giovedì 18 marzo 2021

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: La verità sfuggente di una consapevolezza superiore

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: La verità sfuggente di una consapevolezza superiore:   La  verità  sfuggente di una consapevolezza superiore Il testo che segue è tratto dal libro di Angelo Virgillito, dal titolo: "LE S...

La verità sfuggente di una consapevolezza superiore

 La verità sfuggente di una consapevolezza superiore

Il testo che segue è tratto dal libro di Angelo Virgillito, dal titolo: "LE STRADE NEI CIELI DEGLI ANUNNAKI", Independently published, Codice ISBN: 9798587181892, in vendita on line su Amazon.






[...] A volte è conveniente accettare talune verità, emerse dagli studi condotti su particolari teorie alternative, per tutta una sequela di motivi, sia di tipo informativo sia per le prove tangibili a esse connesse, eppure la molteplicità delle contraddizioni storiche, suffragate da innumerevoli indizi, a rigor di logica, dovrebbero far protendere l’ago della bilancia in favore delle nuove congetture. Tuttavia c’è ancora una parte di studiosi, accademici e ricercatori, che nonostante le evidenze, si ostinano a mantenere le proprie posizioni. Riscrivere l’intero capitolo della storia umana innescherebbe un processo di rivoluzione nel delicato equilibrio dell’intero panorama culturale,  societario, religioso ed economico, in tutte le civiltà presenti sul pianeta.




Eppure se il nostro ragionamento è nel giusto, l’unica ipotesi plausibile è quella secondo la quale gli ominidi che vagabondavano tra le terre emerse del pianeta, il cui linguaggio era più un grugnito scimmiesco che un lessico parlato, quando videro che dal cielo scesero delle strane creature, a bordo di vascelli volanti, l’unico pensiero che i nostri progenitori furono in grado di elaborare, dopo i primi momenti di smarrimento e paura, è stato intercalato nella sfera del sovrannaturale.


Gli insegnamenti che ne derivarono furono altresì, interpretati come doni divini, mentre i loro artefici si guardarono bene di fornire delle spiegazioni più terrene. L’uomo però, era ancora a uno stadio troppo primitivo perché potesse comprendere la natura e gli effetti che tali incontri avrebbero prodotto nel corso della sua evoluzione, di conseguenza, una tale situazione, probabilmente, spinse questi viaggiatori dello spazio a investirsi di un’aurea divina mentre  alteravano il delicato equilibrio evolutivo della vita sulla Terra, intervenendo sulla genetica di queste scimmie evolute. Perché?

Perché li facessero sentire onnipotenti o perché gli servivano delle creature senzienti, ma non evolute culturalmente, per i lavori più umili, o perché volevano testare un loro progetto di genetica?

Oppure volevano semplicemente creare una nuova razza?

 Oppure volevano sostituirsi al Creatore di tutte le cose, nel vano tentativo di scoprire il segreto dell’immortalità dell’anima?

L’unico dato certo è quello secondo il quale tra i tanti insegnamenti e le opportune modifiche genetiche effettuate sulle creature terrestri, l’uomo, nel corso dei millenni è stato condizionato e istruito sul come odiare e uccidere il proprio simile, con un unico obiettivo: la bramosia delle ricchezze e del potere che, grazie all’uomo, suo schiavo, tali pseudo divinità rinforzavamo i propri domini divini.

Non è né accettabile tanto meno logica l’idea che un Dio, nella sua accezione universale, ami un figlio e odi l’altro, eppure nell’uomo è stato innestato questo concetto deviante di base, una sorta di seme della discordia, dal quale scaturisce l’odio e l’intolleranza sia etnica sia religiosa, le cui posizioni, sin dagli inizi della storia conosciuta post-diluviana, sono sfociate in guerre e genocidi di massa, solo per emulare un dio che non è, certo, quel Nume Supremo, quel Dio creatore, quell’Architetto universale da cui tutto è scaturito.

 

L’uomo però, non è più abituato a pensare o a sentirsi parte integrante dell’universo, perché sin dalle sue origini gli è stato insegnato ad amare un “dio” terreno precludendogli la via del sapere, della conoscenza, per dirla in breve: gli è stata interdetta la possibilità di acquisire ogni conoscenza che potesse farlo evolvere in consapevolezza.

Riflettendo su queste logiche mi ritrovo con più di venti pretendenti che aspirano o che affermerebbero essere stati investiti della grazia di Dio, quindi di essere divini. Secondo la storiografia religiosa accompagnata da leggende sacre queste figure, che siano messia, salvatori o figli di Dio, sarebbero scese dal cielo avendo sembianze umane, o si sarebbero incarnate in un corpo, mostrando in egual tempo prove incontestabili della loro origine divina compiendo miracoli, prodigi, dimostrando, di conseguenza, di possedere virtù eccezionali.




A questo punto ci domandiamo a quale Gesù ( nella foto gesu-cristo-lunto-kreistos-il-messia-sayidna-isa) dobbiamo credere: all'Indostano Krishna, all'Indiano Buddha, a Salivahana delle isole Bermuda (foto sotto), agli dèi egizi Zulis, o Zulhe, o anche Osiride e Horus, allo scandinavo Odino, al caldeo Crite, al persiano Zoroastro, ai fenici Baal e Taut, al tibetano Indra, all'afgano Bali, al nepalese Jao, al Bilingonese Wittoba, al siriano Thammuz, al frigio Arys, al tracio Xamolxis e Zoar dei Bonzi, all'assiro Adad, ai siamesi Deva Tat e Sammonocadam, al tebano Alcide, Mikado dei Sintoos, al giapponese Beddru, Hesus o Eros e Bremrillah dei Druidi, al gallico Thor, figlio di Odino, al greco Cadmo, Hil e Feta dei Mandaiti, o ai messicani Quetzalcóatl e Gentaut, il re universale delle Sibille, a Ischy dell'isola di Formosa, al maestro divino di Platone, al santo di Xaca, ai cinesi Fohi e Tien, Adone, al figlio della vergine greca Lo, ai romani Issione e Quirino, o Prometeo del Caucaso e non certo per ultimo l'arabo Maometto, poiché ogni cultura ne aveva uno che aspirava o aveva posto le basi per la salvezza del mondo, per poi ascendere al cielo?




La visione umana è del tutto soggettiva, racchiusa all’interno di una matrice che lo guida in funzione delle propria sfera culturale in cui l’individuo ha vissuto e vive. Pertanto il Cristo ha assunto un’immagine e un linguaggio consono in funzione del corredo culturale in cui si è manifestato.

In definitiva possiamo affermare che a questa domanda non è difficile rispondere perché se c’è un unico Dio creatore, c’è un unico Gesù che poi sia sceso numerose volte sulla terra, nel corso della storia umana e abbia assunto numerosi nomi poco importa. E’ ciò che egli ha voluto trasmettere. E ciò che accomuna tutte queste divinità o profeti è il suo messaggio d’Amore universale, uguali per tutti i popoli della Terra, perché egli è il Padre, la fonte da cui tutto è scaturito e celato nella sfera del sovrannaturale di ogni essere umano. C’è una note dolente in tutto questo vasto panorama che racchiude l’intera esistenza umana ed è la mistificazione del suo messaggio, che in alcune aree del pianeta è stato volutamente alterato e adeguato a quel subdolo potere politico e religioso, che si è imposto nel corso della storia post-diluviana, il cui scopo è stato l’assoggettamento dei popoli per soddisfare una mente superiore e nefasta, che sia aliena o arcontica poco importa.

La sfuggente verità

A volte è conveniente accettare talune verità, emerse dagli studi condotti su particolari teorie alternative, per tutta una sequela di motivi, sia di tipo informativo sia per le prove tangibili a esse connesse, eppure la molteplicità delle contraddizioni storiche, suffragate da innumerevoli indizi, a rigor di logica, dovrebbero far protendere l’ago della bilancia in favore delle nuove congetture. Tuttavia c’è ancora una parte di studiosi, accademici e ricercatori, che nonostante le evidenze, si ostinano a mantenere le proprie posizioni. Riscrivere l’intero capitolo della storia umana innescherebbe un processo di rivoluzione nel delicato equilibrio dell’intero panorama culturale,  societario, religioso ed economico, in tutte le civiltà presenti sul pianeta.

Eppure se il nostro ragionamento è nel giusto, l’unica ipotesi plausibile è quella secondo la quale gli ominidi che vagabondavano tra le terre emerse del pianeta, il cui linguaggio era più un grugnito scimmiesco che un lessico parlato, quando videro che dal cielo scesero delle strane creature, a bordo di vascelli volanti, l’unico pensiero che i nostri progenitori furono in grado di elaborare, dopo i primi momenti di smarrimento e paura, è stato intercalato nella sfera del sovrannaturale.

Gli insegnamenti che ne derivarono furono altresì, interpretati come doni divini, mentre i loro artefici si guardarono bene di fornire delle spiegazioni più terrene. L’uomo però, era ancora a uno stadio troppo primitivo perché potesse comprendere la natura e gli effetti che tali incontri avrebbero prodotto nel corso della sua evoluzione, di conseguenza, una tale situazione, probabilmente, spinse questi viaggiatori dello spazio a investirsi di un’aurea divina mentre  alteravano il delicato equilibrio evolutivo della vita sulla Terra, intervenendo sulla genetica di queste scimmie evolute. Perché?

Perché li facessero sentire onnipotenti o perché gli servivano delle creature senzienti, ma non evolute culturalmente, per i lavori più umili, o perché volevano testare un loro progetto di genetica?

Oppure volevano semplicemente creare una nuova razza?

 Oppure volevano sostituirsi al Creatore di tutte le cose, nel vano tentativo di scoprire il segreto dell’immortalità dell’anima?

L’unico dato certo è quello secondo il quale tra i tanti insegnamenti e le opportune modifiche genetiche effettuate sulle creature terrestri, l’uomo, nel corso dei millenni è stato condizionato e istruito sul come odiare e uccidere il proprio simile, con un unico obiettivo: la bramosia delle ricchezze e del potere che, grazie all’uomo, suo schiavo, tali pseudo divinità rinforzavamo i propri domini divini.

Non è né accettabile tanto meno logica l’idea che un Dio, nella sua accezione universale, ami un figlio e odi l’altro, eppure nell’uomo è stato innestato questo concetto deviante di base, una sorta di seme della discordia, dal quale scaturisce l’odio e l’intolleranza sia etnica sia religiosa, le cui posizioni, sin dagli inizi della storia conosciuta post-diluviana, sono sfociate in guerre e genocidi di massa, solo per emulare un dio che non è, certo, quel Nume Supremo, quel Dio creatore, quell’Architetto universale da cui tutto è scaturito.

 

L’uomo però, non è più abituato a pensare o a sentirsi parte integrante dell’universo, perché sin dalle sue origini gli è stato insegnato ad amare un “dio” terreno precludendogli la via del sapere, della conoscenza, per dirla in breve: gli è stata interdetta la possibilità di acquisire ogni conoscenza che potesse farlo evolvere in consapevolezza.

Riflettendo su queste logiche mi ritrovo con più di venti pretendenti che aspirano o che affermerebbero essere stati investiti della grazia di Dio, quindi di essere divini. Secondo la storiografia religiosa accompagnata da leggende sacre queste figure, che siano messia, salvatori o figli di Dio, sarebbero scese dal cielo avendo sembianze umane, o si sarebbero incarnate in un corpo, mostrando in egual tempo prove incontestabili della loro origine divina compiendo miracoli, prodigi, dimostrando, di conseguenza, di possedere virtù eccezionali.

A questo punto ci domandiamo a quale Gesù dobbiamo credere: all'Indostano Krishna, all'Indiano Buddha, a Salivahana delle isole Bermuda, agli dèi egizi Zulis, o Zulhe, o anche Osiride e Horus, allo scandinavo Odino, al caldeo Crite, al persiano Zoroastro, ai fenici Baal e Taut, al tibetano Indra, all'afgano Bali, al nepalese Jao, al Bilingonese Wittoba, al siriano Thammuz, al frigio Arys, al tracio Xamolxis e Zoar dei Bonzi, all'assiro Adad, ai siamesi Deva Tat e Sammonocadam, al tebano Alcide, Mikado dei Sintoos, al giapponese Beddru, Hesus o Eros e Bremrillah dei Druidi, al gallico Thor, figlio di Odino, al greco Cadmo, Hil e Feta dei Mandaiti, o ai messicani Quetzalcóatl e Gentaut, il re universale delle Sibille, a Ischy dell'isola di Formosa, al maestro divino di Platone, al santo di Xaca, ai cinesi Fohi e Tien, Adone, al figlio della vergine greca Lo, ai romani Issione e Quirino, o Prometeo del Caucaso e non certo per ultimo l'arabo Maometto, poiché ogni cultura ne aveva uno che aspirava o aveva posto le basi per la salvezza del mondo, per poi ascendere al cielo?

La visione umana è del tutto soggettiva, racchiusa all’interno di una matrice che lo guida in funzione delle propria sfera culturale in cui l’individuo ha vissuto e vive. Pertanto il Cristo ha assunto un’immagine e un linguaggio consono in funzione del corredo culturale in cui si è manifestato.

In definitiva possiamo affermare che a questa domanda non è difficile rispondere perché se c’è un unico Dio creatore, c’è un unico Gesù che poi sia sceso numerose volte sulla terra, nel corso della storia umana e abbia assunto numerosi nomi poco importa. E’ ciò che egli ha voluto trasmettere. E ciò che accomuna tutte queste divinità o profeti è il suo messaggio d’Amore universale, uguali per tutti i popoli della Terra, perché egli è il Padre, la fonte da cui tutto è scaturito e celato nella sfera del sovrannaturale di ogni essere umano. C’è una note dolente in tutto questo vasto panorama che racchiude l’intera esistenza umana ed è la mistificazione del suo messaggio, che in alcune aree del pianeta è stato volutamente alterato e adeguato a quel subdolo potere politico e religioso, che si è imposto nel corso della storia post-diluviana, il cui scopo è stato l’assoggettamento dei popoli per soddisfare una mente superiore e nefasta, che sia aliena o arcontica poco importa.


Copyright 2021 Angelo Virgillito

giovedì 18 febbraio 2021

TUTTO AVRA' UNA FINE?

Tutto avrà una fine? Forse si, oppure neanche no.
C'è stato insegnato a rincorrere chimere, accumulare ricchezze, a distruggere tutto ciò che ci circonda e uccidere, massacrare, sezionare persino i nostri stessi fratelli, non curanti di ciò che c'è al di fuori della nostra misera sfera vitale e di quel tempo che c'è stato concesso per sperimentare il senso della vita stessa in questa dimensione. Ma se da un lato ci confrontiamo con difficoltà nel panorama trascendentale insito in noi, alle cui prime difficoltà preferiamo abbandonare ogni tentativo di crescita, dall'altro nonostante che siamo continuamente messi alla prova a risolvere teoremi meccanicistici, la cui importanza nel contesto cosmico, non ha nessun valore o quanto meno quel tanto che basterebbe a nutrirci per continuare a vivere, lottiamo giorno dopo giorno per conquistare ciò che non esiste.

La ricerca del vero significato della vita dovrebbe essere una costante, un obbiettivo indissolubile nella ricerca di noi stessi, perché per comprendere ciò che esiste la fuori dobbiamo prima conoscere a fondo noi stessi. La ricerca interiore per noi creature terrestri senzienti ha un valore inestimabile, ma preferiamo vivere una vita scialba, senza ideali, spostando la nostra attenzione su un fenomeno "olografico" che gratifica soltanto il nostro ego e non certo la nostra coscienza trascendentale.

Siamo i custodi di una coscienza cosmica che noi chiamiamo anima, ma siamo incapaci di comunicare con essa. Ella non ci risponde, perché si è assopita, preferisce non farsi contagiare da quel flusso distorto in cui noi quotidianamente amiamo sguazzarci dentro. Eppure basterebbe poco per risvegliarla e riconnetterla con noi stessi, permettendoci di comprendere chi e cosa siamo. Il tempo a nostra disposizione e troppo breve ma sufficiente a compiere quel balzo verso quella comprensione che è al di fuori dei dogmi religiosi o dei concetti meccanicistici a cui siamo stati abituati, pronta ad accompagnarci verso una consapevolezza superiore.
Perché essa non è la fine ma il fine a se stesso, la meta finale da raggiungere.

In disaccordo troviamo l'intero comparto scientifico, il quale sostiene che: "Tutto avrà una fine!" ipotesi avanzata dai matematici e dai fisici quantistici, i quali sostengono, secondo i loro modelli matematici della fisica quantistica, che l'universo, in un tempo distante decine e decine di miliardi avanti nel futuro, si spegnerà. Teoremi meccanicistici di futuri possibili, che oscurano persino il principio di base della stessa fisica, così come la conosciamo, il quale afferma che: "Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma", quindi se le stelle, le galassie si disintegreranno, i buchi neri collasseranno distruggendosi a vicenda, persino l'energia prodotta da tutte queste collisioni sparirà ciò che alla fine resterebbe nello spazio vuoto e siderale saranno solo dei semplici fotoni, cioè sarebbero delle particelle elementari di energia radiante, corrispondente a un quanto di radiazione elettromagnetica, quindi non tutto cesserà di esistere. E' strano che una teoria così sofisticata pone una forte contraddizione su quanto viene affermato dagli stessi teorici quantistici, cioè che l'universo cesserà di esistere in tutte le sue forme e poi mi vengono a dire che le uniche particelle che resteranno sono i fotoni. C'è qualcosa che non quadra. Tuttavia mi chiedo: Se tutto questo è un futuro possibile che fine ha fatto l'energia oscura? Inoltre se tutto è stato creato o generato da un'unica fonte e presumibile che tutto dovrebbe ritornare alla medesima fonte, allora perché i fisici quantistici preferiscono omettere questo passaggio, sostituendolo con una plausibile e infinitesimale porta, attraversando la quale si creerebbero altri mini universi che a sua volta genererebbero la vita? Che sia quella porta che permetterà alla coscienza cosmica di ricostruire ciò che in un futuro assai lontano sarebbe destinato a finire?

C'è un video, con sottotitoli in italiano, molto ben fatto, sia nella sequenza delle immagini, sia nelle spiegazioni molto succinte e ben articolate che vi invito a guardare, nel quale si racconta i risultati ottenuti dai teoremi quantistici e quale sarà o dovrebbe essere la fine dell'universo.





 

domenica 10 gennaio 2021

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: LE STRADE NEI CIELI DEGLI ANUNNAKI - II edizione

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: LE STRADE NEI CIELI DEGLI ANUNNAKI - II edizione:   Con il precedente libro “Il tempio perduto degli Anunnaki”, del 2013, oggi ripubblicato con la formula  In dependently published ,  in una...

LE STRADE NEI CIELI DEGLI ANUNNAKI - II edizione

 Con il precedente libro “Il tempio perduto degli Anunnaki”, del 2013, oggi ripubblicato con la formula Independently publishedin una nuova versione aggiornata,  ....




.... c’eravamo lasciati con un’ipotesi secondo la quale nei territori del versante meridionale dell’Etna gli antichi dèi/Anunnaki, guidati dal dio Adranòs alias Adad, una divinità siciliana risalente al II millennio a.C., avevano realizzato delle strutture scientifiche, per analizzare e sondare il sottosuolo dell’intera area simetina (un termine utilizzato da alcuni cultori di storia patria locali, per identificare quella parte di territorio paternese, ricadente nella valle del Simeto e a ridosso del versante meridionale dell’Etna). Strutture che, a seguito di un’enorme esplosione del cono vulcanico, avvenuta intorno al V millennio a.C., furono trascinate nei fondali marini del Mediterraneo, di conseguenza ogni più piccola traccia risalente al periodo precedente l’eruzione, è andata perduta per sempre. Il libro inizialmente sembrava esaustivo, tuttavia, ulteriori ricerche ci hanno condotto ad analizzare fatti e circostanze che ci hanno guidato a un'ulteriore ipotesi, che ci ha permesso di individuare un corridoio aereo utilizzato dagli antichi dèi/Anunnaki, per raggiungere il loro avamposto siciliano. Questa ulteriore indagine chiarisce e rafforza molte delle idee proposte nel precedente libro.

Così il 31 dicembre scorso ho pubblicato il terzo volume di questa saga che sembra non avere fine, dal titolo "LE STRADE NEI CIELI DEGLI ANUNNAKI".  con codice ISBN 9798591006174





Il libro è in vendita su Amazon. Per facilitarvi la ricerca vi allego il link della mia pagina personale su Amazon dove troverete questo insieme a tutti gli altri libri da me pubblicati in tutti questi anni.

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Copyright dicembre 2020 

Angelo Virgillito

mercoledì 16 dicembre 2020

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: ALLA RICERCA DELLA VERA ESSENZA UMANA

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: ALLA RICERCA DELLA VERA ESSENZA UMANA:       ALLA RICERCA DELLA VERA #ESSENZA UMANA  Questa è una prima bozza dell'introduzione al mio nuovo filone d'indagine che in...

ALLA RICERCA DELLA VERA ESSENZA ANIMICA

    ALLA RICERCA

 DELLA VERA #ESSENZA ANIMICA

Questa è una prima bozza dell'introduzione al mio nuovo filone d'indagine che intendo portare avanti. A tutti i miei amici e non, vi rivolgo un invito particolare: chi volesse aiutarmi con consigli e informazioni utili, mi contatti in privato su Fb. Grazie di CUORE!

Nel corso della vita di ogni uomo ci sono delle fasi che ci inducono a scelte esistenziali ben definite come: la ricerca della vera essenza animica. Esse emergono quando si raggiunge un certo grado di consapevolezza. Ma non sono tutte rose e fiori, perché s’innesca un complicatissimo meccanismo dovuto alla totale mancanza d'informazioni, creando una valanga di stati interiori nei quali primeggiano particolari condizioni di disagio che, a causa delle quali, si ha la sensazione che tutto ciò che ci circonda inizia a restringersi, come se la realtà, che stiamo vivendo, si trasmuta materializzandosi, per poi, dare il via a un processo di restrizione dei propri confini dell'esistenza evolutiva dell'essere. Una costrizione mentale interiore che soli pochi esseri umani (maschi e femmine) riescono ad avvertire, perché è talmente fastidiosa che nel resto dell'umanità, quando ciò accade, inconsapevolmente le loro menti attivino quel processo di auto-conservazione innato in ogni essere vivente.

 

La de-evoluzione dell'essenza umana

Nell’uomo è del tutto spontaneo. Il tutto avviene inconsapevolmente e a livello neurale, in particolar modo nell’area dove risiede la componente animica. Che sia una condizione dovuta alla sua primordiale status di appartenenza al regno animale? Forse! Tuttavia è ben conosciuta nell’ambito medico con il nome di: spirito di conservazione. Ed è grazie a questa matrice genetica, che nel corso della storia umana ha permesso a quest’animale/uomo di superare molte sfide, per giungere a questo moderno stadio evolutivo, in cui ci troviamo oggi, ma che non ci appartiene. 

La riprogrammazione genetica


Molte di queste sfide l’uomo le ha superate, ma tante altre no. Le cause sono da ricercare nelle influenze esterne, le quali hanno preso il sopravvento, creando una nuova e falsa realtà. Siamo stati modellati su schemi e paradigmi del tutto errati, non certo per l’incapacità umana, ma per le restrizioni mentali che furono innestate nel corso della riprogrammazione del suo genoma. Per l’animale/uomo furono effetti devastanti. Il processo riformulò i campi delle frequenze energetiche, che iniziarono a interferire con le armoniche universali con le quali, un tempo, l'animale/uomo era in stretta correlazione.

Il legame tra cielo e terra dell’animale/uomo

Il suo ingresso nel nuovo panorama evolutivo cosmico, non è stato del tutto trionfale, anzi, è da quel momento che l’intelletto dell’animale/uomo, privo della sua parte animica, spezzava il legame cielo/Terra che lo aveva, fino a quel momento, reso parte integrante dell’unicità dell’essere. L'uomo, sin dalle sue origini, cioè prima che esso divenisse “Sapiens”, riusciva a vedere e ad ascoltare, in perfetta sintonia con le leggi che governano i flussi energetici dell’universo, oggi non ricorda nemmeno ciò che ha mangiato il giorno prima se non lo legge sulla sua agenda elettronica. La scienza ufficiale parla di una continua evoluzione biologica e di uno sviluppo industriale che ha migliorato la condizione umana.

Ma è realmente così?

Alla luce di come l'uomo moderno interagisce nel panorama societario, possiamo affermare senza timore di smentita che, esso si stia trasformando in un automa, totalmente condizionato e assoggettato a un "potere" nefasto e distruttivo. 




L'uomo e le creature di altri mondi

Nel corso della storia umana, dunque, l'uomo ha raggiunto, traguardi inimmaginabili, ma, con il trascorrere del tempo, egli perdeva la stretta connessione di cielo/terra che lo aveva reso parte integrante del disegno divino. Le cause sono da addebitare a forze esterne, a creature giunte da altri mondi, che hanno interferito sul normale processo evolutivo dell’animale/uomo. Il nuovo status ha ribaltato la realtà umana, trasformando l’animale/uomo da creatura sovrana e libera, in esseri totalmente assoggettati al volere di queste creature non terrestri. E sono questi ultimi che hanno deliberatamente cancellato, distrutto e occultato, il passato dell’uomo, riprogrammando la sua mente, affinché la sfera della sua conoscenza restasse dentro i ristretti confini della mediocrità intellettuale.





Il risveglio della parte animica dell’uomo

Così oggi, ci ritroviamo a guardare scene artefatte di una realtà che non dovrebbe esistere, i cui protagonisti sono l'ego, l'arroganza e la totale repulsione a quelle nuove forme di pensiero, che stanno permettendo a molti di noi di superare quel confine che ci fu imposto, risvegliando la nostra vera essenza animica. Un confine delimitato da un ipotetico muro, creato da queste creature non terrestri nel corso della storia umana, che innestarono nell’animale/uomo un complesso meccanismo basato su restrizioni e imposizioni, da coloro i quali detenevano parte di quella conoscenza che gli antichi dèi/alieni condivisero soltanto con alcuni umani. Eppure sono in pochi fino ad oggi, gli umani che hanno osato spingersi oltre quel muro, di là del quale hanno scorto non panorami idilliaci, ma la vera natura umana nella sua manifestazione e interazione con tutto ciò che alimenta e muove ogni singola fase evolutiva, generando quella consapevolezza cosmica a cui tutti noi apparteniamo.




Una nuova indagine

 Ed è da questa riflessione che da qualche giorno ho iniziato a pormi delle domande che esulano dal quel panorama restrittivo in cui mi ero addentrato circa venticinque anni fa. Tuttavia, alla luce delle nuove ricerche e studi da me condotti sull'origine umana, ho supposto, erroneamente, che fosse dovuta a una singola razza, ma per quanto appreso, oggi, ritengo che il primato di “creatori” potrebbe essere accreditato a più razze non terrestri. Creatori o meno resta un’evidente realtà: sulla Terra vive una razza, il moderno uomo sapiens, la cui latente energia vitale è contesa tra decine e decine di razze non terrestri. Eppure essa resta l’animale più misterioso presente su questo pianeta.

Ma qual è la vera essenza dell'uomo?



La risposta a questa domanda non la si trova tra le pagine dei libri ne nei concetti metafisici o scientifici. Ed è questo che mi ha spinto a prendere un’importante decisione, che non vuol essere un'imposizione mentale, ma una conditio sine qua non, una tappa obbligata nel percorso evolutivo, che ogni uomo dovrebbe fare. Tuttavia è una scelta che non tutti sono disposti ad accettare, perché essa stravolge la propria monotona esistenza nel contesto societario evolutivo terrestre, ma allo stesso tempo in essa si innestano processi i cui effetti inciderebbero pesantemente sulla parte animica dell’essere, una sorta di ribaltamento delle proprie credenze sociali, politiche e religiose, e persino intellettive, in cui si è creduto fino ad oggi.  Per ovvie ragioni non tutto viene cancellato in questa fase di riordinamento mentale. Gran parte delle conoscenze acquisite diverrebbero i motori, i principi da cui partire per avventurarsi in un viaggio a ritroso nel tempo e nello spazio, per apprendere le prime basi sulla vera natura umana, l'importanza che ogni uomo ricopre nell'evoluzione cosmica, con l’intento di risvegliare la sua parte animica. 

Angelo Virgillito



Copyright © dicembre 2020

Ho incontrato il demonio

 PROSSIMO ALLE STAMPE In quest'ultimo libro preparatevi a varcare la soglia di un racconto, dove ogni pagina annuncia una lotta eterna, ...