sabato 19 agosto 2017

Le antiche #tradizioni culturali forgiate all'ombra dell'#Etna!

Una delle caratteristiche umane è quella di fantasticare; immaginare mondi, uomini e storie che possono appagare l’incertezza di un futuro pieno di contraddizioni. La perdita del sapere, di quella conoscenza cosmica e universale, che da sempre pone le stesse domande esistenziali, non appaga il no­stro io interiore, anche quando crediamo di aver trovato l’elisir di lunga vita. E prendendo spunto da uno di questi momenti estranianti, che ci si rende conto della vastità co­smica della conoscenza e il ruolo che ricopriamo nel disegno divino.



Scriveva Dostoevskij nel suo I demoni: “Amico mio, la verità autentica è sempre inverosimile […]. Per rendere la verità più verosimile, bisogna assolutamente mescolarvi un po’ di menzogna”.

Un bagaglio di nozioni che favorì una metamorfosi culturale che influenzò le narrazioni delle antiche leggende rendendole enigmatiche e criptiche.

L’uomo moderno ha dato una definizione semplicistica del termine “leggenda”, un concetto legato a fantastici racconti frutto della fantasia dei suoi narratori, tuttavia un’analisi spettrografia delle diverse sfaccettature sul contenuto della stessa leggenda, il suo idioma svela il complesso panorama della sua struttura culturale su cui è stato articolato il racconto. In definitiva il termine leggenda, dal mio punto di vista, andrebbe interpretato come

la storia non scritta e miticizzata di antica memoria!

Un tale pensiero non è soltanto una definizione letteraria per identificare un particolare racconto, che si tramanda da una generazione alla successiva, ma è e rappresenta un “insieme[1]”, cioè un panorama circoscritto, nel quale coesistono tutti gli aspetti sociologici, politici, religiosi, antropologici ed evolutivi, espressione culturale di una particolare comunità e di un determinato habitat, nel quale ogni civiltà si è sviluppata e progredita nel corso della storia umana.

Le leggende, dunque, rappresentano una delle più antiche consuetudini utilizzate dall’uomo e sin dall’Età della pietra. L’uomo a quel tempo viveva di bacche, radici e di selvaggina, inseguendola a volte, per diversi giorni prima di catturarla e, l’unico modo che aveva per tramandare queste conoscenze ai giovani e, per rendere indelebile tali narrazioni nelle menti dei nuovi arrivati nella comunità, escogitarono un semplice sistema: presero a prestito ciò che la natura gli offriva.  Il sole, la luna, le montagne, il vento e la pioggia, furono gli elementi di base su cui furono tradotte le loro vicissitudini quotidiane. Raffigurazioni mitopoietiche direbbero i filosofi moderni nel descrivere quest’approccio rappresentativo in uso tra le piccole comunità familiari del Paleolitico superiore.

L’archeologo Spyridon Marinatos (1901-1974), parlando di come si sono trasmesse le leggende storiche, ha dichiarato:
 I nomi cambiano o sono corrotti. Fatti realmente accaduti sono scambiati con racconti immaginari. I distretti in cui gli eventi accaddero, sono scambiati con altri e, inoltre, il tempo è proiettato indefinitamente a ritroso nel passato.

La Storia, in definitiva, non è soltanto quella riportata dagli storici, ne esiste un’altra mai vergata su manoscritti, o pergamene, o diplomi. Essa è la storia dei vinti, degli oppressi, dei poveri. E' una storia tenuta in vita da labili fiammelle e tramandata oralmente da una generazione all’altra. Con il trascorrere del tempo poi, quei flebili ricordi delle ingiustizie e dei soprusi perpetrati dai vincitori, li hanno trasmutati in epici racconti. Sono storie leggendarie, affasci­nanti e arcane, gelosamente custodite con sacralità e devozione, in cui rispecchia l’entroterra culturale della gente che ha vis­suto in questi luoghi, ma rappresentano anche la chiave di lettura dell’antica sacralità, i cui indizi, a volte, aprono nuovi scenari storici.


Nel libro I Tesori leggendari dell’Etna, c'è tutto questo e tanto altro ancora. 

Circa 200 pagine cariche di  MITICHE AVVENTURE, 
dove uomini leggendari e antichi dèi 
hanno forgiato le più antiche tradizioni culturali
 legate alle comunità etnee e simetine !!!




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Copyright 2017  Angelo Virgillito



[1] Il termine insieme, in questo caso esprime un concetto fondamentale della matematica moderna, dal quale si è sviluppata la teoria degli insiemi. Nell'uso informale gli oggetti della collezione possono essere qualunque cosa: numeri, lettere, persone, figure, concetti, etc., anche non necessariamente omogenei; nelle formalizzazioni matematiche gli oggetti della collezione vanno invece ben definiti e determinati. Il concetto d’insieme è considerato primitivo e intuitivo: il primo perché viene introdotto come nozione non derivabile da concetti più elementari; il secondo perché viene introdotto come generalizzazione della nozione di insieme finito, che a sua volta è immesso dall'analogia con l'esperienza sensibile di scatole che contengono oggetti materiali (tendenzialmente omogenei); questa impostazione si basa sulla convinzione che l'idea di insieme sia naturalmente presente nella mente umana.

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