrial meridian, which crosses the intersection point having the following terrestrial coordinates N 37 ° 33'59 '' E 14 ° 54'09 '', we note that both figures have a symmetrical inclination, as if one were the mirror of the other. At this point, we asked ourselves if the sum of the two angles (15 ° + 15 ° = 30 °) had an astronomical reference. With the aid of an astronomy program, Stellarium, whose scheme allows us to see the conformation of the sky in different eras, we went back to 1600 BC, a date that emerged following our investigations, from which we suppose it is the arrival of the god Adranòs and the first family groups in the land of Sicily, before the massive waves of colonizations that, according to historians, would have landed on the coasts of the island around 1300 BC. We have chosen a specific date, namely the spring equinox of 21 March 1600 BC, to measure the inclinations of the equatorial plane and that of the ecliptic with reference to the terrestrial coordinates, where presumably the Great Mother temple was located, whose calculations have given the following angles of incidence: for the celestial equator, the correspondence was of an angle at 52.59877d (AP = 0.10924d). For the plane of the ecliptic instead the angle of incidence, compared to the same period was 59.19206d (AP = 359.72298d). Another datum that emerges from the combination of these two figures is the angle that is created between the terrestrial ecliptic and the median axes of the two respective figures, whose measurement opens an angle of about fifteen degrees, while the second figure, diamond-shaped, its vertex points exactly in opposition to the first, creating in turn another angle of about 15 degrees, actually constructing a corner or a celestial sector, in which it circumscribes a portion of the sky enclosed in an overall angle of 30 °. We all or most know, in general, the esoteric meaning of the six-pointed star. In fact, this symbol is thought to come from ancient hermetic treatises, and many initiatory groups and the peoples of the world who have used it, have given it an importance and a different meaning. The shape of the star is an example of the hexagram, an indicative symbol, for all the cultures of the planet. It is obtained by crossing two equilateral triangles (therefore having three equal angles of 60 ° each) and of equal size, one with the vertex facing upwards and the second with the vertex facing downwards. The configuration of this hexagram is to be dated prior to the use made of it by the Jews, and it is plausible that it dates back to the first recognized civilization, ie to the Sumerians. Outside the Jewish system it is mainly used in occultism. Six-pointed stars have also been found as cosmological diagrams in Hinduism, Buddhism and Jainism. The reasons behind this common appearance of the symbol in Indian and Western religions are lost in the mysteries of antiquity. One possibility could be that this symbolism has a common origin, but there is also the possibility that artists, religious or followers of the religions of various cultures would create independently of the shape of the Star of David, 100 which after all is a simple and obvious geometric shape , which can be derived from the simple formula developed by Pythagoras, using the Golden section. Without taking into consideration the studies carried out by Pythagoras, we find this figure present in many ancient cultures of the planet and prior to the same Pythagoras. The first traces, 101 as is now customary in our investigation, of this geometric figure, have been identified in the ancient cuneiform writings attributed to the Sumerians, whose dating makes them date back to the I Dynasty of Ur (IV / III millennium BC). Its meaning is not only astronomical, in fact, we also find it in the context of alchemical symbolism and associated with the Philosophical Fire of the alchemists. The Egyptians, for example, knew it as the Flaming Star, identifying it with Sirius. For the ancient populations of Northern Europe and in particular among the Celtic populations, within which the Druids, ancient priests of the privileged castes of the Gallic and Celtic communities, the representation of the symbol of the pentalpha was intended as a Spiritual Light. The same Sitchin in his elaborate theory, refers to an engraving on a seal, classified VA-243,102 today kept in the national museum in Berlin, Germany, on which we do not enter into the merits of the dispute between the supporters of the theory of Sitchin and the academics who claim it to be groundless, so let's go further. In the figure above we have depicted that incision placed on a seal of the Sumerian era which, according to Sitchin, would represent our solar system, what we have instead noticed is the inclination of the hexagram that with respect to the plane of the seal and its perpendicular North-South, it is inclined at about 10 °. At this point it is natural to ask why the ancient Sumerian scribes engraved the representation of the sun by tilting its meridian of different degrees? We tried to find other representations that had a particular inclination, that approached or could explain this particular rotation, but without success, all the finds that in the last century have been brought to light by archaeologists, where geometric drawings and engravings emerge no scholar was able to provide an exhaustive answer to this "anomaly" burdened by such an excessive inclination. And we wonder if this recording was random and if a message of some kind was concealed at the same time? And if so, could it be an astronomical reference, as Sitchin states, or did the hexagram symbol refer to the Anunnaki gods? The geometric shape of the rhombus, on the other hand, is part of the concepts of Vescica Piscis, 103 so both figures have or could have a connection with the religious sphere of the sacred feminine from the Masonic and esoteric point of view, while, from a first evaluation, it is more explicit the religious aspect imposed by the Church of Rome on all this Etna territory, in particular in the district of the city of Paternò and of its "Collina Storica", place where the messianic and Masonic address is understood, understood in its feminine aspect. A figure so elaborated, therefore, that unites a series of sites with a mysterious nature, offers many points for reflection suggested both by the esoteric and the religious panorama. However, with the stubbornness that sets us apart, we have gone further, shifting our point of view to the modern concepts of physics, and we asked ourselves: can this geometric figure be the symbolic expression of those notions that today are an integral part of the concepts based on the theory of relativity or on those of special relativity, which were expressed by A. Einstein and other distinguished scholars, who, in the course of their studies, developed or reworked these ancient basic principles expressing them on a totally level different, that is scientific? Probably yes. From this brief assumption all the information that during our investigation was the strengths that allowed us to elaborate that hexagram surmounted by another geometric figure with clear esoteric connotations emerge. And if today we are conjecturing the hypothesis according to which all the intersection points were stations of amplification of the energetic forces of the earth that added to the volcanic and telluric ones of the Etna, of the Marsili and to the volcanoes of the area of ​​the Aeolian islands, converging in a single point, most likely they served to open a space-time door or Stargate. In fact, by superimposing the graphs of the relativity theory on the basis of the diamond, all the lines perfectly overlap with each other. What follows is one of the many graphs that emerged from Einstein's general relativity. However, it is not enough to mark lines inside two abscissas, a workload is needed whose mathematical calculations involve the broad panorama of the same relativity. And yet in all this scientific logic, strangely, a whole series of coincidences that converge in a single focal point emerges. In the vast area of ​​the eastern Sicilian side, involved in topographic triangulation, strangely, we find all those systems of physical, dynamic, mechanical, electromagnetic and gravitational induction, which would allow a physicist to calculate the point of "escape" or access to a space-time door, as we highlighted in the image below. Yet everything seems to fit like a huge puzzle. What has Einstein's theory to do with the Sicilian Demon valley? That it is a terrestrial map to indicate the place where the ancient gods arrived or left to move from one point to another in the universe, during the mythical divine war, which broke out in the second millennium, after the destruction of the space port on the Sinai peninsula? Any conjecture expounded up to now would suggest that this is the case, but there is still one aspect that we have not discussed, whose hypothesis could relate this new information to the planetary perturbations that in August 1988, the calculations expressed by US astronomers , led the latter to support the notion of the infamous Planet X. From the Sumerian texts and translations made in the modern era, it emerged that Anu, the ruler of Nibiru, divided the skies of the Earth into three parts: the northern part that extended starting from the Tropic of Cancer to the North Pole it was entrusted to his son Enlil, legitimate heir to the throne of Nibiru; the southern part that extended from the Tropic of Capricorn to the South Pole was assigned to Enki, the god / scientist who modified the human genome, creating Homo Sapiens; finally the central part that included the area between the two tropics left it for itself. The astronomers therefore, following the calculations made on the perturbations recorded between Pluto and Neptune and, later confirmed by the Voyager 2 probe, which had flown over Uranus and Neptune, postulated the hypothesis according to which there would be a planet external to the current system solar that is orbiting around the sun, whose mass would be at least four times that of the Earth, having an inclination of 30 ° on the ecliptic, with a semi-axis greater than about 101 UA (Astronomical Unit). Advanced theory and supported in 1990 by the astronomer Robert S. Harrington, one of the greatest exponents of the U.S. Naval Observatory, (which collaborated with James W. Christie on the identification of Charon, a Pluto satellite), who announced to the American Astronomical Society, meeting in Arlington, Virginia, that a team of scholars had been sent to Nuova Zeeland, to try to identify the Planet X. The research of this group of astronomers foresaw the study of a particular area focused at a distance equal to three times the distance from the Sun with respect to Neptune and Pluto, in the direction of the southern skies, where presumably would be orbiting this unknown planet. As a result, astronomers have hypothesized that the unknown planet is following not only a retrograde rotation but has also established its direction: Southeast. At this point we could venture the hypothesis, according to which the topographic survey from which the complex geometric figure emerged, the same could be indicated or used as an indicator or astronomical pointer for the observation of the planet Nibiru or to establish the point of maximum approach and consequently contact with the Earth, after the destruction of the Sinai space ports? It would take a physician of declared fame to confirm these conjectures, but I do not believe that in Italy there is someone willing to put his image at risk over many years of study and research. If this happened and if all the amount of information we have collected over the years with skill and stubbornness were confirmed by the academic and scientific body, which I doubt, the implications of these truths would upset all the balances: historical, scientific, religious and social. It would also explain the presence of the ancient Anunnaki gods on Sicilian soil and, consequently, their colonization of the planet 450,000 years ago and the importance that the island held in the historical past, but above all the role it played and continues to play. to play in the ufological panorama of the planet, whose three-dimensional passage, emerged from our research, has marked that timeline commonly known as the sky-earth link, which allowed non-terrestrial space vehicles to use these space-time gaps or if you want "doors" or "Stargate", to move in space from one end of the universe to the other, to reach this wonderful planet. Yet a more in-depth analysis leads us to hypothesize that these space creatures have reached such a high level of knowledge that they are able to open up these space-time gaps in any place, one of which I myself have been together with my wife involuntary witnesses. A sequence of ten photos that testify to the phases of opening of a space-time gap and the consequent crossing of a mysterious figure that goes beyond it by climbing the steps, accompanying itself with a stick, very similar to a pastoral (see the two figures in clear and in negative, in the following pages). Consequently it is conceivable that their knowledge has reached such a high degree that it allows them to travel in space and time, both past and future, with such ease and simplicity, for them completely natural. Scientists who are not inclined to the theory of time travel, by working and drawing on all the knowledge made available by quantum physics, are still far from understanding how humans can travel in the past or in the future. However, by knowing the dynamics, where the past and the future coexist at the same time and place, therefore, coinciding with the present, they cannot find the right solution to this problem. Maybe in the future, far away, when you realize and accept all those theories, according to which forces and dimensions act in the universe, which go far beyond our elementary scientific bases. It is also true that human history is or should be a temporal continuum, yet in it a myriad of controversial factors have been triggered which contradict it, while historical voids ignite perplexities and doubts, which science itself cannot explain, those accepted they seem historical excerpts that suddenly appear to disappear in the meanders of time. So much to push a large number of modern scholars and researchers who, in the light of continuous discoveries, support the theory that the history of human civilization as told to us must be totally rewritten. Theory that I, among other things, share.  Angelo Virgillito


Ho incontrato il demonio

 PROSSIMO ALLE STAMPE In quest'ultimo libro preparatevi a varcare la soglia di un racconto, dove ogni pagina annuncia una lotta eterna, ...