© by Angelo Virgillito
PARTE SECONDA
Nella
figura sopra abbiamo raffigurato quell’incisione posta su un sigillo di epoca
sumera che, secondo Sitchin, rappresenterebbe il nostro sistema solare, quello
che invece, noi abbiamo notato è l’inclinazione dell’esagramma che rispetto al
piano del sigillo e alla sua perpendicolare Nord-Sud, è inclinato di circa 10°.
E’
naturale a questo punto chiedersi perché gli antichi scribi sumeri incisero la
raffigurazione del sole inclinando il suo meridiano di diversi gradi? Abbiamo
tentato di trovare altre raffigurazioni che avessero una particolare
inclinazione, che si avvicinasse o potesse spiegare questa particolare
rotazione, ma senza successo, tutti i reperti che in quest’ultimo secolo sono
stati riportati alla luce dagli archeologi, la dove emergono disegni e
incisioni geometriche nessun studioso è stato in grado di fornire una risposta
esauriente di tale “anomalia” gravata da un’inclinazione così eccessiva. E ci
chiediamo se tale incisione fu casuale e se contestualmente fu celato un
messaggio di qualche natura? E se sì, esso poteva essere un riferimento
astronomico, come afferma Sitchin, oppure il simbolo dell’esagramma doveva far
riferimento agli dèi Anunnaki?
La figura geometrica del rombo, invece,
rientra nei concetti della Vescica Piscis, quindi entrambe le figure hanno o potrebbero avere una connessione con la sfera
religiosa del femminino sacro dal punto di vista massonico e esoterico, mentre,
da una prima valutazione, è più esplicito l’aspetto religioso imposto dalla
Chiesa di Roma su tutto questo territorio etneo, in particolare nel circondario
della città di Paternò e della sua “Collina Storica”, luogo dove è prorompente
l’indirizzo messianico e massonico, inteso nel suo aspetto femminile.
Una
figura così elaborata dunque, che unisce una serie di siti dalla natura
misteriosa offre molti spunti di riflessione suggeriti sia dal panorama
esoterico sia da quello religioso. Tuttavia, con la caparbietà che ci
contraddistingue, siamo andati oltre, spostando il nostro punto di vista sui
moderni concetti della fisica, e ci siamo chiesti: può questa figura geometrica
essere l’espressione simbolica di quelle nozioni che oggi sono una parte
integrante dei concetti scientifici basati sulla teoria della relatività o su quelli
della relatività ristretta, che sono stati espressi da A. Einstein e da altri illustri
studiosi, i quali, nel corso dei loro studi, hanno sviluppato o rielaborato questi
antichi principi di base esprimendoli su un piano totalmente differente, cioè
scientifico?
Probabilmente
sì.
Da
questo breve assunto emergono tutte quelle informazioni che durante la nostra
indagine sono state i punti di forza che ci hanno permesso di elaborare
quell’esagramma sormontato da un’altra figura geometrica dai chiari connotati
esoterici. E se oggi stiamo congetturando l’ipotesi secondo la quale tutti i
punti d’intersezione erano delle stazioni di amplificazione delle forze
energetiche della terra che sommate a quelle vulcaniche e telluriche dell’Etna,
del Marsili e ai vulcani dell’area delle isole eolie, convergenti in un solo
punto, molto probabilmente sono servite per aprire una porta spazio-temporale o
Stargate. Infatti, sovrapponendo i grafici della teoria delle relatività alla
base del diamante tutte le linee si sovrappongono perfettamente le une con le
altre. Quello che segue è uno dei tanti grafici emersi dalla relatività
generale di Einstein.
Tuttavia
non basta segnare delle linee all’interno di due ascisse, occorre una mole di
lavoro i cui calcoli matematici coinvolgono l’ampio panorama della stessa
relatività. Eppure in tutta questa logica scientifica emerge stranamente tutta
una serie di coincidenze che convergono in un sol punto focale. Nella vasta
area del versante orientale siciliano, coinvolta nella triangolazione
topografica, stranamente, troviamo tutti quei sistemi d’induzione fisica,
dinamica, meccanica, elettromagnetica e di gravitazione, che a un fisico
permetterebbe di calcolare il punto di “fuga” o l’accesso a una porta
spazio-temporale, come abbiamo evidenziato nell’immagine sottostante. Eppure
tutto sembra incastrarsi come un enorme puzzle.
Che
cosa ha a che fare la teoria di Einstein con la valle del Demone siciliana? Che sia una mappa terrestre per
indicare il luogo da dove gli antichi dèi giungevano o partivano per spostarsi
da un punto all’altro nell’universo, durante la mitica guerra divina, scoppiata
nel II millennio, dopo la distruzione del porto spaziale nella penisola del
Sinai?
Ogni
congettura esposta fino adesso lascerebbe supporre che sia così, ma c’è ancora
un aspetto che non abbiamo discusso, la cui ipotesi potrebbe mettere in relazione
queste nuove informazioni con le perturbazioni planetarie che nell’agosto del
1988, i calcoli espressi dagli astronomi statunitensi, spinsero questi ultimi a
sostenere l’ipotesi del famigerato Pianeta X. Dai testi sumeri e dalle
traduzioni compiute in epoca moderna, è emerso che Anu, il sovrano di Nibiru,
suddivise i cieli della Terra in tre parti: la parte settentrionale che si
estendeva a partire dal Tropico del Cancro fino al polo Nord fu affidata al
figlio Enlil, legittimo erede al trono di Nibiru; la parte meridionale che si
estendeva dal Tropico del Capricorno fino al Polo Sud fu assegnata ad Enki, il
dio/scienziato che modificò il genoma umano, creando l’Homo Sapiens; infine la
parte centrale che comprendeva l’area tra i due tropici la lasciò per se.
Gli
astronomi dunque, a seguito dei calcoli effettuati sulle perturbazioni
registrate tra Plutone e Nettuno e, in seguito confermate dalla sonda Voyager
2, che aveva sorvolato Urano e Nettuno, hanno postulato l’ipotesi secondo la
quale ci sarebbe un pianeta esterno all’attuale sistema solare che sta
orbitando intorno al sole, la cui massa sarebbe pari ad almeno quattro volte
quella della Terra, avendo un’inclinazione di 30° sull’eclittica, con un
semiasse maggiore di circa 101 UA (Unità Astronomica).
Teoria
avanzata e sostenuta nel 1990 dall’astronomo Robert S. Harrington, uno dei massimi esponenti dell’U.S. Naval Observatory, (che ha
collaborato con James W. Christie all’identificazione di Caronte, satellite di
Plutone), il quale annunciò all’American
Astronomical Society, riunitasi ad Arlington, in Virginia, che era stata
inviata un’equipe di studiosi in Nuova Zelanda, per cercare di individuare il
Pianeta X. La ricerca di questo gruppo di astronomi prevedeva lo studio di una
particolare area focalizzata a una distanza pari a tre volte la distanza dal
Sole rispetto a Nettuno e Plutone, in direzione dei cieli meridionali, dove
presumibilmente starebbe orbitando questo sconosciuto pianeta. Di conseguenza
gli astronomi hanno ipotizzato che lo sconosciuto pianeta stia seguendo non
soltanto una rotazione retrograda ma hanno anche stabilito la sua direzione:
Sud-Est.
A
questo punto potremmo azzardare l’ipotesi, secondo la quale il rilievo
topografico dal quale è emersa la complessa figura geometrica, la stessa potrebbe
essere indicata o utilizzata come un segnalatore o puntatore astronomico per
l’osservazione del pianeta Nibiru o per stabilire il punto di massimo
avvicinamento e di conseguenza di contatto con la Terra, dopo la distruzione
dei porti spaziali del Sinai?
Se
ciò accadesse e se tutta la mole d’informazioni che in questi anni abbiamo
raccolto con perizia e caparbietà, fossero confermate, dal corpo accademico e
scientifico, di cui io dubito, i risvolti di tali verità stravolgerebbero tutti
gli equilibri: storici, scientifici, religiosi e sociali. Si spiegherebbe,
altresì, la presenza degli antichi dèi Anunnaki sul suolo siciliano e, di
conseguenza, la loro colonizzazione del pianeta 450mila anni fa e l’importanza
che ricopriva l’isola nel passato storico, ma soprattutto il ruolo che essa ha
svolto e continua a svolgere nel panorama ufologico del pianeta, il cui
passaggio tridimensionale, emerso dalle nostre ricerche, ha segnato quella
linea temporale comunemente conosciuta come il legame cielo terra, che ha permesso, ai veicoli spaziali non terrestri, di
utilizzare questi varchi spazio-temporali o se volete “porte” o “Stargate”, per
spostarsi nello spazio da un capo a l’altro dell’universo, per giungere sul
questo meraviglioso pianeta. Eppure un’analisi più approfondita ci induce a ipotizzare
che queste creature spaziali hanno raggiunto un così alto livello di conoscenze
che sono in grado di aprire questi varchi spazio-temporali in qualsiasi luogo,
di uno dei quali io stesso insieme con mia moglie ne siamo stati testimoni
involontari (vedi foto sotto). Una sequenza di dieci foto che testimoniano le
fasi di apertura di un varco spazio-temporale e il conseguente attraversamento
di una figura misteriosa che lo oltrepassa salendo dei gradini, accompagnandosi
con un bastone, molto simile a un pastorale (vedi le due figure in chiaro e in
negativo, nelle pagine seguenti). Di conseguenza è ipotizzabile che le loro
conoscenze abbiano raggiunto un grado così elevato che gli permette di
viaggiare nello spazio e nel tempo, sia esso passato sia futuro, con una tale facilità
e semplicità, per loro del tutto naturale. Gli scienziati poco inclini alla
teoria dei viaggi nel tempo, per lavorandoci e attingendo a tutte le
conoscenze, messe a disposizione dalla fisica quantistica, sono ancora ben
lungi dal comprendere in che modo l’uomo possa viaggiare nel passato o nel
futuro. Tuttavia per conoscendo le dinamiche, laddove il passato e il futuro,
coesistono nel medesimo tempo e luogo, quindi, coincidente con il presente, esse
non riescono a trovare la giusta soluzione a questo problema. Forse un giorno,
in un futuro lontano, quando ci si renderà conto e si accetteranno tutte quelle
teorie, secondo le quali nell’universo agiscono forze e dimensioni, che vanno
ben oltre le nostre elementari basi scientifiche.
È
pur vero che la Storia umana è o dovrebbe essere un continuum temporale, tuttavia in essa si sono innescati una miriade
di controversi fattori che la contraddicono, mentre i vuoti storici accendono
perplessità e dubbi, che la stessa scienza non riesce a spiegare, quelli
accettati sembrano stralci storici che appaiono improvvisamente per dileguarsi
nei meandri del tempo. Tanto da spingere un gran numero di studiosi e
ricercatori moderni che, alla luce delle continue scoperte, sostengono la
teoria secondo la quale, la Storia della civiltà umana così come ci viene
raccontata deve essere totalmente riscritta. Teoria che io tra l’altro,
condivido.
©
by Angelo Virgillito
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