domenica 6 gennaio 2019

LO #STARGATE SICILIANO DEGLI #ANUNNAKI (parte seconda)


© by Angelo Virgillito
PARTE SECONDA
Nella figura sopra abbiamo raffigurato quell’incisione posta su un sigillo di epoca sumera che, secondo Sitchin, rappresenterebbe il nostro sistema solare, quello che invece, noi abbiamo notato è l’inclinazione dell’esagramma che rispetto al piano del sigillo e alla sua perpendicolare Nord-Sud, è inclinato di circa 10°.
E’ naturale a questo punto chiedersi perché gli antichi scribi sumeri incisero la raffigurazione del sole inclinando il suo meridiano di diversi gradi? Abbiamo tentato di trovare altre raffigurazioni che avessero una particolare inclinazione, che si avvicinasse o potesse spiegare questa particolare rotazione, ma senza successo, tutti i reperti che in quest’ultimo secolo sono stati riportati alla luce dagli archeologi, la dove emergono disegni e incisioni geometriche nessun studioso è stato in grado di fornire una risposta esauriente di tale “anomalia” gravata da un’inclinazione così eccessiva. E ci chiediamo se tale incisione fu casuale e se contestualmente fu celato un messaggio di qualche natura? E se sì, esso poteva essere un riferimento astronomico, come afferma Sitchin, oppure il simbolo dell’esagramma doveva far riferimento agli dèi Anunnaki?
 La figura geometrica del rombo, invece, rientra nei concetti della Vescica Piscis, quindi entrambe le figure hanno o potrebbero avere una connessione con la sfera religiosa del femminino sacro dal punto di vista massonico e esoterico, mentre, da una prima valutazione, è più esplicito l’aspetto religioso imposto dalla Chiesa di Roma su tutto questo territorio etneo, in particolare nel circondario della città di Paternò e della sua “Collina Storica”, luogo dove è prorompente l’indirizzo messianico e massonico, inteso nel suo aspetto femminile.
Una figura così elaborata dunque, che unisce una serie di siti dalla natura misteriosa offre molti spunti di riflessione suggeriti sia dal panorama esoterico sia da quello religioso. Tuttavia, con la caparbietà che ci contraddistingue, siamo andati oltre, spostando il nostro punto di vista sui moderni concetti della fisica, e ci siamo chiesti: può questa figura geometrica essere l’espressione simbolica di quelle nozioni che oggi sono una parte integrante dei concetti scientifici basati sulla teoria della relatività o su quelli della relatività ristretta, che sono stati espressi da A. Einstein e da altri illustri studiosi, i quali, nel corso dei loro studi, hanno sviluppato o rielaborato questi antichi principi di base esprimendoli su un piano totalmente differente, cioè scientifico?
Probabilmente sì.
Da questo breve assunto emergono tutte quelle informazioni che durante la nostra indagine sono state i punti di forza che ci hanno permesso di elaborare quell’esagramma sormontato da un’altra figura geometrica dai chiari connotati esoterici. E se oggi stiamo congetturando l’ipotesi secondo la quale tutti i punti d’intersezione erano delle stazioni di amplificazione delle forze energetiche della terra che sommate a quelle vulcaniche e telluriche dell’Etna, del Marsili e ai vulcani dell’area delle isole eolie, convergenti in un solo punto, molto probabilmente sono servite per aprire una porta spazio-temporale o Stargate. Infatti, sovrapponendo i grafici della teoria delle relatività alla base del diamante tutte le linee si sovrappongono perfettamente le une con le altre. Quello che segue è uno dei tanti grafici emersi dalla relatività generale di Einstein.
Tuttavia non basta segnare delle linee all’interno di due ascisse, occorre una mole di lavoro i cui calcoli matematici coinvolgono l’ampio panorama della stessa relatività. Eppure in tutta questa logica scientifica emerge stranamente tutta una serie di coincidenze che convergono in un sol punto focale. Nella vasta area del versante orientale siciliano, coinvolta nella triangolazione topografica, stranamente, troviamo tutti quei sistemi d’induzione fisica, dinamica, meccanica, elettromagnetica e di gravitazione, che a un fisico permetterebbe di calcolare il punto di “fuga” o l’accesso a una porta spazio-temporale, come abbiamo evidenziato nell’immagine sottostante. Eppure tutto sembra incastrarsi come un enorme puzzle.
Che cosa ha a che fare la teoria di Einstein con la valle del Demone siciliana? Che sia una mappa terrestre per indicare il luogo da dove gli antichi dèi giungevano o partivano per spostarsi da un punto all’altro nell’universo, durante la mitica guerra divina, scoppiata nel II millennio, dopo la distruzione del porto spaziale nella penisola del Sinai?
Ogni congettura esposta fino adesso lascerebbe supporre che sia così, ma c’è ancora un aspetto che non abbiamo discusso, la cui ipotesi potrebbe mettere in relazione queste nuove informazioni con le perturbazioni planetarie che nell’agosto del 1988, i calcoli espressi dagli astronomi statunitensi, spinsero questi ultimi a sostenere l’ipotesi del famigerato Pianeta X. Dai testi sumeri e dalle traduzioni compiute in epoca moderna, è emerso che Anu, il sovrano di Nibiru, suddivise i cieli della Terra in tre parti: la parte settentrionale che si estendeva a partire dal Tropico del Cancro fino al polo Nord fu affidata al figlio Enlil, legittimo erede al trono di Nibiru; la parte meridionale che si estendeva dal Tropico del Capricorno fino al Polo Sud fu assegnata ad Enki, il dio/scienziato che modificò il genoma umano, creando l’Homo Sapiens; infine la parte centrale che comprendeva l’area tra i due tropici la lasciò per se.
Gli astronomi dunque, a seguito dei calcoli effettuati sulle perturbazioni registrate tra Plutone e Nettuno e, in seguito confermate dalla sonda Voyager 2, che aveva sorvolato Urano e Nettuno, hanno postulato l’ipotesi secondo la quale ci sarebbe un pianeta esterno all’attuale sistema solare che sta orbitando intorno al sole, la cui massa sarebbe pari ad almeno quattro volte quella della Terra, avendo un’inclinazione di 30° sull’eclittica, con un semiasse maggiore di circa 101 UA (Unità Astronomica).
Teoria avanzata e sostenuta nel 1990 dall’astronomo Robert S. Harrington, uno dei massimi esponenti dell’U.S. Naval Observatory, (che ha collaborato con James W. Christie all’identificazione di Caronte, satellite di Plutone), il quale annunciò all’American Astronomical Society, riunitasi ad Arlington, in Virginia, che era stata inviata un’equipe di studiosi in Nuova Zelanda, per cercare di individuare il Pianeta X. La ricerca di questo gruppo di astronomi prevedeva lo studio di una particolare area focalizzata a una distanza pari a tre volte la distanza dal Sole rispetto a Nettuno e Plutone, in direzione dei cieli meridionali, dove presumibilmente starebbe orbitando questo sconosciuto pianeta. Di conseguenza gli astronomi hanno ipotizzato che lo sconosciuto pianeta stia seguendo non soltanto una rotazione retrograda ma hanno anche stabilito la sua direzione: Sud-Est.
A questo punto potremmo azzardare l’ipotesi, secondo la quale il rilievo topografico dal quale è emersa la complessa figura geometrica, la stessa potrebbe essere indicata o utilizzata come un segnalatore o puntatore astronomico per l’osservazione del pianeta Nibiru o per stabilire il punto di massimo avvicinamento e di conseguenza di contatto con la Terra, dopo la distruzione dei porti spaziali del Sinai?
 Occorrerebbe un fisico di dichiarata fama per confermare tali congetture, ma non credo che in Italia ci sia qualcuno disposto a mettere a rischio la propria immagine costruita in tanti anni di studi e ricerche.
Se ciò accadesse e se tutta la mole d’informazioni che in questi anni abbiamo raccolto con perizia e caparbietà, fossero confermate, dal corpo accademico e scientifico, di cui io dubito, i risvolti di tali verità stravolgerebbero tutti gli equilibri: storici, scientifici, religiosi e sociali. Si spiegherebbe, altresì, la presenza degli antichi dèi Anunnaki sul suolo siciliano e, di conseguenza, la loro colonizzazione del pianeta 450mila anni fa e l’importanza che ricopriva l’isola nel passato storico, ma soprattutto il ruolo che essa ha svolto e continua a svolgere nel panorama ufologico del pianeta, il cui passaggio tridimensionale, emerso dalle nostre ricerche, ha segnato quella linea temporale comunemente conosciuta come il legame cielo terra, che ha permesso, ai veicoli spaziali non terrestri, di utilizzare questi varchi spazio-temporali o se volete “porte” o “Stargate”, per spostarsi nello spazio da un capo a l’altro dell’universo, per giungere sul questo meraviglioso pianeta. Eppure un’analisi più approfondita ci induce a ipotizzare che queste creature spaziali hanno raggiunto un così alto livello di conoscenze che sono in grado di aprire questi varchi spazio-temporali in qualsiasi luogo, di uno dei quali io stesso insieme con mia moglie ne siamo stati testimoni involontari (vedi foto sotto). Una sequenza di dieci foto che testimoniano le fasi di apertura di un varco spazio-temporale e il conseguente attraversamento di una figura misteriosa che lo oltrepassa salendo dei gradini, accompagnandosi con un bastone, molto simile a un pastorale (vedi le due figure in chiaro e in negativo, nelle pagine seguenti). Di conseguenza è ipotizzabile che le loro conoscenze abbiano raggiunto un grado così elevato che gli permette di viaggiare nello spazio e nel tempo, sia esso passato sia futuro, con una tale facilità e semplicità, per loro del tutto naturale. Gli scienziati poco inclini alla teoria dei viaggi nel tempo, per lavorandoci e attingendo a tutte le conoscenze, messe a disposizione dalla fisica quantistica, sono ancora ben lungi dal comprendere in che modo l’uomo possa viaggiare nel passato o nel futuro. Tuttavia per conoscendo le dinamiche, laddove il passato e il futuro, coesistono nel medesimo tempo e luogo, quindi, coincidente con il presente, esse non riescono a trovare la giusta soluzione a questo problema. Forse un giorno, in un futuro lontano, quando ci si renderà conto e si accetteranno tutte quelle teorie, secondo le quali nell’universo agiscono forze e dimensioni, che vanno ben oltre le nostre elementari basi scientifiche.
È pur vero che la Storia umana è o dovrebbe essere un continuum temporale, tuttavia in essa si sono innescati una miriade di controversi fattori che la contraddicono, mentre i vuoti storici accendono perplessità e dubbi, che la stessa scienza non riesce a spiegare, quelli accettati sembrano stralci storici che appaiono improvvisamente per dileguarsi nei meandri del tempo. Tanto da spingere un gran numero di studiosi e ricercatori moderni che, alla luce delle continue scoperte, sostengono la teoria secondo la quale, la Storia della civiltà umana così come ci viene raccontata deve essere totalmente riscritta. Teoria che io tra l’altro, condivido.
© by Angelo Virgillito


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