venerdì 30 ottobre 2015

CHI FU A SALVARE L'UOMO DALL'ESTINZIONE ???

Chi fu a salvare l’uomo dall’estinzione, Dio, gli antichi dèi o gli alieni venuti dal cielo?
Il mito del Diluvio Universale è di origine sumerica, le cui cause vengono fatte risalire a una scelta divina. In un poema, in lingua sumerica, conosciuto come Enki e Ninḫursaĝa risalente agli inizi del secondo millennio (tre testi: Nippur, Ur e uno di provenienza sconosciuta), composto da 284 versi con pochi passi lacunosi, viene così descritto il mondo prima della civiltà.
(SUX)
« dili-ni-ne dilmunki-a u3-bi2-in-nu2
ki
 den-ki dnin-sikil-la ba-an-da-nu2-a-ba
ki-bi sikil-am3 ki-bi dadag-ga-am3
dilmunki-a ugamušen
 gu3-gu3 nu-mu-ni-be2
darmušen-e gu3 darmušen-re nu-mu-ni-ib-be2
ur-gu-la saĝ ĝiš nu-ub-ra-ra
ur-bar-ra-ke4 sila4 nu-ub-kar-re
ur-gir15 maš2 gam-gam nu-ub-zu
šaḫ2 še gu7-gu7-e nu-ub-zu
nu-mu-un-su2 munu4 ur3-ra barag2-ga-ba
mušen-e an-na munu4-bi na-an-gu7-e
tum12mušen-e saĝ nu-mu-un-da-RU-e
igi-gig-e igi-gig-me-en nu-mu-ni-be2
saĝ-gig-e saĝ-gig-me-en nu-mu-ni-be2
um-ma-bi um-ma-me-en nu-mu-ni-be2
ab-ba-bi ab-ba-me-en nu-mu-ni-be2
ki-sikil a nu-tu5-a-ni iri-a nu-mu-ni-ib-sig10-ge
lu2 id2-da bal-e ĝi6-de3 nu-mu-ni-be2
niĝir-e zag-ga-na nu-um-niĝin2-niĝin2
nar-e e-lu-lam nu-mu-ni-be2
zag iri-ka i-lu nu-mu-ni-be2 »
(IT)
« Quando (Enki) da solo a Dilmun giaceva,
il posto dove egli giaceva con sua moglie Ninsikila,
quel posto era puro, quel posto era splendente.
A Dilmun il corvo non gracchiava;
l'uccello-dar
 non gridava "Dar! Dar!";
il leone non uccideva;
il lupo non sbranava l'agnello;
il cane non soggiocava le capre;
il porco non mangiava l'orzo;
alla vedova quando aveva sparso il malto sul tetto,
gli uccelli non mangiavano il malto;
la colomba non mangiava il seme;
l'ammalato agli occhi non diceva: "Sono ammalato agli occhi!";
colui che aveva mal di capo non diceva: "Ho male al capo!";
la donna vecchia non diceva: "Sono una donna vecchia!";
l'uomo vecchio non diceva: "Sono vecchio!";
la vergine non trovava acqua nella città per bagnarsi;
il traghettatore non diceva: "È mezzanotte!";
l'araldo non andava in giro;
il cantante non cantava [dicendo]: "Elulam!";
fuori della città non si udivano pianti. »
Una delle tante raffigurazione della dea Ninharsag, la quale sarebbe, secondo le fonti sumeriche, creatrice e madre surrogata ante litteram del primo uomo, Adamu.

Per i credenti di tutto il mondo e ognuno secondo la propria visione religiosa, la salvezza di alcuni di loro è da attribuire a Dio, altri imputano la salvezza dell’uomo ad antichi dèi e, infine, ci ritroviamo a confrontarci con le congetture dei moderni studiosi di ufologia, secondo i quali la razza umana fu assoggettata da una specie non terrestre, molto evoluta, la quale nella ricerca dell’immortalità s’imbatté nell’uomo Primo. Un essere frutto della Creazione cosmica nel quale sussiste, da sempre, il seme dell’immortalità. Una sorta di contenitore biologico che ben si adattava alle esigenze vitali di queste creature extraterrestri. L’uomo però, per sua natura ha la tendenza a evolversi, perché secondo l’ordine della Creazione l’Animus umano, nel suo arricchimento spirituale, deve percorrere un particolare cammino, nel quale sono previste delle tappe e una di esse è l’esperienza che deve acquisire in questa dimensione, per accedere alle successive.

Sono concetti forti e, per molti addirittura scioccanti, ciò non di meno è quanto emerge da una comparazione di tutte le credenze esoteriche e cosmologiche, custodite gelosamente da tutte le civiltà antiche. Se consideriamo che in tutte le culture del pianeta i cui riferimenti astronomici riguardano uno specifico settore del cielo dove brillano le Pleiadi e supponiamo che in quest’ammasso stellare esiste una civiltà, molto evoluta, di creature uguali nell’aspetto alla razza umana e se consideriamo che l’uomo sarebbe stato creato a immagine e somiglianza degli antichi dèi, il ragionamento assume una valenza di concretezza molto plausibile. Tuttavia il panorama delle razze extraterrestri è molto variegato, anche se biologicamente la matrice è unica che in seguito, poi, si è diversificata, in un periodo evolutivo più o meno lungo, durante il quale ha svolto un ruolo fondamentale nell’evoluzione e diversificazione etnica, tutti gli eco-sistemi presenti sulla Terra. Di conseguenza parlare di Rettiliani o di Pleidiani è come voler raccontare la nostra evoluzione. Non dobbiamo dimenticare che l’origine dell’uomo o una sua parte, è legata proprio ai rettili. Nel mio ultimo libro “Gli alieni del pianeta Terra”, ho scritto:
Tra le tante si distinguono i mammiferi, i quali si svilupparono da un gruppo di Amnioti . I primi Amnioti apparvero intorno al tardo Carbonifero (Il Carbonifero è compreso tra 359,2 ± 2,5 e 299,0 ± 0,8 milioni di anni fa (Ma), preceduto dal Devoniano e seguito dal Permiano.), e dai rettiliomorfi ancestrali. In pochi milioni di anni, da essi si distinsero due importanti linee evolutive: i Sauropsidi, dai quali discesero i Rettili e gli Uccelli, e i Sinapsidi, considerati i progenitori dei Mammiferi. La tecnica dell'orologio molecolare ha consentito di datare la separazione tra i due raggruppamenti a circa 310 milioni di anni fa i quali sono stati suddivisi in tre gruppi principali: monotremi, marsupiali e placentati.
E’ probabile che la storia della colonizzazione della Terra, da parte di razze proveniente da altri mondi o dimensioni, ebbe inizio decine di milioni di anni fa, se non addirittura centinaia di milioni di anni fa, quando a causa di forti interferenze planetarie sul terzo pianeta, creatosi circa 4,5 miliardi di anni fa, in un Sistema solare all’estremità della galassia che ci ospita, si erano sviluppati i mastodontici Sauri. Una fauna dalle proporzioni gigantesche, animali che raggiungevano i 40 metri di lunghezza e dal peso di svariate decine di tonnellate. Poi, improvvisamente qualcosa accadde 65 milioni di anni fa: l’impatto di un meteorite, come si ostina a enucleare la scienza ufficiale, o molto più probabilmente fu un’operazione chirurgica volta allo sterminio di questi enormi animali, ciò non di meno quando i delicati equilibri dell’eco-sistema terrestre ritornarono alla normalità, e la fauna riprese il suo posto nel processo vitale del pianeta, queste creature erano scomparse definitivamente dal processo evolutivo terrestre. Chi fu l’artefice o l’ideatore non c’è dato saperlo e, chi sa se mai l’uomo saprà come andarono realmente i fatti in quel tempo lontano.
E’ plausibile teorizzare che lo scopo fu di epurare la Terra, popolata da questi enormi forme di vita, per permettere uno sviluppo più equilibrato della fauna terrestre, ciò non di meno quando il pianeta riprese il suo equilibrio naturale e la vita riprese a proliferare, dalla lunga lista erano scomparsi soltanto i Sauri di terra, di cielo e di mare, mentre altri esseri viventi come le balene o le centenarie testuggini rimasero “miracolosamente” in vita. Se le cause fossero state attribuite a un’improbabile collisione meteoritica ogni forma di vita, che inizialmente si estinse, dopo il riequilibrio terrestre, la vita sul pianeta avrebbe ripreso a svilupparsi là dove era stata interrotta, invece, dalla lunga lista, scomparvero soltanto queste magnifiche e mastodontiche creature. Bizzarro è dir poco!
Sitchin fu forse tra i primi, se non il primo,a presentare ipotesi alternative nell’ambito della “teoria degli antichi astronauti” coinvolgendo queste divinità del pantheon sumero e la loro patria di origine, la loro provenienza dal pianeta Nibiru.

Un altro ricercatore l’italiano, il milanese Paolo Brega, invece sostiene un’altra teoria sull’origine del pianeta Nibiru, che pur accettando la personale traduzione e interpretazione che fornì lo studioso azero Zacharia Sitchin, sui miti mesopotamici e la particolare provenienza degli Anunnaki da questo ipotetico pianeta, presuppone altri scenari.
Chi conosce, dichiara Brega, le idee portate avanti e sostenute da Progetto Atlanticus e presentate oltre che nel blog “Le Stanze di Atlanticus” e nel nostro podcast “Atlanticast”, sa benissimo che non sposo al 100% le idee proposte da Sitchin pur riconoscendone molti aspetti validi e sicuramente una grande ispirazione per ciò che questo ha rappresentato nell’ambito della ricerca alternativa. Il punto forse di maggior contrasto tra le mie idee e quelle di Sitchin è forse proprio quello relativo alla provenienza degli Anunnaki. Ma questo senza escludere l’esistenza di Nibiru, anzi, confermandola! Penso sappiate tutti quanto Sitchin venne deriso per aver esposto questa sua teoria riguardo alle origini degli Anunnaki e dell’homo sapiens. E anche per aver pensato alla sola esistenza di un pianeta come Nibiru... già, ma solo perché Sedna non era ancora stato scoperto! Sedna per chi non lo conoscesse è un pianeta transnettuniano che, insieme a diversi altri corpi celesti scoperti recentemente è caratterizzato da una orbita molto ellittica tale da consentire il suo passaggio nei pressi del sistema solare una volta ogni... una volta ogni 12000 anni a confronto dei quali i 3600 di Nibiru risultano quasi essere una inezia. Ora, né Sedna né gli altri pianeti trans-nettuniani, finora scoperti, hanno ovviamente le caratteristiche di Nibiru, ovviamente su di essi sussistono le condizioni per il sostentamento di una civiltà evoluta come quella prevista dalle teorie di Sitchin. Ma il punto è che se esistono pianeti come Sedna o Eris non possiamo più escludere a priori l’esistenza di un pianeta come Nibiru con caratteristiche orbitali descritte da Sitchin tanto meno deridere gratuitamente tale ipotesi.
Ciò che più colpisce di questi oggetti è la forma della loro orbita, apparentemente inspiegabile. Una simulazione prodotta con un Orbit Simulator (simulatore orbitale) alcuni astronomi, Alessandro Morbidelli e Harold F. Levinson, hanno condotto un esperimento volto a dimostrare l’origine dell’orbita di Sedna , di conseguenza di altri corpi celesti simili.
L’esperimento parte da un assunto di base ancora più sconvolgente, ovvero che il Sole non sia da solo, ma faccia parte di un sistema stellare binario e che sia accompagnato da una nana bruna. Tra l’altro le osservazioni astronomiche hanno dimostrato che è più probabile riscontrare sistemi stellari binari o addirittura più complessi piuttosto che stelle singole, soprattutto per quanto concerne la classe astronomica del Sole.
Questa idea viene ripresa nell’ambito della ricerca borderline nella teoria proposta da Andrew Lloyd il quale attribuisce alla presunta nana bruna il nome di Dark Star, anche conosciuta come Nemesis.Teoria che peraltro trova conferma anche nello studio fatto dal fisico statunitense Richard A. Muller per spiegare una presunta regolarità delle estinzioni di massa osservata nella storia dei fossili, sostenendo che il Sole abbia una stella gemella, una nana bruna, che vi orbita intorno con un periodo di ritorno di circa 26 milioni di anni.
L’idea originale di Andrew Lloyd è che Nibiru sia in realtà un corpo celeste orbitante intorno a questa stella, Nemesis , la cui orbita lo porta ad avvicinarsi al sistema solare ogni 3600 anni in accordo con quanto affermato da Sitchin, ma soprattutto dai miti sumeri ai quali Lloyd sembra ricondursi nelle sue ricerche.
Il pianeta Nibiru, secondo questa teoria, potrebbe venire pertanto utilizzato come “traghetto” da Nemesis al sistema solare e viceversa per ipotetici abitanti, o ex-abitanti, dei pianeti interni del sistema stellare compagno del Sole.
Potremmo allora intendere Nibiru non come il pianeta patria di origine degli Anunnaki, quanto una sorta di astronave generazionale, utilizzata centinaia di migliaia di anni fa, per raggiungere i pianeti interni al sistema solare adatti alla vita come la Terra o Marte, in previsione della conclusione del ciclo vitale della loro stella di origine: Nemesis?
Rappresentazione artistica di Nemesis come una nana rossa vista nelle vicinanze di un campo di detriti con il Sole visibile al centro. CC BY-SA 3.0  File:Nemesis.png - Caricato da Anynobody~commonswiki  Creato: 21:52, 19 December 2008 (UTC)
L'idea di un sistema solare binario non è come potrebbe sembrare un azzardo astronomico se andiamo ad approfondire alcune tra le più recenti ipotesi astronomiche. La stella di Scholz per onorare l’astronomo tedesco Ralf-Dieter Scholz che la svelò a fine 2013, la cui traiettoria indica che la stella di Scholz, circa 70.000 anni fa passò a circa 52.000 UA (unità astronomiche) di distanza dalla Terra, in altre parole circa 0,8 anni luce o 8.000 miliardi di chilometri. Un tiro di schioppo, in termini astronomici, considerando che Proxima Centauri si trova a 4,2 anni luce. Gli astronomi spiegano che, con ogni probabilità, la stella abbia attraversato la parte più esterna della Nube di Oort, ovvero di quella regione alle estreme propaggini del Sistema Solare, area in cui gli astronomi ipotizzano che sia il luogo dove una densa nube sferica, contenente miliardi di comete, che orbita tra 20 000 e 100 000 AU o 0,3 e 1,5 a.l. (Anni Luce) dal Sole. 

Secondo Coryn Bailer-Jones, astrofisico all’istituto di astronomia Max Planck di Heidelberg, nel suo recente studio pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics, dopo aver simulato al computer le orbite di oltre 50mila stelle, ha scoperto che c’è una probabilità del 90% che una nana bruna attraversi l’orbita della nube di Oort, poco all’esterno del nostro Sistema solare, tra 240mila e 470mila anni.

La Scienza ci spiega che il Sole è una stella di classe stellare “G” abbastanza comune nell’Universo conosciuto, pertanto sulla base delle osservazioni, fino ad ora realizzate, gli astronomi hanno ipotizzato che la maggioranza delle stelle, della stessa classe stellare del Sole vive in un sistema orbitale multiplo. Ovvero in un sistema nel quale sono presenti due o più stelle in rotazione intorno ad un comune centro di massa. Sempre la Scienza, poi, ci spiega che il movimento del Sistema Solare intorno al centro dell’Universo non è “lineare”, come dovrebbe essere per una stella singola e relativi pianeti, ma un movimento complesso di oscillazioni posto su 3 assi di un sistema binario. Ben oltre l’orbita di Plutone gli astronomi Chadwick Trujillo e Scott Sheppard, hanno scoperto un pianeta nano, in seguito denominato 2012 VP113, che va ad aggiungersi al più noto 90377 Sedna, un oggetto transnettuniano che orbita attorno al Sole su di un’orbita particolarmente eccentrica (stiamo parlando di 12.000 anni di rivoluzione!). La scoperta, di rilievo, apre un dibattito scientifico molto complesso sulla possibile presenza di un grande pianeta o di una nana bruna, di massa superiore persino a quella di Giove all’interno della nube di Oort, la cui presenza sarebbe la sola spiegazione delle orbite ellittiche dei cosiddetti pianeti trans nettuniani, di cui il Nibiru di Sitchin farebbe effettivamente parte.
Potremmo continuare per ore a raccontare altre ipotesi, ma preferisco che siate voi a esprimere il vostro pensiero.

P.s.: Un particolare ringraziamento a Paolo Brega per avermi permesso di utilizzare la sua teoria nell'esporre questo articolo.

Copyright © Angelo Virgillito
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