giovedì 18 febbraio 2021

TUTTO AVRA' UNA FINE?

Tutto avrà una fine? Forse si, oppure neanche no.
C'è stato insegnato a rincorrere chimere, accumulare ricchezze, a distruggere tutto ciò che ci circonda e uccidere, massacrare, sezionare persino i nostri stessi fratelli, non curanti di ciò che c'è al di fuori della nostra misera sfera vitale e di quel tempo che c'è stato concesso per sperimentare il senso della vita stessa in questa dimensione. Ma se da un lato ci confrontiamo con difficoltà nel panorama trascendentale insito in noi, alle cui prime difficoltà preferiamo abbandonare ogni tentativo di crescita, dall'altro nonostante che siamo continuamente messi alla prova a risolvere teoremi meccanicistici, la cui importanza nel contesto cosmico, non ha nessun valore o quanto meno quel tanto che basterebbe a nutrirci per continuare a vivere, lottiamo giorno dopo giorno per conquistare ciò che non esiste.

La ricerca del vero significato della vita dovrebbe essere una costante, un obbiettivo indissolubile nella ricerca di noi stessi, perché per comprendere ciò che esiste la fuori dobbiamo prima conoscere a fondo noi stessi. La ricerca interiore per noi creature terrestri senzienti ha un valore inestimabile, ma preferiamo vivere una vita scialba, senza ideali, spostando la nostra attenzione su un fenomeno "olografico" che gratifica soltanto il nostro ego e non certo la nostra coscienza trascendentale.

Siamo i custodi di una coscienza cosmica che noi chiamiamo anima, ma siamo incapaci di comunicare con essa. Ella non ci risponde, perché si è assopita, preferisce non farsi contagiare da quel flusso distorto in cui noi quotidianamente amiamo sguazzarci dentro. Eppure basterebbe poco per risvegliarla e riconnetterla con noi stessi, permettendoci di comprendere chi e cosa siamo. Il tempo a nostra disposizione e troppo breve ma sufficiente a compiere quel balzo verso quella comprensione che è al di fuori dei dogmi religiosi o dei concetti meccanicistici a cui siamo stati abituati, pronta ad accompagnarci verso una consapevolezza superiore.
Perché essa non è la fine ma il fine a se stesso, la meta finale da raggiungere.

In disaccordo troviamo l'intero comparto scientifico, il quale sostiene che: "Tutto avrà una fine!" ipotesi avanzata dai matematici e dai fisici quantistici, i quali sostengono, secondo i loro modelli matematici della fisica quantistica, che l'universo, in un tempo distante decine e decine di miliardi avanti nel futuro, si spegnerà. Teoremi meccanicistici di futuri possibili, che oscurano persino il principio di base della stessa fisica, così come la conosciamo, il quale afferma che: "Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma", quindi se le stelle, le galassie si disintegreranno, i buchi neri collasseranno distruggendosi a vicenda, persino l'energia prodotta da tutte queste collisioni sparirà ciò che alla fine resterebbe nello spazio vuoto e siderale saranno solo dei semplici fotoni, cioè sarebbero delle particelle elementari di energia radiante, corrispondente a un quanto di radiazione elettromagnetica, quindi non tutto cesserà di esistere. E' strano che una teoria così sofisticata pone una forte contraddizione su quanto viene affermato dagli stessi teorici quantistici, cioè che l'universo cesserà di esistere in tutte le sue forme e poi mi vengono a dire che le uniche particelle che resteranno sono i fotoni. C'è qualcosa che non quadra. Tuttavia mi chiedo: Se tutto questo è un futuro possibile che fine ha fatto l'energia oscura? Inoltre se tutto è stato creato o generato da un'unica fonte e presumibile che tutto dovrebbe ritornare alla medesima fonte, allora perché i fisici quantistici preferiscono omettere questo passaggio, sostituendolo con una plausibile e infinitesimale porta, attraversando la quale si creerebbero altri mini universi che a sua volta genererebbero la vita? Che sia quella porta che permetterà alla coscienza cosmica di ricostruire ciò che in un futuro assai lontano sarebbe destinato a finire?

C'è un video, con sottotitoli in italiano, molto ben fatto, sia nella sequenza delle immagini, sia nelle spiegazioni molto succinte e ben articolate che vi invito a guardare, nel quale si racconta i risultati ottenuti dai teoremi quantistici e quale sarà o dovrebbe essere la fine dell'universo.





 

domenica 10 gennaio 2021

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: LE STRADE NEI CIELI DEGLI ANUNNAKI - II edizione

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: LE STRADE NEI CIELI DEGLI ANUNNAKI - II edizione:   Con il precedente libro “Il tempio perduto degli Anunnaki”, del 2013, oggi ripubblicato con la formula  In dependently published ,  in una...

LE STRADE NEI CIELI DEGLI ANUNNAKI - II edizione

 Con il precedente libro “Il tempio perduto degli Anunnaki”, del 2013, oggi ripubblicato con la formula Independently publishedin una nuova versione aggiornata,  ....




.... c’eravamo lasciati con un’ipotesi secondo la quale nei territori del versante meridionale dell’Etna gli antichi dèi/Anunnaki, guidati dal dio Adranòs alias Adad, una divinità siciliana risalente al II millennio a.C., avevano realizzato delle strutture scientifiche, per analizzare e sondare il sottosuolo dell’intera area simetina (un termine utilizzato da alcuni cultori di storia patria locali, per identificare quella parte di territorio paternese, ricadente nella valle del Simeto e a ridosso del versante meridionale dell’Etna). Strutture che, a seguito di un’enorme esplosione del cono vulcanico, avvenuta intorno al V millennio a.C., furono trascinate nei fondali marini del Mediterraneo, di conseguenza ogni più piccola traccia risalente al periodo precedente l’eruzione, è andata perduta per sempre. Il libro inizialmente sembrava esaustivo, tuttavia, ulteriori ricerche ci hanno condotto ad analizzare fatti e circostanze che ci hanno guidato a un'ulteriore ipotesi, che ci ha permesso di individuare un corridoio aereo utilizzato dagli antichi dèi/Anunnaki, per raggiungere il loro avamposto siciliano. Questa ulteriore indagine chiarisce e rafforza molte delle idee proposte nel precedente libro.

Così il 31 dicembre scorso ho pubblicato il terzo volume di questa saga che sembra non avere fine, dal titolo "LE STRADE NEI CIELI DEGLI ANUNNAKI".  con codice ISBN 9798591006174





Il libro è in vendita su Amazon. Per facilitarvi la ricerca vi allego il link della mia pagina personale su Amazon dove troverete questo insieme a tutti gli altri libri da me pubblicati in tutti questi anni.

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Copyright dicembre 2020 

Angelo Virgillito

mercoledì 16 dicembre 2020

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: ALLA RICERCA DELLA VERA ESSENZA UMANA

KA TAN LA TERRA DEGLI ANTICHI DEI/ANUNNAKI: ALLA RICERCA DELLA VERA ESSENZA UMANA:       ALLA RICERCA DELLA VERA #ESSENZA UMANA  Questa è una prima bozza dell'introduzione al mio nuovo filone d'indagine che in...

ALLA RICERCA DELLA VERA ESSENZA ANIMICA

    ALLA RICERCA

 DELLA VERA #ESSENZA ANIMICA

Questa è una prima bozza dell'introduzione al mio nuovo filone d'indagine che intendo portare avanti. A tutti i miei amici e non, vi rivolgo un invito particolare: chi volesse aiutarmi con consigli e informazioni utili, mi contatti in privato su Fb. Grazie di CUORE!

Nel corso della vita di ogni uomo ci sono delle fasi che ci inducono a scelte esistenziali ben definite come: la ricerca della vera essenza animica. Esse emergono quando si raggiunge un certo grado di consapevolezza. Ma non sono tutte rose e fiori, perché s’innesca un complicatissimo meccanismo dovuto alla totale mancanza d'informazioni, creando una valanga di stati interiori nei quali primeggiano particolari condizioni di disagio che, a causa delle quali, si ha la sensazione che tutto ciò che ci circonda inizia a restringersi, come se la realtà, che stiamo vivendo, si trasmuta materializzandosi, per poi, dare il via a un processo di restrizione dei propri confini dell'esistenza evolutiva dell'essere. Una costrizione mentale interiore che soli pochi esseri umani (maschi e femmine) riescono ad avvertire, perché è talmente fastidiosa che nel resto dell'umanità, quando ciò accade, inconsapevolmente le loro menti attivino quel processo di auto-conservazione innato in ogni essere vivente.

 

La de-evoluzione dell'essenza umana

Nell’uomo è del tutto spontaneo. Il tutto avviene inconsapevolmente e a livello neurale, in particolar modo nell’area dove risiede la componente animica. Che sia una condizione dovuta alla sua primordiale status di appartenenza al regno animale? Forse! Tuttavia è ben conosciuta nell’ambito medico con il nome di: spirito di conservazione. Ed è grazie a questa matrice genetica, che nel corso della storia umana ha permesso a quest’animale/uomo di superare molte sfide, per giungere a questo moderno stadio evolutivo, in cui ci troviamo oggi, ma che non ci appartiene. 

La riprogrammazione genetica


Molte di queste sfide l’uomo le ha superate, ma tante altre no. Le cause sono da ricercare nelle influenze esterne, le quali hanno preso il sopravvento, creando una nuova e falsa realtà. Siamo stati modellati su schemi e paradigmi del tutto errati, non certo per l’incapacità umana, ma per le restrizioni mentali che furono innestate nel corso della riprogrammazione del suo genoma. Per l’animale/uomo furono effetti devastanti. Il processo riformulò i campi delle frequenze energetiche, che iniziarono a interferire con le armoniche universali con le quali, un tempo, l'animale/uomo era in stretta correlazione.

Il legame tra cielo e terra dell’animale/uomo

Il suo ingresso nel nuovo panorama evolutivo cosmico, non è stato del tutto trionfale, anzi, è da quel momento che l’intelletto dell’animale/uomo, privo della sua parte animica, spezzava il legame cielo/Terra che lo aveva, fino a quel momento, reso parte integrante dell’unicità dell’essere. L'uomo, sin dalle sue origini, cioè prima che esso divenisse “Sapiens”, riusciva a vedere e ad ascoltare, in perfetta sintonia con le leggi che governano i flussi energetici dell’universo, oggi non ricorda nemmeno ciò che ha mangiato il giorno prima se non lo legge sulla sua agenda elettronica. La scienza ufficiale parla di una continua evoluzione biologica e di uno sviluppo industriale che ha migliorato la condizione umana.

Ma è realmente così?

Alla luce di come l'uomo moderno interagisce nel panorama societario, possiamo affermare senza timore di smentita che, esso si stia trasformando in un automa, totalmente condizionato e assoggettato a un "potere" nefasto e distruttivo. 




L'uomo e le creature di altri mondi

Nel corso della storia umana, dunque, l'uomo ha raggiunto, traguardi inimmaginabili, ma, con il trascorrere del tempo, egli perdeva la stretta connessione di cielo/terra che lo aveva reso parte integrante del disegno divino. Le cause sono da addebitare a forze esterne, a creature giunte da altri mondi, che hanno interferito sul normale processo evolutivo dell’animale/uomo. Il nuovo status ha ribaltato la realtà umana, trasformando l’animale/uomo da creatura sovrana e libera, in esseri totalmente assoggettati al volere di queste creature non terrestri. E sono questi ultimi che hanno deliberatamente cancellato, distrutto e occultato, il passato dell’uomo, riprogrammando la sua mente, affinché la sfera della sua conoscenza restasse dentro i ristretti confini della mediocrità intellettuale.





Il risveglio della parte animica dell’uomo

Così oggi, ci ritroviamo a guardare scene artefatte di una realtà che non dovrebbe esistere, i cui protagonisti sono l'ego, l'arroganza e la totale repulsione a quelle nuove forme di pensiero, che stanno permettendo a molti di noi di superare quel confine che ci fu imposto, risvegliando la nostra vera essenza animica. Un confine delimitato da un ipotetico muro, creato da queste creature non terrestri nel corso della storia umana, che innestarono nell’animale/uomo un complesso meccanismo basato su restrizioni e imposizioni, da coloro i quali detenevano parte di quella conoscenza che gli antichi dèi/alieni condivisero soltanto con alcuni umani. Eppure sono in pochi fino ad oggi, gli umani che hanno osato spingersi oltre quel muro, di là del quale hanno scorto non panorami idilliaci, ma la vera natura umana nella sua manifestazione e interazione con tutto ciò che alimenta e muove ogni singola fase evolutiva, generando quella consapevolezza cosmica a cui tutti noi apparteniamo.




Una nuova indagine

 Ed è da questa riflessione che da qualche giorno ho iniziato a pormi delle domande che esulano dal quel panorama restrittivo in cui mi ero addentrato circa venticinque anni fa. Tuttavia, alla luce delle nuove ricerche e studi da me condotti sull'origine umana, ho supposto, erroneamente, che fosse dovuta a una singola razza, ma per quanto appreso, oggi, ritengo che il primato di “creatori” potrebbe essere accreditato a più razze non terrestri. Creatori o meno resta un’evidente realtà: sulla Terra vive una razza, il moderno uomo sapiens, la cui latente energia vitale è contesa tra decine e decine di razze non terrestri. Eppure essa resta l’animale più misterioso presente su questo pianeta.

Ma qual è la vera essenza dell'uomo?



La risposta a questa domanda non la si trova tra le pagine dei libri ne nei concetti metafisici o scientifici. Ed è questo che mi ha spinto a prendere un’importante decisione, che non vuol essere un'imposizione mentale, ma una conditio sine qua non, una tappa obbligata nel percorso evolutivo, che ogni uomo dovrebbe fare. Tuttavia è una scelta che non tutti sono disposti ad accettare, perché essa stravolge la propria monotona esistenza nel contesto societario evolutivo terrestre, ma allo stesso tempo in essa si innestano processi i cui effetti inciderebbero pesantemente sulla parte animica dell’essere, una sorta di ribaltamento delle proprie credenze sociali, politiche e religiose, e persino intellettive, in cui si è creduto fino ad oggi.  Per ovvie ragioni non tutto viene cancellato in questa fase di riordinamento mentale. Gran parte delle conoscenze acquisite diverrebbero i motori, i principi da cui partire per avventurarsi in un viaggio a ritroso nel tempo e nello spazio, per apprendere le prime basi sulla vera natura umana, l'importanza che ogni uomo ricopre nell'evoluzione cosmica, con l’intento di risvegliare la sua parte animica. 

Angelo Virgillito



Copyright © dicembre 2020

sabato 15 agosto 2020

#NEPHILIM: i #giganti dell'antichità

Uno stralcio di un passo del prossimo libro ( prossimo alla pubblicazione) del terzo volume, che fa seguito al "Il tempio perduto degli #Anunnaki", dal titolo "IL CORRIDOIO AEREO DEGLI ANUNNAKI". Di seguito il testo ....

[...] Chi erano in realtà i giganti?
Nelle mitologie di molte culture vengono narrati episodi di creature dall'aspetto umano d’incredibile statura e forza; con un termine originariamente proprio della mitologia greca, essi sono genericamente detti giganti. In molte tradizioni indoeuropee, i giganti sono creature associate all'origine stessa del cosmo, e rappresentano il caos primordiale cui gli dèi si oppongono (questo tema per esempio ricorre sia nella mitologia greca sia in quella norrena o germanica, o scandinava).

Una riproduzione della tomba dei giganti sul mont'e s'Abe, nel territorio di Olbia, in Sardegna


In genere, i giganti sono rappresentati come esseri di grande forza, assai longevi, e spesso anche depositari di una grande conoscenza, e tuttavia immorali e distruttivi. Nel folclore, questa immagine generale si è parzialmente trasformata; i giganti di fiabe come Jack e la pianta di fagioli sono stupidi, violenti e divorano gli esseri umani (specialmente i bambini); le loro caratteristiche sono quasi del tutto sovrapposte a quelle degli orchi. Esistono infine anche caratterizzazioni atipiche, come quella di Oscar Wilde, in cui i giganti appaiono intelligenti e amichevoli. I traduttori degli antichi testi però, molto spesso associano il termine gigante a una particolare razza, gli esegeti biblici, ad esempio, li associano ai Nephilim. Ma chi erano i #Nephilim?

L'appellativo Nephilim, secondo l’ipotesi universalmente accettata, è presente sopratutto nell'Antico Testamento (Torah), in diversi libri non canonici del Giudaismo e in antichi scritti cristiani. Esso si riferisce a un popolo creato dall'incrocio tra i "figli di Dio" (o probabilmente "degli dei": bnei ha-elohim) e le "figlie degli uomini" (Vedi Genesi 6:1-8), o a giganti che abitavano la terra di Canaan (Numeri 13:33). Un termine simile, ma con un suono diverso, viene utilizzato nel Libro di Ezechiele (32:27) e si riferisce ai guerrieri filistei morti. Alcuni esegeti, trovano sgradevole o blasfema l'idea della copulazione tra angeli e umani, pertanto hanno suggerito interpretazioni più figurative del concetto di Nefilim, proponendo l'idea che fossero una progenie di posseduti dai demoni.

Un’altra delle risposte possibili viene fornita da Alan F. Alford,14 uno studioso della storia dell’umanità, quando argomenta la loro storia. Alford afferma che detta specie era una particolare razza umana con caratteristiche distintive evidenti; infatti, erano sproporzionati nell’altezza e avevano una forza sovrumana. Un’altra nota distintiva deriva dalla loro longevità e dall’impossibilità a riprodursi. L’argomentazione esaustiva di A. Alford però, non ci dice chi erano i giganti che vivevano in Sicilia e da dove venivano. Sono molti i testi antichi che li citano, in più occasioni.

La stessa Bibbia fa riferimento ad alcuni episodi, dove emergono personaggi atipici, come nel racconto del gigante Golia, descritto come un gigante filisteo ucciso, con una fionda, da un giovane di nome Davide. Un altro riferimento biblico si trova nel racconto del gigante biblico Og, che fu re di una regione chiamata Basan. In questo caso Og è descritto come un ammorrita, mentre altri testi lo descrivono come: “L’ultimo dei #Refaim rimasto”, facente parte, secondo il sacro testo, di un gruppo di giganti discendenti da Rafa (vedi Samuele II, 21, 16 e Cronache I, 20).
Alla luce del vasto panorama delle speculazioni moderne sulle storie dei rapimenti alieni, dunque, alcuni, tra commentatori e ricercatori, hanno ipotizzato che tali considerazioni sono una descrizione arcaica di una forma d'inseminazione artificiale e di manipolazione genetica da parte di alcune razze particolari di alieni, teoria che io condivido. Vi sono stati alcuni tentativi di riconciliare la mitologia con la scienza teorizzando che alla radice della mitologia vi siano elementi di verità sotto forma di “leggenda” molto distorta. In questo contesto i Nephilim (L'appellativo Nephilim (in ebraico נפלים), presente nell'Antico Testamento (#Torah), in diversi libri non canonici del Giudaismo e in antichi scritti cristiani, si riferisce a un popolo che sarebbe stato presente sulla terra al tempo dell'incrocio tra i "figli del vero Dio" e le "figlie degli uomini". Con l'espressione "figli del vero Dio" s'intende una parte di quegli angeli che si sono ribellati insieme a Lucifero. Avere rapporti con le "figlie degli uomini" era contro la loro natura e i rapporti con le donne umane sarebbero stati guidati solo dalla loro perversione, come narra il racconto biblico. Il termine è utilizzato anche riguardo ai giganti che abitavano la terra di Canaan (Numeri 13:33), e trova indirettamente riscontro in Ezechiele 32:27, che li riferisce ai guerrieri filistei morti) sono stati associati anche alla popolazione di Atlantide, che alcuni sostengono essere in contatto o addirittura discendenti degli extraterrestri. La teoria prevalente che stabilisce un legame tra la scienza e la Bibbia è quella secondo la quale i Nephilim possono corrispondere a dei neandertaliani sopravvissuti, se paragonati nella loro struttura antropologica, in altri casi a delle creature ibride, che nel panorama antropologico si collocherebbero tra l’Homo Sapiens e l’uomo di Neanderthal.

Questa teoria assomiglia a quella che associa la leggenda dei draghi alle ossa di dinosauro [nella Bibbia forse indicati con il nome ebraico Tannin (si legge: Il drago è una creatura mitico-leggendaria dai tratti solitamente serpentini o comunque affini ai rettili, presente nei testi religiosi ebraici. In ebraico, infatti, il drago è identificato con due parole: nachash e tannin. Entrambe possono significare "serpente" e in quest’accezione sembrano equivalenti. Compaiono, infatti, in due brani molto simili: Esodo 4:3 (nachash) ed Esodo 7:9-12 (tannin). Il serpente (nachash) viene poi accomunato con un mostro marino nel libro di Giobbe (26:13), in cui è identificato con Raab, e in Isaia 27:1, ove viene chiamato nachash bariyach (serpente guizzante o fuggitivo) e identificato col Leviatano. In Esodo e Deuteronomio anche tannin sembra indicare un semplice serpente. Tuttavia in Genesi 1,21 tanninim indica grandi animali marini. Molti traduttori, però, vi hanno ravvisato l'eco della mitologia mesopotamica e ugaritica e hanno tradotto con mostri marini o dragoni; accezione utilizzata in altri passi in cui l'interpretazione mitologica sembrava naturale per esaltare la potenza divina.].

Nella foto: un riproduzione di lettere ebraiche a forma di drago, raffigurate sul libro ebraico di preghiere del XIV secolo (Manoscritto Orientale 2733).



Molti studiosi, tuttavia, pensano che l'uomo moderno abbia condiviso gli stessi territori dei neandertaliani per molti millenni, e che la regione del Vicino Oriente sia stata l'ultimo habitat per uno sparuto numero di tribù superstiti di Homo sapiens neandertalensis o di Homo neandertalensis. É concepibile, dunque, che sia rimasta una memoria popolare di queste tozze e forti creature, tramutata in leggenda che si evolse in seguito in popolari racconti mitologici, adattati alle esigenze sociali dalle varie civiltà. Ad esempio, in Sardegna, creature ancestrali, tozze e pelose sono raffigurate dalle maschere dei “Mamuthones” (I Mamuthones e gli Issohadores sono maschere tipiche del carnevale di Mamoiada in Sardegna. Le due figure si distinguono per i vestiti e per il modo di muoversi all'interno della processione: i #Mamuthones procedono affaticati e in silenzio mentre gli Issohadores vestono in modo colorato e danno movimento alla processione. Il nome Mamuthone è un enigma. I pareri sono diversi ed esistono varie ipotesi: c’è chi lo collega semplicemente al nome stesso del paese, in origine una fontana, chi ad altri riferimenti toponomastici, chi risale ad altre civiltà e antichi riti, altri ancora richiamano i nomi degli spaventapasseri, degli idoli bacchici ed esseri spaventevoli della leggenda popolare comuni in tutta la Sardegna. Molto interessanti alcune ipotesi, una delle quali è il termine Miceneo con cui i Sardi-Micenei chiamavano i Fenici, cioè melaneimones, che vuol dire "facce nere" da cui si ricavano le parole maimoni e mamuthones che indicano "demonio" e "maschera nera".). Gli ultimi studi e scavi archeologici, condotti in Sardegna, stanno facendo riscrivere la storia di questa splendida isola, dopo il ritrovamento di numerose parti anatomiche di creature umanoidi dalla statura gigantesca.

Ciò non di meno ricercatori del calibro di Zecharia Sitchin ed Eric Von Daniken, i quali nei loro libri hanno documentato i risultati delle loro ricerche, sostenendo l’ipotesi secondo la quale i Nephilim sono o sarebbero i nostri antenati e che la nostra discendenza è il risultato di una manipolazione genetica perpetrata da una razza aliena (per i Sumeri furono gli Anunna(ki), per altre credenze le ipotesi si moltiplicano a dismisura). Nei voluminosi libri di Sitchin l’impiego dell'etimologia semitica per le traduzioni delle tavolette d’argilla, incise con caratteri cuneiformi, risalenti tra il IV millennio e il I millennio AC, ha permesso all’assiriologo azzero di identificare gli antichi dèi mesopotamici con gli angeli caduti (i “figli degli Elohim” della Genesi) della Bibbia. Osservando che tutti gli angeli furono creati prima della Terra, lui accerta che non possono essere della Terra … e di conseguenza, potrebbero essere tutti considerati, semanticamente, come dei puri “extraterrestri”.

Un altro scrittore e giornalista britannico David Vaughan Icke, nato a Leicester, 29 aprile 1962 -; infatti, ha pubblicato numerosi libri inerenti la teoria della cospirazione globale. Icke tiene spesso anche diverse tournée in tutto il mondo in cui illustra le sue teorie ma anche gli aspetti più giornalistici di esse, discutendo dell'attuale situazione mondiale e dei suoi retroscena. Le sue tematiche vanno dal disastro degli attacchi dell’11 settembre 2001 alla guerra d’Iraq del 2003, dal conflitto israelo-palestinese alla crisi economico-petrolifera del XX secolo.), ed è considerato uno dei massimi esponenti delle teorie cospirazionistiche, nei suoi libri presenta una teoria simile, secondo la quale degli esseri inter-dimensionali dalla natura rettiliana, utilizzando l’ingegneria genetica, ha dato luogo a una progenie terrestre, con specifici tratti fisici: alta statura, pelle chiara, e suscettibilità a qualsiasi forma di suggestione ipnotica (che a suo parere, avviene quando i “demoni” posseggono la loro progenie e pretendono fedeltà), e afferma che questa linea di sangue è sotto il loro controllo da oltre 6000 anni, cioè contestualmente alla nascita della prima civiltà. Va detto, per completezza, che le teorie di Icke sono considerate da alcune comunità di ufologi troppo estremiste e catastrofistiche, tanto da ritenerle totalmente disinformative.

Infine, secondo lo studioso cattolico polacco Jozef Milik il quale nel 1976 ha ipotizzato che il Libro dei Giganti, il cui testo apocrifo fu rinvenuto tra i manoscritti non biblici di Qumran (1Q23–4; 2Q26; 4Q203; 530–33; 6Q8), facesse inizialmente parte del Libro o del Pentateuco di #Enoch, come seconda sezione. Secondo lo studioso polacco, il testo era originariamente inserito tra il Libro dei Vigilanti e gli altri tre libri del Pentateuco di Enoch, ovvero il Libro dell'Astronomia, il Libro dei Sogni e la Lettera di Enoch. Il testo sarebbe stato poi espunto nei primi secoli del Cristianesimo da un anonimo curatore, sostituito dal Libro delle Parabole. Il motivo dell'espunzione è, secondo il Milik, da ricercarsi nel contenuto del testo, che presenta gli angeli caduti come penitenti, il che contrasta nettamente con la dottrina del Libro dei Vigilanti, secondo la quale per loro non c'è alcuna possibilità di salvezza. Il testo sarebbe quindi stato sostituito con il Libro delle parabole, uno scritto sempre facente parte del corpus relativo al patriarca biblico, ma con un'impostazione messianica, dunque più adatta alla teologia cristiana o essenica, di interesse dell'anonimo curatore. A sostegno di questa ipotesi, lo studioso polacco evidenzia che il Libro delle Parabole è scritto con uno stile diverso e più tardo rispetto agli altri quattro testi, e inoltre, a differenza degli altri libri contenuti nel Pentateuco di Enoch, di esso non c'è traccia nei manoscritti di Qumran, dove invece sono stati rinvenuti frammenti sia del Libro dei Vigilanti sia del Libro dei Giganti, che ne è la continuazione cronologica, anche se non teologica. Per quanto accattivante l'ipotesi avanzata da Milik non trova a oggi un consenso unanime tra gli studiosi.
[...]


Ogni riproduzione, alterazione o divulgazione totale o parziale del presente stralcio letterario è severamente vietata i trasgressori saranno perseguiti a norma di legge

 

© Copyright  Angelo Virgillito


martedì 2 giugno 2020

I "PONTI" DELLA #CONOSCENZA #UMANA


I PONTI DELLA CONOSCENZA UMANA

"Uno dei tratti tipici di ogni epoca è il modo in cui si cerca di integrare le esperienze e le conoscenze dell'umanità. Questo vuol dire presupporre un'azione di sinergie che operano oltre i normali limiti della cognizione umana riconosciuta. Tale azione si rispecchia nella storia di ciò che Toynbee e altri hanno definito 'civiltà' ... Ogni civiltà possiede un nucleo di creatività orientato su una serie di valori. Questo significa che i valori rappresentano ponti tra il noto e l'ignoto."
Questa è una delle tante annotazioni espresse da Anthony Blake, un filosofo e storico inglese, nel descrivere la complessa cultura e cosmogonia delle primitive popolazioni andine. Ma c'è da chiedersi qual è il fine, lo scopo che induce centinaia se non migliaia di studiosi, ricercatori e semplici appassionati, a indagare nelle vetuste pagine del passato storico dell'umanità, tralasciando gran parte di quelle tradizioni culturali e religiose, i cui riferimenti spesso sono intercalati nei concetti cosmologici di ogni singola e antica civiltà? 
Tuttavia se ben analizziamo alcuni di questi studi, ci si rende subito conto che essi raccontano la loro particolare visione antropologica. La totale assenza interpretativa del panorama cosmologico formulato dai dettami societari e religiosi, i cui culti riguardante ogni civiltà ci induce a pensare che la conoscenza umana fu un dono di queste creature provenienti da altri mondi. Ogni civiltà racconta a suo modo la presenza di creature divine in carne e ossa, che a bordo dei loro vascelli divini giunsero dal cielo sulla terra, per insegnare all'uomo primitivo i primi rudimenti della conoscenza. 
Ma allora a che serve, ma soprattutto a chi serve tutta la fatica che i moderni ricercatori e studiosi che operano al di la di quel confine imposto dall'ortodossia classica, se poi il novantanove per cento della popolazione mondiale si burla di loro?
Queste persone si dannano l'anima per riportare alla luce, con assoluta obbiettività, parte di quelle verità che la storia stessa ha celato, danneggiando se stessa e precludendo e alterando il racconto sulla genesi umana. 
Forse tutti questi ricercatori, studiosi e semplici appassionati, sparsi per il mondo, che indagano su questi particolari fenomeni inspiegabili o che spulciando nelle pieghe della storia, stanno tentando di riparare quei "ponti" che un tempo univa l'evoluzione sociale di ogni civiltà con queste creature che appaiono nei cieli della terra sin dagli albori della presenza umana, lo fanno per appagare il loro ego, o per conquistarsi il loro personale posto nella storia? 
Io non credo. Dal mio personale punto di vista, credo e ne sono pienamente convinto, che il nostro lavoro, le nostre ricerche, oltre ad essere un desiderio innato per la conoscenza, sono o possono essere la via, grazie alla quale ci permetterà di spostare il nostro punto d'unione, consentendo alla nostra mente di focalizzare e comprendere gran parte del passato storico dell’umanità, da una diversa prospettiva. Prospettiva che ci permette di unire quei "ponti", che un tempo furono distrutti e cancellati da coloro i quali detenevano il potere religioso e legislativo, nel corso della storia postdiluviana della civiltà umana, creando di fatto quella sinergia e interconnessione che avviluppano l'intero scibile umano. Ma le difficoltà sono insormontabili, perché anche in questo caso c'è tra i moderni pensatori, ricercatori e studiosi una sorta di autolesionismo, dove l'uno vorrebbe prevalere sull'altro, così si finisce, senza rendercene conto, a fare il gioco di chi vuole l'annientamento del 90% della popolazione mondiale.  
"... i valori rappresentano ponti tra il noto e l'ignoto." afferma Blake, e volendo dare credito alla sua affermazione in che modo e misura, la civiltà umana potrà evolversi se nel corso di questi ultimi dodicimila anni ha distrutto ogni "ponte", ogni traccia, ogni valore intrinseco dello sviluppo antropologico umano? 
E' anche vero che lo sviluppo societario e industriale sta spingendo inconsapevolmente l'umanità a una nuova forma di consapevolezza, facendola uscire da quella forma di fossilizzazione che lei stessa aveva creato. A piccoli passi l'uomo si sta rendendo conto che se vuole evolversi deve uscire da quegli schemi e paradigmi che le religioni, con i loro dogmi e la scienza con i loro stretti corridoi, al di fuori dei quali ogni cosa viene elusa e miticizzata. Tuttavia millenni di sottomissioni e schiavitù sociale, non possono essere cancellate nell'arco di una generazione, ma il tempo stringe, perché l'umanità si è avvicinata troppo sull'orlo del baratro. Ogni attimo è diventato prezioso, ogni istante è fondamentale perché ormai siamo agli ultimi atti finali di questa lunga e triste commedia, dove ogni protagonista, ogni essere umano. alla fine dovrà dare conto del suo comportamento. I più "eccelsi", cioè coloro i quali hanno messo in atto la distruzione dell'umanità, sono convinti che una volta morti, nulla li potrà nuocere, o che vivranno in eterno. Nulla di più sbagliato, perché saranno costretti a rivivere le loro vite future in questa dimensione finché non avranno imparato la lezione. Ma sono uomini malvagi la cui sete di potere, prevarica lo stesso pensiero umano. Per loro non ci sarà evoluzione.   
  Ma anche se saranno in pochi, perché spinti dal desiderio di conoscere quell'altra verità, che sta emergendo nelle coscienze umane, l’uomo o alcuni di essi, ha iniziato a comprendere che oltre l'aspetto materialistico c'è ben altro nel panorama evolutivo umano. Hanno iniziato a riflettere, analizzando le diverse congetture, mentre chi come me non si stancherà mai di divulgare delle plausibili verità, e le sue affinità con il proprio IO interiore dal quale scaturisce il concetto universale della trascendenza dello spirito, di quell'energia indefinibile insita in ogni essere vivente. Noi continueremo a parlarne, perché ogni pensiero nasce oltre le parole, oltre la stessa ragione, esso è la manifestazione esteriore di ciò che siamo diventati e qual è la meta che ci siamo prefissati.
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Ho incontrato il demonio

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