Riprendiamo là dove siamo stati costretti a lasciare nei miei precedenti blog, in questo articolo propongo una mia riflessione sulle dissertazioni della scienza canonica, perché ritengo che i confini imposti e le conoscenze acquisite in questi ultimi decenni non riescono più a contenere la conoscenza sull'origine della vita.
L’universo è un’opera di meravigliosa
armonia, di bellezza e d’equilibrio. Sono possibili altri universi, fondati su
altre formule. Quello in cui si trova l’uomo è il risultato di una scelta nel
pensiero di quel principio immenso, inconoscibile, indefinibile, da cui sono
nati gli dèi, la materia e la vita. Il mondo minerale, vegetale, animale e
umano, il mondo sottile degli spiriti e degli dèi esistono l’uno mediante
l’altro, l’uno per l’altro. Non possono esserci un vero approccio al divino, o
una ricerca dello stesso, una scienza, una religione, una mistica che non tenga
conto di quest’unità fondamentale del creato.
L'Universo, nel rispetto della legge di Hubble, è in continua espansione, e risulta dall'aumento della distanza tra le singole galassie. |
Tale concetto espresso nel 1979, da Alain Danièlou,
ricercatore e studioso delle antiche religioni, nel suo libro “Śiva e Dioniso”,
rispecchia il fenomeno religioso intrinseco alla natura stessa dell’uomo, che
sin dalla sua nascita, è andato alla ricerca del divino. Una diaspora che ha
annichilito studiosi e filosofi di ogni tempo. Ci chiediamo dunque, che cos'è l'universo?
Una domanda semplice che da millenni l'uomo cerca di fornire una risposta esauriente. Da un punto di vista scientifico è comunemente definito come il complesso di tutti lo spazio con ciò che esso contiene: materia ed energia, pianeti e stelle, galassie e il vuoto dello spazio intergalattico che vuoto non è. Ciò non di meno e nonostante le numerose speculazioni lo spazio è e rappresenta quella parte scomposta del Primo Eone, del Principio Uno.
Nella visione gnostica questa scomposizione rappresenta le varie emanazioni del Dio Primo, noto anche come l'Uno, la Monadde, Aion Teleos (l'Eone Perfetto), Bythos (dal greco indica Profondità), Proarkhe (dal greco - Prima dell'Inizio), Arkhe (dal greco -Inizio). Questo primo essere è anch'esso un eone e contiene in sè un altro essere noto come Ennoia (dal greco -Pensiero), o Charis (dal greco - Grazia), o Sige (dal greco -Silenzio). L'essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo e il terzo Eone: il maschio Caen (dal greco - Potere) e la femmina Akhana (verità, amore).
L'universo quindi è vita, è armonia, è dialogo, è un continuo fluire d'informazioni da e per, ma noi umani non siamo più in grado di parlare con esso, perché siamo diventati sordi e muti al richiamo primordiale. Siamo stati indotti a de-evolverci, ci hanno portato a odiare il fratello e ad amare un dio, che probabilmente neanche esiste; siamo stati costretti a servirci dei loro prodotti per vivere, che sono dannosi per il nostro delicato equilibrio biologico, perché ci vogliono tutti malati e a loro assoggettati. Se tutto è partito dall'Uno, tutto dovrà ritornare all'Uno, quindi ogni loro sforzo per tenerci schiavi vanifica nel momento in cui l'umanità, con fatica, inizia a rendersi conto che la realtà in cui vive è falsata e strutturata secondo rigide regole oligarchiche, dove non c'è spazio per la Libertà e l'Amore Universale. Per fortuna il numero delle persone che sta prendendo coscienza delle vere intenzioni di quei governi e poteri oscuri, che con il loro operato richiamano altre persone a riflettere affinché si destano dal condizionamento mentale a cui siamo quotidianamente sottoposti. Tuttavia in tale panorama dove certe verità vengono sostituite da altre, dove la disinformazione viene utilizzata come un'arma, mentre prove tangibili spariscono sotto gli occhi di tutti, come per incanto, a noi profani restano soltanto domande senza risposte.
Una domanda semplice che da millenni l'uomo cerca di fornire una risposta esauriente. Da un punto di vista scientifico è comunemente definito come il complesso di tutti lo spazio con ciò che esso contiene: materia ed energia, pianeti e stelle, galassie e il vuoto dello spazio intergalattico che vuoto non è. Ciò non di meno e nonostante le numerose speculazioni lo spazio è e rappresenta quella parte scomposta del Primo Eone, del Principio Uno.
Nella visione gnostica questa scomposizione rappresenta le varie emanazioni del Dio Primo, noto anche come l'Uno, la Monadde, Aion Teleos (l'Eone Perfetto), Bythos (dal greco indica Profondità), Proarkhe (dal greco - Prima dell'Inizio), Arkhe (dal greco -Inizio). Questo primo essere è anch'esso un eone e contiene in sè un altro essere noto come Ennoia (dal greco -Pensiero), o Charis (dal greco - Grazia), o Sige (dal greco -Silenzio). L'essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo e il terzo Eone: il maschio Caen (dal greco - Potere) e la femmina Akhana (verità, amore).
L'universo quindi è vita, è armonia, è dialogo, è un continuo fluire d'informazioni da e per, ma noi umani non siamo più in grado di parlare con esso, perché siamo diventati sordi e muti al richiamo primordiale. Siamo stati indotti a de-evolverci, ci hanno portato a odiare il fratello e ad amare un dio, che probabilmente neanche esiste; siamo stati costretti a servirci dei loro prodotti per vivere, che sono dannosi per il nostro delicato equilibrio biologico, perché ci vogliono tutti malati e a loro assoggettati. Se tutto è partito dall'Uno, tutto dovrà ritornare all'Uno, quindi ogni loro sforzo per tenerci schiavi vanifica nel momento in cui l'umanità, con fatica, inizia a rendersi conto che la realtà in cui vive è falsata e strutturata secondo rigide regole oligarchiche, dove non c'è spazio per la Libertà e l'Amore Universale. Per fortuna il numero delle persone che sta prendendo coscienza delle vere intenzioni di quei governi e poteri oscuri, che con il loro operato richiamano altre persone a riflettere affinché si destano dal condizionamento mentale a cui siamo quotidianamente sottoposti. Tuttavia in tale panorama dove certe verità vengono sostituite da altre, dove la disinformazione viene utilizzata come un'arma, mentre prove tangibili spariscono sotto gli occhi di tutti, come per incanto, a noi profani restano soltanto domande senza risposte.
Siamo realmente i figli di quell’Adamo creato da Dio dall’argilla
della Terra e di quell’Eva creata da una delle sue costole, la cui discendenza
generò l’umanità?
Oppure l’uomo è il risultato di quel Phatos genetico ottemperato da menti evolute che dal “Cielo scesero
sulla Terra”?
Esse sono le stesse domande che si pongono ancora oggi gli antropologi, gli studiosi delle antiche religioni, ricercatori e semplici appassionati e non solo, eppure una risposta pratica potrebbe derivare proprio dal fatto che la sua creazione sia avvenuta da una manipolazione genetica su un essere primitivo originatosi sulla Terra. Oppure come ha scritto l’ecologista Ellis Silver, nel suo libro “Gli umani non vengono dalla Terra: una valutazione scientifica delle prove”, sostiene che gli esseri umani non siano originari del pianeta Terra. Una teoria molto controversa, anche se essa attinge da altre ipotesi come quella congetturata da Desmond Morris nel suo libro la “scimmia nuda”.
Molti studiosi, infatti, sostengono che le affermazioni di Ellis sono da ritenersi opinabili, ciò nonostante, come vedremo nel corso del libro, gli studi fin qui compiuti confermano tale tesi, anche se molte domande rimangono senza risposta, l’ipotesi resta comunque valida.
In meno di cento anni di congetture provenienti dai campi più disparati ne sono emerse moltissime: alcune sono prive di ogni reiterazione logica, altre sfiorano i concetti metafisici della mente umana, quelle poche che restano, elaborate su basi scientifiche e del tutto coerenti con l’evoluzione umana, ci permettono di elaborare una realtà del tutto diversa. Una di queste enunciazioni, la riporta Zecharia Sitchin, nel suo libro Il pianeta degli dei, pubblicato nel 1973, mentre spiega le connessioni che coesistono tra i testi sumerici dell’Epica della Creazione, con la nascita del sistema solare e della vita sulla Terra. A pagina 242, dell’edizione italiana, Sitchin, ha scritto:
In un articolo pubblicato
sulla rivista scientifica “Icarus”, del settembre 1973, il Premio Nobel Francis
Crick e il dott. Leslie Orgel formulò l’ipotesi che “la vita sulla Terra possa
essere nata da minuscoli organismi provenienti da un pianeta lontano”. I due
scienziati cominciarono i loro studi mossi dal comune senso di disagio nei
confronti delle teorie correnti circa l’origine della vita sulla Terra. Come
mai esiste un solo codice genetico per tutte le forme di vita terrestri? Se la
vita ebbe inizio dal cosiddetto “brodo” primordiale, come ritengono quasi tutti
i biologi, allora avrebbero dovuto svilupparsi organismi con codici genetici
diversi. Inoltre come mai l’elemento Molibdeno svolge un ruolo chiave nelle
reazioni enzimatiche necessarie per la vita, quando il molibdeno è in realtà un
elemento molto raro? E perché elementi che sono più abbondanti sulla Terra,
come il cromo e il nichel, hanno invece scarsa rilevanza nelle reazioni
biochimiche? La strana teoria proposta da Crick e Orgel non affermava solo che
la vita sulla Terra poteva essersi originata da un organismo proveniente da un
altro pianeta, ma anche che si sarebbe trattato di un’operazione volontaria – che, cioè, esseri
intelligenti di un altro pianeta avrebbero volutamente gettato il “seme della
vita” dal loro pianeta verso la Terra con una nave spaziale, con il preciso
scopo di avviare la catena vitale sulla Terra.
Il disagio che i due scienziati
avvertirono circa quaranta anni fa e lo stesso che si avverte tra gli studiosi ancora
oggi e in molte sedi accademiche. Nonostante la frustrante sensazione
d’impotenza scientifica, molti scienziati e studiosi canonici amano definire
tali approcci: pseudoscienza. In
essa, infatti, secondo la teoria universalmente accettata, rientrerebbero quelle
metodologie e pratiche non scientifiche o che appaiono tali le quali non hanno
alcuna corrispondenza al metro scientifico (o metodo sperimentale), che
è alla base della scienza moderna, utili per dimostrare le proprie
affermazioni. Eppure nel 1973, un Premio Nobel, ammise la mancanza, in campo
scientifico, d’informazioni che potessero giustificare l’evoluzione della vita
dal “brodo” primordiale[5]. Siamo
certi che la vita ebbe origine dal brodo
primordiale? Questo è quello che fino
ad oggi la scienza ufficiale ci ha fatto credere! In realtà la vita sul pianeta
per raggiungere il suo primo stadio evolutivo, cioè creare il primo organismo
unicellulare sarebbero occorsi, secondo le ultime teorie, almeno 40 miliardi di
anni, mentre sulla Terra, dal momento della sua formazione, sono passati
soltanto 500 milioni di anni. I dati dunque, sono talmente discordanti che è
intuitivo ipotizzare che la vita
sulla Terra, proviene da altri “mondi”.
I primi sistemi viventi si sarebbero formati, appunto, in mare, in acque poco profonde, in una sorta di "brodo organico primordiale" (prebiotico). |
A questo punto c’è da chiedersi: Quali sono i confini della scienza e
dove inizia la pseudoscienza? Da decenni ormai scienziati, studiosi e
accademici si rifiutano di accettare le moderne teorie alternative, ritenendole
dei fantastici costrutti letterari, nonostante le conferme che la stessa scienza
fornisce a ogni nuovo giorno, con il progredire della ricerca. Gli standard per
determinare se una conoscenza, una metodologia o pratica siano indubbie possono
variare da un campo scientifico all'altro, tuttavia sono stati formulati una
serie di principi sui quali gli scienziati concordano: la riproducibilità e la
verificabilità intersoggettiva[1].
L’approccio scientifico, per certi aspetti, per quanto affidabile esso sia ha
precluso ogni apertura a ipotesi alternative e possibilistiche che contravviene
la natura stessa dell’evoluzione, di conseguenza e, per amore della carriera e
della vana gloria, la maggioranza degli scienziati e studiosi ha elaborato un proprio
concetto di cosa debba essere la scienza o il suo approccio scientifico.
Copyright maggio 2015 Angelo Virgillito
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1 commento:
Plausibile.
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